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La Svezia non è l’Italia: condannato per stupro on line; sentenza applicata

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Italica impunità (e ridicolaggine) e rigore (serietà) svedese. Di questa vergogna ho appena avuto modo di scrivere (con anche accluso un minimissimissimo elenco di vergognose sentenze) e continuo qui visto che è oggetto di altri articoli che partono da una sentenza appena pronunciata ed attuata in Svezia (siamo in Svezia, mica in Italia) che aggiorna la lotta alle perversioni con i tempi ed i mezzi attuali. La nuova codificazione definisce, e condanna, quella che si chiama sextortion ed è l’ennesima frontiera dell’aberrazione online che spesso coinvolge minori. In Svezia un uomo condannato a 10 anni di carcere

Si può commettere uno stupro online? Una sentenza

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i può essere condannati per stupro senza aver mai toccato la vittima? È concepibile una violenza sessuale online, senza contatto fisico? Sì, lo è. Un uomo di 41 anni in Svezia è stato condannato il 30 novembre a 10 anni di carcere per aver violentato 26 minori in tre Paesi diversi, senza mai aver incontrato le giovani vittime.

Lo racconta in un servizio il sito Vice. Bjorn Samstrom, un uomo di Stoccolma, è stato dichiarato colpevole di aver costretto 26 ragazze e un ragazzo che vivevano negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna a esibirsi in atti sessuali davanti alle loro webcam minacciando di morte i loro parenti. Altra minaccia: la pubblicazione delle loro immagini più intime su siti pornografici.

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Secondo la legge svedese, lo stupro non deve comportare il rapporto sessuale. “È solo l’immaginazione del predatore sessuale che stabilisce i limiti”, ha affermato al quotidiano canadese National Post Annika Wennerström, uno dei procuratori coinvolti nel caso. “La tecnologia non conosce limiti. Quindi dobbiamo adattare la nostra mentalità a ‘Che cosa può essere uno stupro?’ Diciamo che uno stupro può essere cose diverse. Non è sempre necessario avere il caso da manuale di un attacco fisico o di una coercizione fisica”.

Un caso internazionale, destinato a far discutere anche fuori dai confini svedesi. Con questa sentenza il tribunale di Stoccolma mette in evidenza una forma di violenza sessuale nuova, anche se già ben nota, definita ‘sextortion’, che si potrebbe tradurre estorsione sessuale online. Un fenomeno in rapida crescita secondo Vice. Se ne è parlato un anno fa in un rapporto del Brookings Institute. Definendo il crimine e la sua portata, gli autori hanno scritto : “Ciascun caso di sextortion coinvolge un aggressore che invade efficacemente le case di un numero talvolta elevato di vittime remote e richiede la produzione di attività sessuali da loro. I casi di sextortion riguardano quelli che sono effettivamente online, assalti sessuali a distanza, a volte a grandi distanze, a volte persino attraversando i confini internazionali, e talvolta … coinvolgono un gran numero di vittime”.

Gli autori del rapporto Brookings hanno affermato che è tempo per gli Stati Uniti di approvare uno statuto federale sulla sextortion. (Solo cinque stati, California è l’ultimo, hanno statuti specifici che rendono illegale ricattare qualcuno minacciando di rilasciare immagini esplicite di loro).

Benjamin Wittes, autore principale dei rapporti di Brookings, ha riconosciuto a Broadly, il canale di Vice dedicato alle donne, all’inizio di quest’anno che è difficile convincere la gente a considerare un ‘nuovo’ crimine”. “Non è mai stato possibile farlo prima di commettere un crimine sessuale contro qualcuno che si trova in un altro Paese”, ha detto. “Puoi dire ‘organizzazione criminale internazionale’ e questo ha un senso intuitivo. Qui stiamo parlando della violenza stessa che trascende i confini giurisdizionali internazionali”. E prescinde evidentemente dal contatto fisico, equiparando il ricatto sessuale a distanza, online, con lo stupro.

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