La svolta della Merkel: no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra

Per cercare di restare Cancelliera Angela Merkel sposa la linea dura. All’indomani dell’annuncio della candidatura...

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Per cercare di restare Cancelliera Angela Merkel sposa la linea dura. All’indomani dell’annuncio della candidatura per il quarto mandato, Alessandro Alviani è in grado di anticipare il documento che il partito della Cdu approverà al congresso. I contenuti denotano una svolta sul tema dell’immigrazione: no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra.

Merkel sposa la linea dura per restare Cancelliera

Nel documento che la Cdu approverà al congresso di Essen il no al multiculturalismo ed espulsioni per chi non si integra

BERLINO – Riportare in Nordafrica i profughi salvati nel Mediterraneo piuttosto che condurli in Italia, vietare il velo integrale e difendere la «Leitkultur» (la cultura guida tedesca) come elemento «unificante» della società. Sono alcune delle richieste contenute in una mozione approvata ieri dai vertici della Cdu che racchiude i principi cardine su cui i cristiano-democratici costruiranno la campagna elettorale per assicurare un quarto mandato ad Angela Merkel nel 2017. Il documento di 21 pagine, visionato da «La Stampa», sarà discusso al congresso del 6 e 7 dicembre a Essen.

La Cdu annuncia di volersi opporre alle tendenze populiste: «Il populismo, l’isolamento dall’esterno, il protezionismo e la spaccatura della società non rappresentano una risposta ai problemi impellenti del presente e del futuro, finora non hanno funzionato mai e da nessuna parte». Emblematico il fatto che dal testo finale sia scomparso il riferimento all’obiettivo di riconquistare i voti dei «perdenti della modernizzazione», una formula che bollava in modo troppo negativo gli elettori passati alla AfD. Ora si parla solo di «riconquistare la fiducia perduta».

Dal documento emerge però in modo evidente anche il tentativo del partito di Merkel di ricucire lo strappo coi cugini bavaresi della Csu, rafforzando il proprio profilo conservatore. «Vogliamo impedire l’immigrazione per vie traverse che passa per l’abuso del diritto d’asilo», i richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta «devono essere riportati nei loro Paesi di origine o transito», si legge. «Il nostro obiettivo è combattere con successo l’immigrazione illegale dai Paesi africani, che spesso non è dovuta a persecuzioni o guerre civili, ma a necessità economiche e sociali, e impedire dunque che decine di migliaia di persone continuino a mettere a rischio la loro vita. A tal scopo vogliamo stringere con gli Stati africani accordi sul modello di quello Ue-Turchia» e creare «possibilità di raccolta» dei profughi «sul posto». Ciò «può significare anche riportare indietro sulle coste africane le persone che vengono salvate dalle imbarcazioni dei trafficanti» e occuparsi di loro lì.

I cristiano-democratici vorrebbero realizzare anche «zone di transito» alle frontiere nelle quali esaminare le richieste d’asilo ed elencano la chiusura della rotta balcanica – criticata a lungo da Merkel – tra le iniziative che hanno avuto «successo» per ridurre l’immigrazione illegale. Gli eventi del 2015, quando quasi un milione di rifugiati entrarono in Germania, «non dovranno ripetersi» – una concessione alla Csu.

Chi si rifiuta di integrarsi «deve fare i conti con sanzioni che vanno fino a tagli alle prestazioni sociali e all’espulsione». La Cdu si oppone poi al velo integrale e vuole sfruttare tutte le possibilità legali per vietarlo. Il partito si schiera contro «l’abuso dell’Islam per l’odio, la violenza, il terrorismo e l’oppressione», vorrebbe arrivare a chiudere le moschee in cui si predica la violenza ed espellere i «predicatori d’odio». Gli imam, che oggi arrivano spesso dalla Turchia, «dovrebbero essere formati in Germania».

Chiesti anche più poteri per la polizia, più videosorveglianza e pene più alte per i furti negli appartamenti. Nella prossima legislatura la Cdu non intende contrarre nuovi debiti, né aumentare la pressione fiscale e vorrebbe sfruttare i margini disponibili per un terzo per investimenti infrastrutturali, per un terzo per sgravi fiscali (specie a favore delle famiglie e delle persone con redditi medio-bassi) e per un terzo per aumentare le spese di Esteri e Difesa e ridurre il debito.

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