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Su FB, una pagina pro M5S, raggiunge milioni di utenti con un’oscura disinformazione

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L’informatico Stroppa, autore del report citato dal “New York Times”, nell’intervista a La Stampa racconta: «Il network pro M5S su Facebook raggiunge milioni di utenti con un’oscura disinformazione».

Stroppa: il network pro M5S su Facebook raggiunge milioni con un’oscura disinformazione

«Contro di me fango e diffamazione, ero preparato»

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ndrea Stroppa è il brilllante informatico che ha fatto il report svelato dal New York Times, sui siti tra mondo grillino e leghista con lo stesso codice per incassare pubblicità. La sua società è stata consulente, tra gli altri, anche di Renzi. Ragion per cui ieri è stato attaccato in vari luoghi e modi da molti antirenziani. Stroppa – che è molto giovane – ancora pensa che serva a qualcosa rispondere civilmente, per questo ha scritto una lettera aperta al direttore del Fatto Travaglio: «Non ho mai attaccato i siti di polizia, carabinieri, governo, Viminale e il blog di Grillo come scrive il direttore del Fatto. E nemmeno il sito di D’Alema come hanno scritto altri. Sono andato di fronte al tribunale a rispondere alla legge italiana, per altri fatti. E questo come può intuire si chiama diffamazione».

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In Italia una reazione del genere arriva pavloviana, quando tocchi il nervo della black propaganda pro M5S. E Stroppa l’ha toccato. «Ci ero preparato. Sono una persona libera, lavoro all’estero, non mi spaventano». Nella lettera scrive anche: «Non cerco dal Fatto né dagli esperti che consultate per attaccarmi i vostri applausi, agli “esperti” che continuano da mesi ad insultarmi dico solo: se siete più bravi sono contento per voi». E ancora: «Vengo definito parte dei “Carrai boys”, “pupillo di Carrai”, e lo comprendo. Quando non si è liberi, si cerca di mettere le catene anche agli altri. Ma, mi dispiace per lei, per Carrai e per tutti quelli che vengono citati. Io non appartengo a nessuno, appartengo a me stesso».

Come ha scoperto questi incroci Lega-mondo M5S?

«Visto che i domini sono registrati in modo anonimo l’unico dato di collegamenti sono stati i codici analytics e Adsense».

Quante persone raggiungono queste pagine?

«Se ci fermiamo a queste due video5stelle e info5stelle parliamo di oltre centomila like. Difficile stimare quanto sia grande in realtà il network: loro producono contenuti e li diffondono, ma i contenuti di propaganda disinformation e misinformation possono essere rilanciati anche da network non direttamente collegati ma soltanto affini, in termini di qualche milione di persone».

I collegamenti principali quali sono?

«I collegamenti emersi sono nella sfera M5S e Lega Nord».

Anche su twitter sta accadendo qualcosa che sta notando? Esiste qualche traccia di operations?

«Sì, anche su Twitter c’è molto da fare e molto da capire e analizzare, ma il grosso si muove su Facebook. Decine di milioni di italiani sono iscritti e sono attivi. Voteranno tra qualche mese e si informano sempre più attraverso i social. In Italia la situazione è seria, io ho solo lanciato un campanello d’allarme per i media, istituzioni e politica».

Come risponde a chi la critica perché è stato consulente di Renzi? Crowdstrike, che ha fatto per prima l’attribuzione ai russi del Gru degli hackeraggi delle mail di John Podesta, era consulente dei democratici. Poi decine di altre società di analisi indipendenti li hanno seguiti, da Trendmicro in giù.

«Alcuni giornalisti invece di preoccuparsi se sono o meno consulente o amico di Renzi dovrebbero riflettere su quello che è emerso. La cosa più triste è che nemmeno due mesi fa, grazie a un report da me pubblicato, sono stati individuati in Europa alcuni membri di Islamic State. Non troll, ma potenziali terroristi. Alcuni giornalisti invece di chiedermi di quel lavoro mi hanno chiesto se ancora sento Carrai. Dal 2013 pubblico ricerche e lavoro soprattutto all’estero, il mondo è molto più grande del chiacchiericcio di alcuni».

Uno dei problemi è che Usa e Uk sono pieni di società di analisi terze dei dati, l’Italia neanche ha capito di cosa parliamo. Chi la attacca parla senza capire, o fa finta di non capire?

«Non lo so. Io ho scelto per questo di andarmene soprattutto all’estero».

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