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Processo a Boschi: vendette dirette e trasversali

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Sugli istituti di credito Giuseppe Vegas chiama in causa Maria Elena Boschi: «Venne da me e mi parlò di Etruria», ha detto il presidente uscente della Consob in Commissione Banche. La replica del sottosegretario arriva in una “corrida” televisiva: «Nessuna pressione da parte mia. Basta, non ho commesso reati. Non mi dimetto».
Nel suo editoriale Marcello Sorgi si pone una domanda: «Se la Boschi, che dopo Renzi era la personalità più forte del governo, tale da essere considerata una sorta di vicepresidente del Consiglio, avesse veramente adoperato il suo potere per imprimere una conclusione diversa al groviglio di Banca Etruria, come mai non sarebbe riuscita a ottenere alcun risultato?».

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Boschi, la vendetta di Vegas

Il presidente della Consob, Vegas: incontrai la ministra (ndr. Boschi), era preoccupata per Banca Etruria. Gentiloni la difende: ha chiarito. Ma il Pd teme nuovi attacchi nell’audizione di Visco

ROMA «Ho avuto modo di parlare della questione (di Banca Etruria, ndr.) con l’allora ministro Boschi». Sono le 14 quando le parole di Giuseppe Vegas, nel suo ultimo giorno da presidente di Consob, sollevano un nuovo caso politico. Rispondendo alle domande della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario Vegas aggiunge che Maria Elena Boschi espresse «un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro».

E in effetti sì, proprio il ricco settore orafo aretino era tra le fazioni contrarie alla fusione con Vicenza, timorosi di perdere«centralità» rispetto all’altro grande distretto orafo italiano, Vicenza. Ma tutto questo passa in secondo piano e da quel momento è il caso Boschi a monopolizzare l’attenzione dei commissari. Ogni altra questione – comprese le molte ombre sul ruolo della Consob nelle varie crisi bancarie – passano in secondo piano.

L’incontro in questione avvenne a Milano nell’aprile del 2014, quando Etruria era alla ricerca di un partner e Vicenza sembrava essere l’unica banca seriamente intenzionata a prendersi l’istituto aretino. Vegas e Boschi, spiega l’ormai ex presidente della Commissione di vigilanza sui mercati finanziari si videro in quella occasione al ristorante. Poi i due s’incontrarono almeno altre due volte: una volta poco tempo dopo al ministero, poi ancora una volta a cena a casa di Vegas «ma c’erano anche altre persone», puntualizza. Ma da quel primo accenno, evidentemente vivido nella memoria di Vegas, le sue parole diventano più fumose, i «non ricordo» si mischiano a ricostruzioni sommarie di date, fatti e circostanze.

Al punto che al termine dell’audizione i commissari Dem sospettano una sorta di agguato, una combine con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco – che sarà sentito la prossima settimana -. La riprova di questo sospetto è una domanda di Mauro Del Barba (Pd) che chiede a Vegas se abbia incontrato Visco nei giorni scorsi. Sì, risponde Vegas, ma quando deve spiegare di cosa abbiano parlato è un nuovo «non ricordo».

In uno di questi incontri – ma Vegas non ha specificato quale – la Boschi avrebbe annunciato che il padre sarebbe diventato il vicepresidente della banca. Certo, dice Vegas, «non credo che sia stato il ministro Boschi a mandare per strada 130 mila risparmiatori». Ma dalle opposizioni sono già partite le richieste di dimissioni per l’attuale sottosegretario del governo Gentiloni.

«Nessun favoritismo, nessuna corsia preferenziale», dice subito la Boschi replicando alle accuse di aver mentito quando intervenne in aula nella dibattito per la mozione di sfiducia sul caso Etruria, il 18 dicembre del 2015. La replica più velenosa è quella che stessa Boschi dice davanti alle telecamere di Otto e mezzo: «Si, ho incontrato Vegas, ci sono stati più incontri e il 29 maggio 2014, in una di quelle occasioni, Vegas mi chiese in modo inusuale di incontrarci a casa sua alle 8 di mattina, e io risposi che ci dovevamo vedere al ministero o in Consob, non a casa sua».

La data di questo incontro è importante. Il giorno prima, 28 maggio, era arrivata ad Arezzo l’offerta della Popolare di Vicenza. Mentre qualche giorno dopo – il 3 giugno, risulta dai verbali di Banca Etruria -, i vertici dell’istituto incontrarono a loro volta Vegas in Consob.

«Sono sconvolto dal fatto che questo tema sia diventato un’arma di distrazione di massa», ha detto in serata Matteo Renzi. «I controlli, anche Banca Etruria, non hanno funzionato. E parlo di Bankitalia e Consob». «Quello che dico è che anche in Banca Etruria, come tutte le banche, chi ha sbagliato paghi».

Secondo Renzi, «Non c’è alcun problema che il ministro dei Rapporti con il Parlamento incontri il capo di Consob», ha detto ancora Renzi a Piazza Pulita, aggiungendo di pensare che a suo avviso «non ci furono pressioni».

A sostegno della Boschi è arrivato anche Palazzo Chigi. «Maria Elena ha chiarito», avrebbe detto il premier Paolo Gentiloni parlando con i suoi collaboratori della vicenda. Ma il Pd ora teme nuovi attacchi alla Boschi nella prossima audizione del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.

vivicentro.it/politica
vivicentro/Processo a Boschi: vendette dirette e trasversali
lastampa/Boschi, la vendetta di Vegas GIANLUCA PAOLUCCI

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