Theresa May: come il piffero di montagna, andò per suonare e fu suonato

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Dalle urne britanniche arriva un’amara sorpresa per Theresa May: she was out to cheat but she ended up by being cheated, potrebbero dire gli inglesi ricordando l’annedoto del “Piffero di montagnia” che andò per suonare ma fu suonato ed infatti, anche se i suoi conservatori si confermano come il partito più grande, non ottengono la maggioranza  che la May pensava di ottenere. I laburisti di Corbyn invece mettono a segno un importante salto in avanti. Il risultato è una Gran Bretagna che somiglia ad una palude politica, senza un partito in grado di esprimere la maggioranza. Corbyn chiede le dimissioni di May che invece si prepara a un nuovo difficile governo ma non si esclude la possibilità di nuove elezioni in estate. La scelta di convocare elezioni anticipate si è rivelata un boomerang per i conservatori.

May, missione fallita: conservatori primo partito ma non hanno la maggioranza. Corbyn esulta

La premier aveva indetto le elezioni per rafforzarsi in vista dei negoziati per la Brexit ma adesso la situazione si complica: avrebbe solo 318 seggi contro i 262 del Labour

LONDRA – La lunga notte del premier conservatore Theresa May comincia con la doccia gelata degli exit poll, sono le 22 di Londra quando la BBC diffonde i primi numeri. 314 seggi per i Tory, 12 meno della maggioranza 17 meno di quelli che prese David Cameron nel 2015. La corsa di Theresa May artefice della peggior campagna elettorale di un premier in carica a memoria d’uomo, si fa subito in salita fra sterline che barcolla e a un certo punto perde anche il 2% e rivali di partito che cominciano a mugugnare. Aveva voluto le elezioni anticipare la premier poiché era sicura di poter alterare a suo favore gli equilibri a Westminster per poter negoziare la Brexit (il 19 dovrebbero, condizionale oggi d’obbligo, iniziare i negoziati con Bruxelles) a mani libere senza impacci e legacci da parte dei deputati. Missione naufragata. La notte e la proclamazione dei vincitori collegio per collegio prosegue rapida per tutta la notte e alle 6 (le sette in Italia) le TV registrano solo un parziale aggiustamento dei risultati. Eccolo: conservatori 318 seggi, laburisti 262, Lib-Del 11, Scozzesi dell’Snp 34, unionisti del Dup 10, gallesi del Cymru Plaid 3. Mancano ancora alcune circoscrizioni, ma le proiezioni delle 7 sembrano quelle definitive.

Le reazioni

I conservatori sono il primo partito, ma non hanno la maggioranza. Un caso di vittoria di Pirro. I laburisti di Corbyn vanno molto meglio rispetto al 2015 (più 28 seggi), non andranno a Downing Street a meno di alchimie ad ora difficilmente prevedibili e sono i vincitori. Bastano queste fotografie per certificare la complessità e la confusione in cui con il voto di ieri è precipitato il Regno Unito.

Dopo al proclamazione nella sua circoscrizione la May ha detto che il suo dovere è quello di «garantire stabilità al Paese». Corbyn invece rieletto nella sua Islington North ha chiesto le dimissioni. E’ stato solo l’ultimo dei laburisti a invocarle. Ma anche i conservatori dopo una notte inaspettata si preparano alla resa dei conti. George Osborne, ex cancelliere dello Scacchiere e silurato proprio da Theresa May nel 2016, ha invocato il passo indietro della premier e attribuito al “catastrofico manifesto” le ragioni della sconfitta. Liam Fox, segretario al Commercio, ha fatto capire che ora servirà una riflessione sul da farsi.

Cosa succede  

Siamo in uno scenario di “hung Parliament”, non c’è alcuna maggioranza. Quale governo? Gli scenari sono molteplici.Il primo è quello di un governo conservatore, potrebbe esserci anche un esecutivo sostenuto dal Dup (unionisti nord irlandesi) che hanno 10 seggi. La somma degli anti-Tory, (Snp, Laburisti e LibDem più gallesi) resta almeno 18 seggi sotto la maggioranza. I liberal-democratici hanno fatto sapere che non faranno accordi di coalizione, quindi nessun ripetizione dell’esecutivo Cameron-Clegg del 2010-2015. E a proposito di Clegg, è la vittima più illustre al momento della notte avendo perso il suo seggio. Si è salvata invece con il riconteggio Amber Rudd, ministro dell’Interno che era data in forte ascesa e candidata a guidare il ministero del Tesoro. Ora più che la quadra di governo, Theresa May dovrà invece tenere a bada i malumori interni al partito. Una corsa per la leadership è tutt’altro che da escludere.

Borsa e sterlina

Londra apre in rialzo dopo l’esito delle elezioni politiche che hanno visto il partito conservatore perdere la maggioranza assoluta in Parlamento. La premier britannica Theresa May parlerà alle 10 ora locale (le 11 in Italia). Il primo Ftse 100 segna un +0,81% a 7.510 punti. Intanto la sterlina continua a ritoccare i minimi dallo scorso aprile scendendo fino a 1,2650 sul dollaro e 0,883 sull’euro registrando il peggior calo dallo scorso ottobre: oltre il 2%, che rappresenta uno scossone molto netto per le dinamiche del mercato valutario. Ulteriore indebolimento della moneta britannica anche sullo yen a 139,9.

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lastampa/May, missione fallita: conservatori primo partito ma non hanno la maggioranza. Corbyn esulta ALBERTO SIMONI – INVIATO A LONDRA

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