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Governo, è crisi: verso elezioni entro fine ottobre? (VIDEO)

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Subito in Parlamento, (ri)dice Matteo Salvini. Questa volta però trova Conte che gli risponde a tono e decide la parlamentarizzazione della crisi.

Governo, è crisi: verso elezioni entro fine ottobre (VIDEO)

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uesta sera, dopo una convulsa giornata di rinvii e cancellazioni di appuntamenti, andirivieni nei palazzi romani con un assordante chiacchiericcio di voci che si sono rincorse, si è arrivati ad una non meno convulsa conclusione serale che ha visto tutti (gli interessati) con l’orecchio teso al comizio di Zingaretti (PD), Renzi (ancora PD) e poi, attesissimo, di Salvini. Discorso questo che, alla fin fine, ha molto deluso, ma forse erano le aspettative che erano troppe elevate considerando il soggetto comiziante.

Qualcosina si è potuto ravvisare seguendo bene il solito slalom di Salvini, il suo dire una cosa ma poi subito passare ad altra mediaticamente redditizia per cui, francamente, la serata si sarebbe chiusa con una solenne delusione se non fosse arrivata la notizia che il Premier Conte aveva convocato una conferenza stampa del tutto inattesa riaprendo quindi il portone e la sala stampa di Palazzo Chigi.

Una serata che si stava raffreddando, quindi, si è subito riaccesa alla speranza di sentire qualcosa di diverso e di serio e, di fatto, quando Salvini ha terminato il suo show, sempre uguale a se stesso, con l’unica variante che questa vlta il colpo di scena l’ha dato non già tirando in ballo la Madonna ma i figli, con annesse lacrimucce di commozione a chiusura della sua comparsata.

Chiuso il sipario sullo show di Salvini, si apre il sipario su Conte neòòa sala stampa di Palazzo Chigi e …. musica e partitura hanno subito assunto altro livello, quasi una cavalcata delle valchirie, altro che le repliche cotte e stracotte di Salvini.

Alla fine potrete vedere il video della diretta del Premier Conte ed ascoltarne le parole. Parole che vi riporto a seguire, con qualche annotazione, e vi garantisco che vale la pena prenderne nota leggendole o ascoltando, secondo vostro gusto.

Eccovi il trascritto:

“Buonasera a tutti.

Alcune dichiarazioni per fornirvi, e per fornire a tutti i cittadini, dei doverosi chiarimenti.

Non raccoglierò delle domande per la semplice ragione che ci vedremo poi. Non voglio anticipare più ampie spiegazioni che fornirò in sede Parlamentare, che è la sede istituzionale. Dopo il passaggio in Parlamento sarò aperto ovviamente a rispondere a tutte le domande e avremo poi il tempo è il modo per delle conferenze stampa.

Ieri sera, e questo pomeriggio, è venuto a parlarmi il ministro Salvini il quale mi ha anticipato l’intenzione della Lega di interrompere questa esperienza di governo, e la volontà di andare a votare, per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode.

Sono stati due lunghi colloqui durante i quali ci siamo confrontati sulle aspettative della Lega, e anche sulla complessa situazione politica, economica, sociale che il paese sta attraversando.

Al ministro Salvini ho anche esposto i molteplici progetti di riforma alle varie iniziative di governo in corso di realizzazione che, inevitabilmente, verranno interrotte.

La nota ufficiale diffusa da ultimo dal ministro Salvini, invoca un ritorno alle urne per restituire al più presto la parola agli elettori”,

e qui Conte comincia a crescere di toni e contenuti lasciando così già presagire che, nel suo discorso, ci sarà tanto, molto di più. Ed infatti prosegue affermando:

“Ho già chiarito nel corso dei colloqui al ministro Salvini che farò in modo che questa crisi, da lui innescata, sia la crisi più trasparente della storia della vita repubblicana. Per questo mi riservo di contattare i presidenti del Senato, della Camera, affinché adottino le iniziative di propria competenza per permettere alle camere stesse di tornare a riunirsi.

Questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai parlamentari, come ho subito sempre chiesto.

I parlamentari sono i rappresentanti della Nazione, e quindi di tutti i cittadini.

Avevo promesso che la trasparenza e il cambiamento sarebbero state le cifre caratteristiche, tratti distintivi, di questo governo, e vigilerò affinché questi valori siano rispettati fino all’ultimo giorno.

Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe, personalmente non considero, come detto in quell’occasione, il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico, ma la vera essenza della nostra forma di governo, e in particolare di una democrazia parlamentare.

Nella stessa occasione ho preannunciato che dal Parlamento ho ricevuto la fiducia che mi ha investito dell’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, e in Parlamento sarei tornato ove fossero maturate le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico.

Leggo, nella nota pubblicata dal ministro Salvini, l’invito ai Parlamentari a non perdere tempo adducendo pretesti vari, ma tornare a riunirsi quanto prima.”

E qui parte con una raffica di destro sinistro portati al corpo di Salvini nei quali si sente tutta la violenza di uno sfogo a lungo represso, come fosse una pentola a pressione che finalmente si apre.

Conte parte con il rimettere Salvini al suo posto elencandogli quanto NON può fare per cui dice che:

“Non spetta evidentemente al Ministro dell’Interno convocare le camere.

Non spetta al Ministro dell’Interno decidere decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali.”

Cià chiarito, Conte va anche oltre e inchioda Salvini alle competenze alle quali, secondo prassi, sarà ora delegato e circoscritto, spiegando che:

“Al Ministro dell’Interno spetterà invece, nella sua veste di senatore, di leader della Lega, spiegare al paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento, le ragioni che lo inducono a interrompere anticipatamente bruscamente l’azione del governo.”

Ciò chiarito, e a competenze ristabilite, continuando nella sua opera tesa ad inchiodare Salvini alla realtà dei fatti, fuori dal racconto fantasioso al quale lui è aduso, prosegue nell’elencazione delle COLPE che, chiaramente, sono sue e di nessun altro ed afferma:

“Confido che questo passaggio parlamentare contribuirà a fare piena chiarezza sulle scelte, sin qui compiute e sulle responsabilità che ne derivano.

In parlamento, e quindi a tutti gli italiani, dovremmo dire la verità, e certo non potremmo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche, slogan mediatici.”

Il discorso ormai si avvia alla conclusione e Conte ci arriva alla grande portando un affondo finale in un crescendo di affermazioni, chiarimenti ed accuse, che tanto somiglia all’attacco finale del pugile che ha deciso che è ora di mettere KO l’avversario.

“Voglio chiarirlo subito. Non permetterò più che si alimenti la narrativa di un governo che non opera, di un governo dei No.

Questo governo in realtà ha sempre parlato poco è lavorato molto.

Questo governo non era in spiaggia. Era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli italiani.

Questo governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani.

Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione e la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i segretari e sottosegretari, insieme a me hanno affrontato l’impegno di governo, e certo non posso accettare che sia svilito anche il cospicuo lavoro fin qui svolto dai parlamentari nelle rispettive commissioni nelle aule.

Grazie per l’attenzione e buona serata”

E con questo si chiude la lunga giornata politica per cui anch’io auguro a tutti voi la buona notte e vi do appuntamento a domani (in pratica tra poche ore) per darvi nota di quanto di sicuro ancora ci sarà visto che, per tutt’oggi, il grande assente è stato Di Maio che prima o poi dovrà tirar fuori la testa dalla sabbia e dire qualcosa che, mi auguro, non sia sulla scia del quanto comunque espresso da alcuni suoi pasdaran che, dicendo:

  • “Per noi si va avanti, abbiamo battaglie di lungo respiro”: parole di Laura Castelli;
  • “non andare avanti sarebbe tradire il mandato degli elettori”: parole di Toninelli;

tanto mi hanno ricordato la lettera a Savonarola di Benigni e Trosi nella quale scrivono:

«… Con la faccia sotto i vostri piedi. E potete anche muovervi»…

Ma si può? Con questo governo, e questi elmenti, certo. Non hanno fatto altro da Marzo 2018

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