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I primi 50 anni della Citroen Dyane

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La Citroen Dyane, auto di grande personalità, molto amata ma anche tanto odiata, ha fatto il suo ingresso sul mercato in agosto del 1967.

Citroen Dyane 6 classe 1982
Citroen Dyane 6 classe 1982

La Dyane compie i suoi primi 50 anni e, nonostante ciò, ancora oggi non è rarissimo vederne qualcuna che gira indisturbata e disinvolta per le strade di qualche paesino, ancora in servizio, o in giro la domenica, lucida e brillante, in qualche grande città.

L’oggettivamente un po’ goffa vetturetta francese era nata per sostituire la mitica 2 cavalli. Il confronto con un mito di portata mondiale, l’ha resa inevitabilmente il brutto anatroccolo, riscuotendo un consenso di molto inferiore rispetto alla sua musa ispiratrice. La Dyane nacque perché la 2CV era sul mercato dal 1948 e il suo ‘stilista’ e scultore Flaminio Bertoni, già autore delle mitiche Traction Avant e DS, era scomparso. Il progetto della Dyane fu affidato a Louis Bionier, proveniente dalla Panhard, e poi aggiustato in corso d’opera.

La base meccanica rimase fondamentalmente quella della 2CV, tanto che l’Auto Journal parlerà di “minestra riscaldata”. Eppure la Dyane, allora come oggi, aveva i suoi fan e chi la preferisce alla più gloriosa 2CV.

In Francia fu bocciata dal mercato, nonostante fosse sicuramente più moderna e funzionale della 2CV, grazie alle 5 porte e al portellone per accedere al bagagliaio posteriore molto capiente. In Italia, ebbe un grande successo sia perché l’importazione della 2CV venne sospesa nei primi anni 70 per favorire la penetrazione sul mercato della Dyane, e sia perché, proprio per il mercato italiano, la Dyane fu oggetto di una piccola modifica al motore. La cilindrata salì da 435 cc a 602 cc (da qui la dicitura Dyane 6 rispetto alla primordiale Dyane 4) e i cavalli diventarono 28. Toccherà il massimo dei 35 cavalli nel 1970 con il motore di provenienza Citroen Ami.

La famosa pubblicità in pieno clima di 68, la classificava come ‘L’auto in jeans’ e un più coreografico ‘E’ uno scooter da città e pulmino per il weekend’, con una serie molto simpatica di combinazioni pubblicitarie.

Auto in jeans
Auto in jeans

Considerando che la Citroen Dyane è lunga 3 metri e 87 centimetri, 50 anni dopo possiamo dire che è stata un po’ l’antesignana dell’oramai diffusissimo segmento B dei nostri giorni. E’ rimasta in produzione con vendite discrete fino ai primi anni ’80 con soluzioni e una linea ancora originali. Si può affermare che, proprio come la 2CV, si è dimostrata un’auto senza tempo in grado di fare grandissime cose.

I ‘dyanisti’, sfegatati quanto i 2cavallisti, sempre originali e a bordo di mezzi coloratissimi come andavano allora, dal verde all’arancio passando per il giallo, potevano contare sulla particolare leva del cambio “infilzata” nella plancia come la 2CV, tetto in tela o ‘hard-top’ e macinavano chilometri consumando poco. Questo rendeva la Dyane facile preda dei più giovani.

A bordo di una Dyane
A bordo di una Dyane

La caratteristica che la rende probabilmente unica agli occhi di tutti, sono le sospensioni in grado di assorbire qualsiasi buca e una fantastica tenuta di strada che, contrariamente a quanto si possa pensare all’apparenza, ne fa un’auto molto sicura. Nonostante non abbiano potuto godere del successo delle ‘auto con gli occhi’, tante Dyane fanno ancora sfoggio di se nei raduni per auto d’epoca e alle fiere di settore, con una fortissima presenza nei raduni dedicati alle Citroen 2cavalli e derivate, che sono tantissimi in tutta Italia ma anche all’estero.

Mattarella costretto ad intervenire per garantire la tenuta del governo

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Francesco Bei analizza la giornata e sottolinea come “il Quirinale abbia fatto la parte di Gentiloni” per garantire la tenuta del governo.

Se il Colle si sostituisce a Gentiloni

La crisi istituzionale che ha investito ieri il governo, arrivando a far traballare la poltrona del ministro dell’Interno, sembra rientrata solo grazie all’intervento diretto del capo dello Stato. Secondo la Costituzione (articolo 95), spetta al presidente del Consiglio mantenere l’unità di indirizzo politico del governo, coordinando l’attività dei ministri. Ora era evidente da giorni che, sulla materia del contrasto all’immigrazione clandestina, la cacofonia nell’esecutivo aveva raggiunto livelli di guardia.

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Ma lo sforzo di persuasione di Gentiloni con quei ministri più propensi ad ascoltare il grido di dolore delle Ong, non era stato sufficiente ad evitare l’isolamento e la conseguente minaccia di dimissioni del titolare del Viminale. Così si è resa necessaria la copertura del capo dello Stato, che ieri ha rimesso in equilibrio l’asse del governo facendo capire a tutti che Minniti gode dell’apprezzamento del Quirinale. A conferma della legge della fisarmonica presidenziale: quando la politica è debole i poteri del capo dello Stato si dilatano. Per Mattarella è la prima volta.

vivicentro.it/opinioni
vivicentro/Mattarella costretto ad intervenire per garantire la tenuta del governo
lastampa/Se il Colle si sostituisce a Gentiloni FRANCESCO BEI

Juve Stabia, in programma al “Menti” due amichevoli: data e ora dei match

Juve Stabia, in programma al “Menti” due amichevoli: data e ora dei match

Altre due gare amichevoli, dopo le fatiche di coppa Italia per le Vespe:

S.S.Juve Stabia rende noto che, nell’ambito delle attivita’ finalizzate alla preparazione in vista dell’inizio del campionato, mercoledi 9 agosto, con inizio alle 18.00, le vespe sosterranno al Menti una gara di allenamento al quale partecipera’ l’Ercolanese. Sempre al Menti, sabato 12 agosto con inizio alle ore 18.00, si disputera’ l’incontro amichevole con l’AIC Equipe Campania di Antonio Trovato.

S.S. Juve Stabia

Napoli-Nizza, è probabile la presenza di tifosi francesi al San Paolo

Napoli-Nizza, è probabile la presenza di tifosi francesi al San Paolo

Novità in vista di Napoli-Nizza per quanto riguarda la tifoseria ospite, come scrive la Gazzetta dello Sport: “Giorni di riflessione e di passione in casa Napoli. L’entusiasmo in città è palpabile, oggi saranno messi in vendita i biglietti per il match d’andata del preliminare Champions contro il Nizza ed è facile prevedere grande affluenza nelle ricevitorie autorizzate. A proposito, è probabile che anche i tifosi francesi saranno presenti al San Paolo ma si attendono certezze in merito da parte delle autorità di pubblica sicurezza (in tal caso anche i napoletani potranno andare all’Allianz Riviera nel settore ospiti per il principio di reciprocità, ndr). Intanto, la squadra si è goduta ieri il primo giorno di riposo dopo la settimana trascorsa tra Germania e Inghilterra. Per domani è fissata la ripresa degli allenamenti prima dell’esordio stagionale a Fuorigrotta, giovedì sera, contro l’Espanyol”.

Se Ghoulam non rinnova entro il 31 agosto potrebbe scalare nelle gerarchie di Sarri

Se Ghoulam non rinnova entro il 31 agosto potrebbe scalare nelle gerarchie di Sarri

Su Tuttosport, Raffaele Auriemma racconta un retroscena che riguarda Faouzi Ghoulam e Ivan Strinic: “Strinic (piace a Fiorentina, Galatasaray e West Bronwich) è stato bloccato dal club. Motivo? Ghoulam non ha ancora completato l’iter della contrattazione sul suo rinnovo con il Napoli e, se non dovesse firmare entro il 31 agosto, potrebbe anche scalare (a favore dello stesso Strinic) nella graduatoria degli esterni a disposizione di Sarri”.

Accordo raggiunto tra Napoli e Man City per Zinchenko, ma De Laurentiis pone una condizione

Accordo raggiunto tra Napoli e Man City per Zinchenko, ma De Laurentiis pone una condizione

Raffaele Auriemma scrive su Tuttosport: “Fino a quando non si sarà completato il playoff di Champions, nulla si muoverà nella rosa del Napoli, dove potrebbe arrivare quanto prima l’esterno ucraino Zinchenko: il ds Giuntoli è già d’accordo con il Manchester City per un prestito da circa 5 milioni. Però il presidente De Laurentiis chiede che prima venga effettuata un’operazione in uscita. Cosa non semplice soprattutto con Giaccherini che non ha estimatori disposti ad investire 1,5 milioni chiesti dal Napoli per il suo cartellino. Oppure con Zapata, valutato dal patron 25 milioni, così da respingere l’offerta del Torino da 18 milioni più 2 di bonus”.

La Fiorentina si avvicina a Strinic, il croato è fuori dalla lista Champions del Napoli

La Fiorentina si avvicina a Strinic, il croato è fuori dalla lista Champions del Napoli

Secondo la Gazzetta dello Sport la Fiorentina ha avuto i primi contatti con Ivan Strinic. Pantaleo Corvino è molto interessato al terzino in uscita dal Napoli ed è pronto a fare un’offerta di 4 milioni. Ad accelerare la partenza di Strinic c’è un altro indizio: il calciatore non è stato inserito nella lista Champions.

Delrio a Palazzo Chigi: Marco ha sbagliato metodo

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Il presidente della Repubblica Mattarella scende in campo ed esprime “grande apprezzamento” per il lavoro di Marco Minniti, titolare degli Interni, ma la polemica non è chiusa e Delrio insiste: ”dal ministro metodo sbagliato”.

“Devi parlare con noi”. “Allora lascio”. E Gentiloni chiede aiuto a Mattarella

Lo sfogo di Delrio a Palazzo Chigi: Marco ha sbagliato metodo. Imbarazzo del premier. L’intervento risolutore del Quirinale

ROMA – Quando ormai è sera, conclusa la giornata più burrascosa di questi otto mesi alla guida del Viminale, il ministro Marco Minniti si sente finalmente rassicurato. Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato per ricordare che l’unica linea del governo su Libia, contrasto ai trafficanti e immigrazione è la sua. Ma, soprattutto, il Quirinale ha redatto una nota informale per garantirgli tutto il suo appoggio e apprezzamento per il lavoro che sta facendo, tentativo estremo e riuscito di scongiurare le sue dimissioni e sedare la rivolta che si stava sviluppando tra i ministri contro di lui. Mettendo fine a un pomeriggio ad altissima tensione, che lascia per qualche ora seriamente in difficoltà il governo: «O mi tutelate o lascio. Se la linea politica non è più condivisa, il mio compito è finito», minaccia Minniti a un certo punto.

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Alle quattro e mezza del pomeriggio, al termine della riunione del governo, è chiacchierando con i colleghi che il responsabile delle Infrastrutture, Graziano Delrio, sfoga tutta l’irritazione covata in questi giorni sulla vicenda del trattamento delle Ong: «Le scelte strategiche non si fanno fuori dal Consiglio dei ministri, è un problema di metodo, mi sarei aspettato di discutere oggi della questione del codice di condotta». Nel corso della riunione dell’esecutivo si parla di scuola, di stato d’emergenza per la crisi idrica in Lazio e Umbria, di equo compenso nelle prestazioni legali: non una parola invece sul protocollo destinato alle associazioni non governative fonte di tensioni tra lui e Minniti. Anzi, il titolare dell’Interno a Palazzo Chigi non si presenta proprio e avverte il premier Paolo Gentiloni, pare addirittura con una lettera: tutti lo aspettano per avere finalmente chiarimenti sulle sue parole dure dei giorni scorsi (le associazioni che non firmano si mettono «fuori dal sistema di soccorso»), ma dopo la lettura dei giornali che danno conto delle critiche contro la sua linea, decide di disertare.

Una scelta che non piace ai colleghi, a partire da Delrio ma non solo. Nei capannelli a margine della riunione, sono in tanti a mostrarsi scocciati dall’atteggiamento del ministro e delusi dalla mancata discussione sull’argomento, infastiditi non solo dal merito della questione, ma anche dall’atteggiamento “solitario” dal collega: da Andrea Orlando a Maurizio Martina, da Angelino Alfano a Valeria Fedeli e Marianna Madia. Una fronda trasversale che va dalla maggioranza alla minoranza del Pd, passando per Ap, e che decide di rivolgersi al premier.

Così, al capo del governo impegnato in una perenne mediazione tra le diverse sensibilità dell’esecutivo, si presenta un problema cresciuto in pochi giorni a dismisura. Domenica aveva dovuto richiamare all’ordine il viceministro Mario Giro, per un’intervista critica sulla missione in Libia e, in particolare, sul trattamento dei migranti riportati sulle coste di Tripoli («non possiamo condannarli all’inferno»), incassando frasi di sostegno pubbliche anche da esponenti del Pd. Ieri erano filtrate nuove tensioni con Delrio, che già un mese fa, dinanzi alle minacce di Minniti, aveva assicurato «nessun porto chiuso, lo dico da responsabile della Guardia costiera e delle operazioni di soccorso ai migranti». Parole critiche vengono anche dal ministro della Giustizia Orlando, «dobbiamo disciplinare il settore senza correre il rischio di una criminalizzazione indiscriminata». L’allarme si fa rosso, Gentiloni sente il presidente Mattarella e si decide la exit strategy: garantire a Minniti un sostegno pubblico totale per il suo operato, come lui ha richiesto. Camminando su un fragile crinale che consenta però anche di non sconfessare la linea più “morbida” di Delrio, Giro e chi la pensa come loro.

Scongiurato il peggio, evitate dimissioni che avrebbero creato non pochi problemi all’esecutivo, proprio nel momento in cui gli sbarchi invertono la tendenza e nell’opinione pubblica sta passando l’idea che il problema cominci ad essere governato, Minniti può dirsi soddisfatto. Il ragionamento che ha fatto a Gentiloni è chiaro: sono io, in sintesi, quello che da anni, fin dai tempi di Renzi a Palazzo Chigi, tratta costantemente con i libici. Prima da responsabile dei servizi segreti, poi, da dicembre, direttamente da ministro, è lui che ha fatto la spola tra Roma e Tripoli, parlando con il premier Sarraj come coi capitribù, guadagnando il rango di interlocutore con vari attori del complicatissimo panorama libico. Per quanto possa sembrare anomala, la situazione è questa: a chi lo critica, a chi lo definisce troppo decisionista e accentratore, vorrebbe ribattere: e voi dov’eravate? È quello che avrebbe detto loro se fosse andato alla riunione del governo. Ma prima, voleva avere la rassicurazione pubblica che Gentiloni e Mattarella fossero con lui.

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lastampa/“Devi parlare con noi”. “Allora lascio”. E Gentiloni chiede aiuto a Mattarella FRANCESCA SCHIANCHI

Jorginho: “E’ l’anno giusto per tre motivi. Sarri mi ha rigenerato e gratificato”

Le sue parole

Jorginho ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport:

Il primo pensiero, sarà scontato dirlo, è per il Nizza. 
“Che è duro da affrontare, perché arriverà al San Paolo con qualche partita di campionato nelle gambe. Sappiamo che ci darà fastidio, ma ci interessa poco: noi vogliamo la Champions, non abbiamo nessuna intenzione di rinunciarci”. 

E con uno Jorginho straordinario: c’è carenza di registi di spessore e il vuoto lasciato da Pirlo si avverte. 
“Però in me, nelle mie potenzialità, hanno creduto in pochi Il primo è stato Mandorlini, poi è arrivato Sarri: mi sento cambiato, rigenerato, alleggerito ed anche gratificato”. 

Ha saltato Benitez. 
“Cominciai bene, per sei mesi ci siamo divertiti, giocavamo un bel calcio. Poi nella seconda stagione, lui ha voluto cambiare, ha scelto di modificare il modo – non il modulo – andando alla ricerca dei lanci e delle seconde palle. Ho sofferto, ma non è un’accusa”. 

Intanto è maturato anche lei: diventare leader è un passo. 
“Io mi sento tale e lo dico senza presunzione. Ma qui ognuno di noi lo è, perché ci sentiamo importanti tutti. Di mio ci metto l’allegria: penso positivo, cerco di essere d’aiuto. Ogni partita comincia con un rito personale: un saluto per chi scende in campo con me. E’ un tentativo di caricarsi”. 

Di questo passo, le verrà sempre più voglia della Nazionale. 
“Un argomento sul quale eviterei qualsiasi commento. Quando vedi certe cose, meglio concentrarsi sul lavoro e lasciar perdere”. 

Pentito di aver preferito l’Italia al Brasile. 
“Io rispetto le scelte del Ct ma non le condivido, né le capisco. Mi sembra che si stia negando l’evidenza…. Tutto qua”. (Chiaro il riferimento alla convocazione di Montolivo, ormai sul viale del tramonto, ndr”.
 
Si sbilanci sul campionato. 
“Sarà difficile e bello, più di quelli recenti. La Juventus parte avanti ma non può ritenersi la favorita assoluta, come in questi ultimi sei anni. Noi stiamo facendo grosse cose da due anni e la Roma anche si è comportata benissimo in questo stesso periodo. L’Inter ed il Milan stanno procedendo con un mercato importante”. 

Voi avete acquistato poco. 
“Quello che ci serviva. Siamo forti”. 

Ma Jorginho ha sogni? 
“Io voglio vincere, come tutti i miei compagni. Penso che lo meritiamo per il modo in cui interpretiamo il calcio e credo sia un riconoscimento che sta conquistando la città e la società. Stavolta mi sembra di avvertire sensazioni assai gradevoli, quasi fosse la situazione perfetta”. 

Cos’avete di più o di diverso dagli altri?
“La mentalità di Sarri, che ci ha cambiato completamente e ci ha migliorato. Ma va detto anche che la forza del gruppo è notevole: questo Napoli è pieno di talento ed ha anche tanta fame”.

 

FOTO ViViCentro – Ad Alba decollano le Frecce

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FOTO ViViCentro – Ad Alba decollano le Frecce

Sul litorale abruzzese, ad Alba Adriatica, le frecce tricolore hanno dato vita ad uno spettacolo mozzafiato. Tutti i turisti presenti nella zona sono rimasti per più di mezz’ora con il naso all’insù ammirando la Pattuglia Acrobatica Nazionale che colorava il cielo di Rosso Bianco e Verde.

a cura di Christian Mastalli

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L’Angolo di Samuelmania – Con il Bournemouth, Sarri sceglie il suo Napoli per la Champions

L’Angolo di Samuelmania – Con il Bournemouth, Sarri sceglie il suo Napoli per la Champions

Altra amichevole per il Napoli, questa volta contro il Bournemouth in Inghilterra. Il Napoli sembra partire con la formazione base che affronterà il Nizza ai preliminari di Champions League. Le scelte di Sarri, almeno, fanno intendere questo. Primo tempo di marca azzurra con svariate occasioni da goal, spesso non concretizzate, ma grazie ad un tiro di Insigne, sporcato da Mertens, il risultato si sblocca. Nel secondo tempo, la squadra di casa pareggia i conti e poi addirittura si porta in vantaggio, ma con un fallo su Zielinski non sanzionato dall’arbitro. Il Napoli insiste, non molla e trova il pareggio grazie ad un goal di Zielinski. Ultimo test stagionale, giovedì contro l’Espanyol, poi c’è il Nizza per il rpeliminare di Champions e lì si farà sul serio.

a cura di Samuele Esposito

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Codice delle Ong, Mattarella blinda Minniti

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Nuovo scontro nel governo sull’immigrazione: Minniti non si presenta al Consiglio dei ministri saltando così il chiarimento con Delrio e facendo trapelare voci di dimissioni. A soccorrere il titolare degli Interni è il presidente della Repubblica Mattarella che esprime “grande apprezzamento” per il suo lavoro.

Codice delle Ong, Minniti minaccia le dimissioni. Scudo del Colle per salvare il governo

Il titolare del Viminale diserta il Cdm: «Le regole stabilite devono essere rispettate». Critica l’area cattolica del Pd. Cresce la tensione nell’esecutivo. Renzi per la linea dura

ROMA – Lo scontro nel governo sull’immigrazione deflagra nel pomeriggio di ieri, quando il titolare dell’Interno Marco Minniti non si presenta a Palazzo Chigi per la riunione del Consiglio dei ministri.

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Salta dunque il chiarimento con il collega dei Trasporti Graziano Delrio, fortemente voluto dal premier Gentiloni. Per tutto il pomeriggio si rincorrono voci di dimissioni di Minniti, che non accetta deroghe al codice di condotta per le Ong emanato dal Viminale: chi non ha firmato non dovrebbe accedere ai porti italiani con le navi cariche di migranti. Ma i porti e la Guardia costiera li gestisce Delrio, convinto che, in ogni caso, non si possa negare l’attracco. Il 5 agosto due unità della Guardia costiera avevano prelevato in mare dalla nave Prudence di Medici senza frontiere (che non ha firmato il codice) 127 migranti, poi sbarcati a Lampedusa. Un episodio che ha acceso lo scontro. «Le regole stabilite non valgono se poi chi ha la responsabilità in mare non le fa rispettare», spiegano dagli Interni. Delrio non è il solo ad esprimere dubbi, anche pubblicamente, sulla linea dura voluta da Minniti. Nell’ala cattolica del governo e del Pd da giorni covano malumori.

Per questo il ministro dell’Interno non va a Palazzo Chigi e parte una lunga opera di mediazione per convincerlo a restare al suo posto. Nel pomeriggio il Quirinale fa trapelare «grande apprezzamento» per il lavoro di Minniti. Dal Colle si sottolinea il valore del codice di condotta per le Ong, condiviso con «larga convergenza parlamentare». Parole di sostegno assai inusuali, soprattutto per un presidente della Repubblica che non vuole entrare nella dinamica politica e parlamentare. Ma il messaggio di Minniti alle più alte cariche dello Stato è netto: senza un sostegno esplicito le dimissioni sono inevitabili. «Non si può vacillare proprio adesso che gli sbarchi iniziano a calare». Mattarella e Gentiloni si sentono e concordano la linea. Poco più tardi è il premier a schierarsi a difesa del ministro. Fonti di Palazzo Chigi ricordano come «i risultati sul fronte del contrasto del traffico di essere umani dalla Libia e del fenomeno migratorio cominciano ad arrivare». Questo grazie all’azione «di tutto il governo, in particolare del Viminale, ma anche delle strutture che stanno dando attuazione al codice per le Ong».

In tarda serata la fase più acuta della crisi sembra rientrata, ma i focolai non sono spenti. Sull’uso dei porti per le Ong “ribelli” ancora non c’è accordo tra Minniti e Delrio, e anche nel Pd serpeggiano dubbi sulla linea dura (compresa Maria Elena Boschi, mentre Renzi è sulla linea più decisa). Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ospite di In Onda, difende le Ong: «Far passare il messaggio che sono quasi una promanazione degli scafisti è un errore. E non possiamo chiedere loro di essere il braccio operativo del governo. Ma si devono rendere conto che l’Italia sta facendo uno sforzo. Bisogna arrivare a un punto di intesa». Orlando definisce «giuste» le scelte del governo. «Ma non siamo davanti a un’invasione o un’emergenza».

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lastampa/Codice delle Ong, Minniti minaccia le dimissioni. Scudo del Colle per salvare il governo ANDREA CARUGATI

Vigili Piromani (Lo Piano Saint Red)

Efesto nella mitologia greca  era la divinita’ del fuoco terrestre, figlio di Zeus ed Era

I 15 volontari dei vigili del fuoco arrestati oggi a Santa Croce Camerina (RG), non hanno discendenza divina, hanno dimostrato di essere figli di un Dio minore. 

L’Italia in questi mesi estivi e’ stata devastata da migliaia di incendi, molti dei quali dolosi da Nord a Sud, con tanta rabbia abbiamo assistito alle crude immagini mandate dalle televisioni di Stato e da molte emittenti private che filmavano i momenti di disperazione delle persone che perdevano la casa, il bestiame i loro raccolti; in pochi minuti per tantissima gente sono andati in fumo i sacrifici di una vita.
 
Tornando al discorso dei vigili del fuoco piromani, loro pensavano di aver trovato la maniera giusta per fare soldi con pochi sacrifici, bastava una telefonata fasulla, perche’ corressero a spegnere gli incendi che loro stessi avevano appiccato.
 
La paghetta giornaliera era di 10 euro l’ora: potevano bastare a soddisfare tutti i loro capricci, solo che con la  loro azione quanto mai delittuosa avrebbero potuto mettere a rischio delle vite umane.
 
In compenso sono riusciti a deturpare un ambiente meraviglioso, tutti conoscono le bellezze delle campagne del ragusano, il loro capo ha ottenuto come premio di “produzione” i domiciliari, tutti gli altri sono stati rimandati a casa in attesa di giudizio.
L’accusa contestata dalla polizia di Ragusa e’ di truffa, in seguito potrebbero essere accusati di disastro ambientale.
Scendiamo negli inferi :
I componenti del turno “D” agivano mettendo in pratica tre modalità: la 1a era quella di simulare degli interventi mediante segnalazioni inesistenti alla centrale operativa del 115. La 2a era quella di chiedere aiuto a parenti ed amici, ottenendo così segnalazioni da parte loro del tutto inesistenti, così da percepire le indennità previste per gli interventi. La 3a e più grave tipologia di truffa ai danni dello Stato era quella di appiccare incendi a cassonetti e terreni.
Dalle indagini della squadra mobile di Ragusa è emerso che il capo del gruppo durante il turno come volontario si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l’autobotte a spegnere le fiamme e percepire così le indennità.

Quasi tutti i 15 volontari hanno ammesso le proprie responsabilità durante gli interrogatori, delineando un quadro ancora più chiaro.

La Procura aveva chiesto provvedimenti cautelari, ma il Gip ha ritenuto che fosse passato troppo tempo (2013-2015) dai fatti contestati.
Solo il capo gruppo è stato sottoposto agli arresti domiciliari perché “ha continuato a reiterare il reato”. Addirittura, sostiene la polizia, in una occasione ha asserito di voler fare scoppiare una bomba… pur di prendere le indennità spettanti.
Nella mitologia greca non esisteva la figura del bombarolo, mentre in quella terrestre questo “figuro” e’ purtroppo reale e molto pericoloso.

Famiglie Politiche D’Ultima Generazione (Lo Piano Saint Red)

Come in natura, le famiglie rappresentano le classi piu’ numerose, quelle Politiche D’ultima Generazione non fanno eccezione, si possono suddividere per ordine, tipo, genere, classe, specie e varieta’.

Queste ultime, rappresentano un insieme di individui che hanno caratteristiche poco simili e non sono accomunati da nessun grado di analogia, conformita’, somiglianza o affinita’.
Purtroppo le varieta’ in questo periodo della nostra vita politica, sembrano andare di moda, piu’ sono frammentate e aborigene, tanto’ piu’ anelano ad  assumere le caratteristiche di una vera e propria famiglia politica allargata.
Rappresentano l’insieme di piccoli, medi e grandi partiti in cerca di una nuova identita’, hanno bisogno di nuove “fusioni”, di nuove colate, l’importante e’ presentarsi alle elezioni con un nuovo look, con l’abitino della festa, profumati, aromatici, olezzanti, ben ossigenati e con le scarpe nuove della Domenica.
In questi giorni stiamo assistendo ad una vera e propria escalation di famiglie politiche in via di continua “dilatazione”, ogni alleanza e’ buona per raccogliere voti. Se prima ci si e’ sputtanati alla grande, oggi ci si bacia, ci si coccola, si scambiano nuovi cadeau in vista delle prossime elezioni politiche.
Si e’ perso ogni pudore, le facce sono sempre rosse ma non di vergogna, gli appartenenti alla famiglia dei Politicensi, non stanno tenendo in seria considerazione che una buona parte degli Italiani sono ormai lontani dai loro programmi, che gia’ da un pezzo hanno distaccato la loro placenta, possono sopravvivere senza il cordone ombelicale che li teneva uniti ai loro corpi politici.
Morale :
In natura nulla si crea, tutto si trasforma, solo in politica…. tutto si distrugge.

La follia dei pompieri piromani: due morti a Roma, altro morto nel Napoletano

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Gli incendi non si placano e fanno vittime. Madre e figlia sono state trovate nella casa bruciata vicino a Roma, un altro morto nel Napoletano. A Ragusa invece una persona è stata arrestata e 14 sono state indagate perché appiccavano fuochi per poter intervenire.

Incendi, due morti a Tivoli. Pompieri piromani in Sicilia

Madre e figlia trovate nella casa bruciata. Altra vittima nel Napoletano. A Ragusa un arresto e 14 indagati: appiccavano fuochi per poter intervenire

ROMA – Un’altra girnata di roghi, accompagnata da morti e arresti. Un bilancio pesantissimo: 3 persone morte, due a Tivoli, nella periferia di Roma, e uno nel Napoletano. L’attenzione è rivolta però soprattutto alla Sicilia, dove nel Ragusano un’intera squadra di 15 pompieri ausiliari è indagata per truffa aggravata, e addirittura il capo del gruppo è stato arrestato e posto ai domiciliari. Secondo l’accusa i vigili del fuoco avrebbero appiccato i roghi e simulato richieste di soccorso al 115 per guadagnare ingiuste somme di denaro dallo Stato: 10 euro circa per ogni ora in caso di emergenze.

Due donne morte in un incendio Tivoli

Non sono riuscite a fuggire, e bisogna chiarire perché, le due donne morte per asfissia nel rogo di Tivoli. Sono madre e figlia: Ines Scrocca di 92 anni e Rosanna Schianchi di 68 anni. Intossicato dal fumo e gravemente ustionato, ma vivo, il marito della figlia: Aldo Conti, 75 anni. Le donne si trovavano al piano superiore, avrebbero tentato la fuga ma non hanno fatto in tempo; saranno le indagini degli uomini della polizia di Stato a fare luce sull’accaduto. Per vincere l’incendio, oltre ai vigili del fuoco sono stati utilizzati anche 4 elicotteri della Protezione Civile. Il rogo ha lambito le villette limitrofe, che sono state subito evacuate. Il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, ha affermato ai giornalisti: «Sono affranto per i due decessi, posso solo esprimere un vero e sincero cordoglio. Dieci giorni fa gli incendi sembravano diminuiti, ma purtroppo non era così».

La vittima nel Napoletano è un uomo di 84 anni rimasto ustionato due giorni fa in un podere nei pressi di Acerra e spirato ieri in una clinica.

Nella Penisola, altri incendi hanno interessato aree vicine a Roma, con decine di roghi divampati lungo la via Pontina, Trigoria, Valle dell’Aniene, e Guidonia. Un incendio è scoppiato anche nella Capitale, nel quartiere Africano. Prosegue anche l’emergenza in Sicilia, dove ieri sono stati «censiti» ben 39 roghi: le zone più colpite nel Palermitano, quelle al confine tra Enna e Caltanissetta e nel Messinese.

Un incendio anche a Vicchio nel Mugello, in provincia di Firenze, dove la Protezione Civile ha dovuto evacuare un gruppo di 17 turisti di nazionalità belga, e un altro in provincia di Padova. Un incendio di vaste proporzioni ha interessato una parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e un altro ancora è scoppiato nei boschi di Panicale, sul Monte Magno, in provincia di Lucca, domato grazie anche all’ausilio di un elicottero della Regione Toscana.

vivicentro.it/cronaca
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lastampa/Incendi, due morti a Tivoli. Pompieri piromani in Sicilia EDOARDO IZZO

Sky – Lista Champions, quattro gli esclusi: out anche Pavoletti e Tonelli

Appuntamento per il preliminare di Champions League alle porte contro il Nizza e lista azzurra pronta e consegnata all’UEFA. Maurizio Sarri ha scelto i suoi 23 uomini per la sfida che attenderà il Napoli contro la squadra di Favre. Riflettori puntati sulle tante esclusioni eccellenti: nell’elenco, destinato ad essere reso noto a breve dalla società azzurra, non figurano infatti Duvan Zapata, Ivan Strinic, Leonardo Pavoletti e Lorenzo Tonelli. Con i soli Lorenzo Insigne e Luigi Sepe provenienti dal settore giovanile. Per un Napoli sempre più pronto, dopo aver affrontato l’amichevole contro l’Espanyol, alla prima, importante tappa stagionale, con l’arrivo del Nizza al San Paolo il 16 agosto per una sfida dal forte sapore d’Europa. Lo riporta Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky ed esperto di calciomercato, sul proprio sito ufficiale.

Ex Juve Stabia, Jidayi lascia l’Avellino. Questa la sua nuova squadra

William Jidayi pronto a trasferirsi alla Pro Vercelli

È ormai terminata l’esperienza all’Avellino di William Jidayi. L’ex Capitano della Juve Stabia è in procinto di trasferirsi alla Pro Vercelli, squadra per cui ha sostenuto oggi le visite mediche a seguito del raggiungimento dell’accordo, come confermato da Gianlucadimarzio.com

Per Jidayi si chiude l’avventura in Irpinia dopo due stagioni condite da 64 presenze e 2 gol.

Con la maglia della Juve Stabia, invece, per Jidayi 64 presenze e 4 reti.

Foto: Corrieredellosport.it

UFFICIALE – Juve Stabia, tesserato Omar Gaye

Vi avevamo antcipato nei giorni scorsi di come il giovane terzino Omar Gaye fosse ormai in procinto di diventare un calciatore della Juve Stabia (CLICCA QUI). E’ arrivata oggi l’ufficialità dell’operazione di mercato.

Questo il comunicato della Juve Stabia:

S.S.Juve Stabia rende noto di aver raggiunto l’accordo per l’acquisizione del diritto a ricevere le prestazioni sportive del difensore sinistro Omar Gaye, classe 1998.

Il giovane difensore, nativo del Gambia, dopo l’esperienza con l’Associazione dilettantistica Afro Napoli United e la partecipazione alla preparazione estiva con le vespe nel ritiro di Fiuggi, entra dunque a far parte della famiglia Juve Stabia

S.S.Juve Stabia

Foto: Instagram Francesco Montervino

Rai – Impossibile arrivare a Chiesa in questa stagione, il Napoli ha sondato anche Verdi: i dettagli

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Ciro Venerato, esperto mercato della Rai. Ecco quanto evidenziato:

“Federico Chiesa? Di sicuro non arriverà in questa stagione. Lo stesso discorso vale per Simone Verdi del Bologna. Il Napoli ha parlato con l’entourage del calciatore per capire quali fossero i margini di trattativa. La società emiliana ha fatto sapere che non cederà l’esterno per meno di 30 milioni.
Centrocampo? Il Napoli avrebbe bisogno di un centrocampista di grande fisicità che possa dare una mano alla difesa nei momenti difficoltà. Jorginho e Diawara non hanno le caratteristiche per farlo ma non arriverà nessun rinforzo in quella zona del campo. Si parla solo di un portiere e di un esterno offensivo”.

Promozione-Procida: ingaggiato il centrocampista Ciro Saurino

Altro rinforzo per il Procida Calcio, che è lieto di annunciare l’arrivo dell’esperto centrocampista classe 1984, Ciro Saurino.
Lo scorso anno in Eccellenza con il Real Forio (fino al mese di Dicembre) per poi passare con la Nuova Ischia nel campionato di Promozione.
Saurino è un centrocampista centrale che fa della corsa, la resistenza e la qualità le sue armi migliori, il tutto conditi da tanta esperienza in queste categorie ed anche in categorie superiori (per lui anche presenze in serie D).
Molto abile anche negli inserimenti (con e senza palla), è un centrocampista che ha nel suo bottino anche tanti gol ed è pronto dunque, oltre a lottare e correre in mezzo al campo, anche a fare esultare i tifosi biancorossi.
Qualità ed esperienza dunque agli ordini di Mister Iovine e Mister Lubrano. Ciro Saurino, insieme ai vari Micallo, i fratelli Costagliola, ecc. costituiranno l’ossatura matura del Procida Calcio e potranno, oltre dare il loro contributo in campo, fungere da vere e proprie “linee guida” per far crescere al meglio i nostri giovani.
Un altro colpo ben studiato e mirato messo a segno dalla dirigenza biancorossa, che non lascia mai nulla al caso e che si aggiudica forse uno dei migliori giocatori del nostro panorama isolano.
E allora benvenuto nella nostra famiglia biancorossa Ciro!