Stasera alle 18.30, all’apertura del Festival della Peste! 2019, per la proiezione in anteprima di #VoltoManifesto, il nuovo video dell’attivista Lorella Zanardo con Cesare Cantù in collaborazione con il Lazzaretto.
#voltomanifesto : al via la campagna sul volto nell’era digitale
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uesta sera parte il Festival della Peste 2019, e ad inaugurarlo il nuovo video realizzato da Lorella Zanardo con Cesare Cantù in collaborazione con il Lazzaretto per la campagna #voltomanifesto. Lorella Zanardo è attivista per i diritti umani e la giustizia sociale, fa parte dell’Advisory Board di WIN (organizzazione internazionale di donne professioniste con sede ad Oslo), è coautrice del documentario “Il Corpo delle Donne” e dell’omonimo libro, che hanno dato vita a un’importante riflessione sociale sui temi della rappresentazione della donna nei media; presiede l’Associazione “Nuovi Occhi per i Media”, percorso di educazione all’immagine e ai media frequentato da migliaia di studenti delle scuole medie superiori.
Con questo nuovo progetto mette sotto i riflettori il Volto umano e il cambiamento di percezione che ne si ha a causa del forte impatto che hanno su di noi le immagini pubblicate nel mondo digitale. Sono tempi difficili per gli adolescenti e anche per gli adulti affetti dalla sindrome di Peter Pan. Per chiunque viva in contrasto con sé stesso, la percezione che ha di sé e del proprio corpo, essere soggiogati dalla vita virtuale certo non aiuta. I social network ci invitano e ci inducono a mostrarci : i nostri volti, i nostri corpi, pubblicati sul web alla vista di tutti. Ed ecco che inevitabilmente ne deriva il confronto, con le immagini degli altri, e l’idea di noi stessi che abbiamo nella nostra immaginazione.
Da grandi ci si rivolge agli adolescenti con toni invidiosi rispetto alla bella età di cui godono, dimenticando invece che l’adolescenza è l’età della guerra con sé stessi, con chi ci si trova ad essere nel presente e chi si vorrebbe diventare in futuro. Certamente rientra ANCHE la questione del Corpo, del Volto: negli anni dell’adolescenza, del cambiamento, il corpo di ogni ragazzo e ogni ragazza segue per ciascuno I PROPRI TEMPI di crescita e sviluppo. Questa è una cruda realtà da accettare, soprattutto per chi vive in contesti dove il confronto a livello fisico avviene quotidianamente: vale per maschi e femmine. Come ha ampliamente dimostrato Lorella Zanardo nel suo precedente progetto “Il Corpo delle Donne”, le ragazze sono le principali vittime di queste pressioni sociali, e con questo il mercato della moda e del make up vanno a nozze! Si desidera essere uniche, incomparabili, eppure si è pressate dall’acquistare i capi di stagione definiti alla moda e i prodotti make up che ci rendono la pelle perfetta come quella di un bambino (senza segni) sebbene poi si voglia apparire sexy, affascinanti e carismatiche. Passeggiando per strada, ci si ritrova ad essere vestite alla moda ma tutte uguali e truccate allo stesso modo, senza considerare invece a come esaltare e vestire il proprio corpo e curare la nostra immagine in modo da mostrare il nostro volto.
Possibile che ci sia tanta voglia di affermarsi, ma allo stesso tempo non lo si riesca a fare perchè in fondo non si è tanto sicuri di chi si è? Nell’età dell’adolescenza è “normale”, tuttavia vivendo al giorno d’oggi esiste il problema dei “filtri” tanto famosi come app su smartphone, che non sempre si è capaci di usare. Questo purtroppo vale anche per gli adulti. La riflessione che propone quindi il progetto #voltomanifesto è importante: interrogarsi sul proprio valore, sul proprio volto e la storia che racconta. Se le rughe o le cicatrici vengono demonizzate, vuol dire non saper guardare e riconoscere la propria unicità e l’unicità dell’altro: quei “segni”, sono il racconto della vita della persona, delle tante lacrime che ha versato o dei tanti sorrisi veri o accennati (spesso anche forzati per nascondere grandi sofferenze), sono il tratto distintivo della nostra umanità, sono ciò che permettono alle nostre espressioni di rivelare il nostro personale carisma, la nostra personalità: vergognarcene sarebbe proprio un peccato mortale.
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