Tutto arriva quando si aspetta ed ora, con settembre, è arrivato anche il momento della riapertura delle scuole, ed è ancora un grosso problema, e non solo in Italia, come millanta l’opposizione, ma in tutta Europa.
Settembre è arrivato con il problema della riapertura delle scuole in NI
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n un mondo sconvolto dalla pandemia siamo ormai giunti anche alla fatidica data della riapertura in tutta Europa, (giorno più, giorno meno), delle scuole con un “grosso” paradosso: studenti quanto mai desiderosi di tornare a scuola e scuole che non sanno ancora come, se, quando e per quanto.
Sì: come, se, quando e per quanto! Questi i 4 grossi punti interrogativi che pesano sulla ripresa delle lezioni e sono incertezze comuni a tutte le nazioni europee e non solo l’Italia come, surrettiziamente, fa l’opposizione avvalendosi della sua maggiore (per alcuni unica) capacità politica: fare casino mistificando la realtà.
Realtà che ci presenta un quadro entro il quale molti paesi europei riaprono oggi le scuole e prepararsi per questa giornata è stata una sfida in tutto il continente. (qualche nazione, in verità, ha già riaperto per poi precipitosamente richiudere, e questo è un gran brutto segno e monito)
Mentre milioni di bambini non vedono l’ora di rivedere i loro compagni di classe e insegnanti questi, con gli specialisti ed i genitori stanno esaminando i pericoli di una possibile (forse quasi certa) diffusione del virus. Ed il problema è veramente grosso per cui ogni decisione è veramente difficile ed aperta a infinite possibilità di “rischio” tra i quali uno è certo: lo starnazzare dell’italiotica opposizione che comunque si facciano le cose, e comunque finirà, avranno da sparare le loro “perle di saggezza”. E questo non aiuta affatto, anzi! Ma questa è diventata la nave Italia sulla quale tutti siamo imbarcati, e ci tocca navigare sperando di restare a galla nonostante tutto e tutti.
A voler far di conto con la reale situazione e le relative chiare indicazioni, e non con il caos immaginifico creato e mistificato dall’opposizione, è giunto, ieri, un ennesimo punto di chiarezza espresso dal Comitato tecnico scientifico appositamente attivato alla Protezione Civile un comunicato con chiare e precise indicazioni e noi ve lo riportiamo:
Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile.
L’apertura delle scuole è una esigenza primaria del Paese, ma lo è altrettanto la sicurezza e la continuità delle attività. Pertanto, accanto alle esigenze didattiche e formative, è necessario prendere in considerazione il principio di precauzione, la protezione dei lavoratori, la efficacia, la sostenibilità e la accettabilità delle misure proposte.
A partire da maggio il CTS ha elaborato diversi documenti con elementi tecnici di valutazione, sottoposti al decisore politico, circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2, con l’obiettivo di garantire la salute e la sicurezza per la riapertura delle scuole per il nuovo anno scolastico.
In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente documento del 21 agosto fornisce indicazioni rispetto all’uso delle mascherine in ambito scolastico differenziandole per fasce di età:
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- Fra 6 e 11 anni: uso condizionato alla situazione epidemiologica locale, prestando comunque attenzione al contesto socio-culturale e a fattori come la compliance del bambino nell’utilizzo della mascherina e il suo impatto sulle capacità di apprendimento.
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- Dai 12 anni in poi: utilizzare le stesse previsioni di uso degli adulti.
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La consensus conference OMS del 31 agosto ribadisce la necessità di affiancare l’uso delle mascherine alle altre misure preventive, quali il distanziamento sociale, la sanificazione delle mani, l’etichetta respiratoria, un’accurata informazione ed educazione sanitaria in linguaggio adeguato all’età degli studenti.
RACCOMANDAZIONI TECNICHE:
il CTS ribadisce quanto già indicato sulle situazioni dinamiche e in quelle statiche in cui non vi è il rispetto del distanziamento.
In tutti i contesti di condizione statica, il CTS ribadisce l’importanza dell’uso delle mascherine come già espresso nel documento tecnico sulla scuola del 28 maggio 2020 e incluso nel Piano Scuola 2020-2021 e specifica che:
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- Nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto).
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- Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria.
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Si sottolinea che l’uso delle mascherine è solo una delle misure di prevenzione che devono essere implementate in ambito scolastico in una corretta associazione con tutte le altre misure già raccomandate al fine limitare la circolazione del virus (es. igiene dell’ambiente e personale, ricambio d’aria, sanificazione ordinaria…).
Il dato epidemiologico, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate, potranno determinare una modifica delle raccomandazioni proposte, anche in relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità sanitaria che potrà prevedere l’obbligo della mascherina anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un determinato periodo, all’interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi.
E questi sono fatti e disposizioni chiare fornite e non le fantasticherie e le forzature fatte dall’opposizione che ha un solo obiettivo, anzi due: opporsi sempre e comunque, a prescindere, e dare l’agognata spallata al Governo. Null’altro! Ed è in questo contesto che per loro tutto fa brodo, ed anche il contrario di tutto incluso, ad esempio, l’apertura prevista per il 14. Anche in questo si sono posti unicamente in sterile starnazzante opposizione da posizione che ritengono win-win:
- Si riprenderà il 14? Apriti cielo. Incoscienti ed incapaci. Non tengono conto che la settimana dopo dovranno ri-chiudere (ed anche prima per la preparazione) per il referendum ed elezioni regionali e locali varie. Più saggio sarebbe stato, e sarebbe, riaprire DOPO.
- Si fosse rimandato o si rimandasse? Di sicuro sarebbero stati, e saranno, pronti a starnazzare e a dire: ecco, incapaci a tutto. La scuola, l’istruzione, è un bene primario dei nostri ragazzi e loro la negano.
E poi ancora: loro rimandano l’apertura delle scuole senza minimamente tener di conto dei problemi che provocheranno nelle famiglie che non sapranno dove “parcheggiare” i loro pargoli dovendo andare al lavoro (e questo dice tutto sul loro pensare sulla scuola: per loro è un parcheggificio per pargoli vari, null’altro.
E questo, purtroppo, e in Italia!
Ma, per meglio ancora chiarire che, purtroppo, tutta l’Europa è paese e che ovunque hanno gli stessi nostri problemi che stanno provando a superare vediamo la situazione in alcune nazioni:
- Partiamo dalla UK (Inghilterra) dove milioni di studenti torneranno a scuola oggi. Il Ministro dell’Istruzione ha inviato una lettera aperta ai genitori assicurando loro che il nuovo anno scolastico inizierà in condizioni di massima sicurezza sanitaria.
Tuttavia, ci sono dubbi. Per quanto riguarda gli studenti in Scozia e Irlanda del Nord, la disposizione è che devono indossare una maschera solo quando vanno in pausa. La regola si applica a coloro che hanno più di 12 anni, ma se usano i mezzi pubblici, la misura deve essere osservata da tutti i bambini di età superiore ai 5 anni.
- In Cechia le autorità hanno previsto e prescritte diverse regole per fermare la diffusione del virus SARS-VOC-2 nelle scuole tra le quali, ad esempio, che i bambini e i genitori non sono autorizzati a riunirsi in gran numero davanti alle scuole, quando entrano in classe devono disinfettare le mani e mantenere una distanza fisica di 2 metri tra loro. Inoltre, gli studenti che hanno sintomi febbrili e sintomi di tosse non sono autorizzati ad andare/entrare a scuola mentre, per quanto concerne le mascherine, hanno stabilito che la cosa sarà lasciata “a discrezione dei dirigenti scolastici”. Dirigenti scolastici che si stanno ribellando e che, come minimo, affermano che stabiliranno l’uso della mascherina nei movimenti nei corridoi scolastici.
- Anche le scuole in Francia si stanno preparando per un inizio difficile del nuovo anno accademico.
In un aumento quotidiano del numero di infezioni, il ministro dell’Istruzione ha riconosciuto che non tutte le aule saranno pronte in tempo per aprire le porte. Tuttavia, indossare una maschera è obbligatorio per chiunque abbia più di 11 anni. Inoltre, ci sono alcune restrizioni sulla distanza fisica:“Non appena i bambini saranno in contatto tra loro, prima o dopo un gioco, proveremo a farli lavare tutti le mani, ma non illudiamoci. Avendo un gruppo di 25 studenti, non saremo sempre in grado di prestare attenzione a ciascuno di loro “.
- La Grecia ha rinviato la riapertura delle scuole al 14 settembre, ed ha stabilito che l’uso delle maschere, che saranno fornite gratuitamente, sarà obbligatorio.
- Altri paesi europei, come la Danimarca o altre istituzioni educative negli Stati Uniti, stanno lavorando/pensando ad una riorganizzazione del curriculum scolastico, che include lezioni più breve, più insegnanti, più separazione tra studenti e classi e una combinazione di entrambi sia in classe che online.
E questa è la situazione facendo anche solo un semplice e rapido sorvolo sulla realtà in Europa in era Covid.
Un “sorvolo” fatto però con occhi e mente aperta per il bene di tutti, e non con l’acredine di un’opposizione sterile, stracolma di Caporali al comando e che gioca sempre a opporsi in un gioco che cercano di rendere sempre un win-win nel quale, comunque vada, loro pensano di poter dire sempre che hanno vinto o avevano ragione e, in questa situazione, chi perde e perderà, perché se ci sono vincitori ci devono per forza essere dei perdenti, a perdere siamo e saremo sempre e solo noi.
Povera Patria e “io speriamo che me la cavo”
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