Pochi e incerti i fondi per il diritto allo studio mentre i giovani chiedono un investimento sul futuro (mp3)

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Pochi e incerti i fondi per il diritto allo studio, per la messa in sicurezza di edifici scolastici e nessun passo in avanti significativo sull’ alternanza scuola lavoro.

I giovani chiedono un investimento sul futuro a partire da un cambiamento concreto della scuola, ma qual è lo stato attuale delle nostre scuole?

Il rapporto sulla sicurezza di cittadinanzattiva ci restituisce un quadro sconfortante: 50 crolli solo nell’ultimo anno, e 206 negli ultimi 5, che significa un crollo di quattro giorni di scuola, 3 scuole su 4 senza agibilità, solo una su 20 in grado di resistere ad un terremoto e, se pure viene dichiarato da enti locali di istituzioni nazionali che l’edilizia scolastica sia una priorità, e seppure siano cresciuti gli investimenti per la manutenzione da parte di comuni e province, le lungaggini burocratiche, la lentezza della ricostruzione e i fondi insufficienti, non permettono quel passo decisivo e necessario.

Resta un grande divario tra le regioni e continua a mancare una mappatura aggiornata che permetterebbe, più di ogni altro aspetto, di poter individuare gli edifici sui quali intervenire prioritariamente.

Un edificio scolastico, al contrario, avrebbe un grande potenziale come presidio per le comunità contro la dispersione scolastica, come luogo di apertura diurna e spazio da vivere per tanti soggetti, come un centro civico per i cittadini e per la comunità.

Ne abbiamo parlato con Adriana Bizzarri responsabile del settore per cittadinanza attiva:

Il nostro patrimonio molto ricco perché è fatto di 42.000 edifici pubblici e di 12.000 privati. Questo vuol dire che la scuola è presente ovunque e però, siccome la data di nascita della gran parte di questi edifici, quasi la metà è molto vetusta è chiaro che non avendo investito per troppi anni nei manutenzione ordinaria né tantomeno in quella straordinaria, o molto poco nella costruzione di nuovi edifici, è chiaro che ora ci troviamo in una situazione ancora di grave emergenza che è iniziata nel 2014 ma, non avendolo fatto per i 15 anni precedenti, è chiaro che ora i nodi vengono al pettine.

I problemi principali sono di manutenzione, l’altro grave problema riguarda la sismicità.

Come dicevo, per noi la scuola, essendo così importante, così centrale, andrebbe ancora di più sviluppata quindi anche di puntare molto sulle aree più periferiche e degradate del paese.

Anche qui incentivando alla creazione di mense, di palestre, di biblioteche, di laboratori. Questo per noi è fondamentale. Gli studenti devono essere coinvolti di più insieme ai docenti; i docenti devono essere valorizzati, devono poter contare su una formazione permanente.”

Pochi e incerti i fondi per il diritto allo studio – Anna Monterubbianesi, Caporedattrice redazione Giornale Radio Sociale (estratto da news su viviradio-web: ASCOLTA)

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