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“Cannabis Light”:confusione dopo la sentenza della cassazione del 30 maggio

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opo la discussa sentenza di giovedì 30 maggio emessa dalla Suprema Corte di Cassazione, c’è una gran confusione sul futuro della cannabis light in Italia. Si profila una brusca battuta d’arresto per settore in grande espansione, che dà lavoro a migliaia di persone nel nostro Paese lasciando ancora una volta campo libero alla criminalità organizzata.

“Cannabis Light”:confusione dopo la sentenza della cassazione del 30 maggio
“Cannabis Light”:confusione dopo la sentenza della cassazione del 30 maggio

Secondo la sentenza emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione è illegale la vendita di foglie, inflorescenze, olio, resina di cannabis, a meno che “siano in concreto privi di efficacia drogante”. Ma il principio alla base della cannabis light è proprio l’assenza di effetti droganti, dovuta al bassissimo livello di THC (max 0,6%), il principio attivo che dà alla marijuana l’effetto psicotico. Non è dunque chiaro cosa la sentenza comporterà in concreto sul mercato della cannabis leggera. Per ora, si è solo alimentata la confusione su un tema delicato su cui i politici, e non solo, si scontrano da mesi. Per fare chiarezza si dovranno dunque aspettare le motivazioni della sentenza, che saranno depositate nelle prossime settimane.

«Mi dispiace per i posti di lavoro, ma il messaggio è chiaro. La droga fa male. Non ce ne sono di quelle che fanno più male e altre meno male. Ed ora via alle ispezione dei negozi». Così Matteo Salvini ha accolto la sentenza delle sezioni unite penali della Cassazione sulla cannabis, che investe direttamente la commercializzazione del prodotto. Dovranno chiudere i battenti i negozi che vendono cannabis light? Questo il punto. Salvini non ha dubbi e ha rilasciato diverse dichiarazioni che non offrono spiragli al dubbio.

Non sembrano d’accordo con Salvini i cinque stelle siciliani Ignazio Corrao e Luigi Sunseri.
in un post su facebook il neo eletto al parlamento europeo Ignazio Corrao scrive:
“Chi esulta per la sentenza della Cassazione contro la “cannabis light”, sta esultando per qualche milioncino di euro – e tanti posti di lavoro – che si spostano dal mercato legale alle criminalità organizzate.”
“Gioire per una sentenza, che colpisce migliaia di posti di lavoro legali e un mercato di 50 milioni di euro l’anno (mercato in espansione che cresce a ritmi del 100% annui con tantissimi occupati), dicendo che “le droghe fanno tutte male” è una pubblica dichiarazione di ignoranza e di bigottismo. Perché è ovvio che le droghe fanno male (una affermazione di una sagacia degna di Giovanardi), così come fanno malissimo le sigarette o gli alcolici, leggeri e pesanti. In realtà fanno malissimo anche le bevande zuccherate, perché non proibirle e farle vendere alle mafie nel mercato nero allora? Proibiamo tutto e andiamo avanti di propaganda ultraconservatrice, prendiamo esempio dal vincente modello dell’epoca del proibizionismo americano.
Mentre qui si vuole mettere fuorilegge anche la “cannabis light”, ci sono centinaia di report, di studi, che spiegano come la “War on Drugs”, la guerra alla droghe, non abbia in realtà avuto alcun effetto positivo e non abbia provocato alcun calo di consumo e di vendite.
Al contrario ha generato un incremento delle entrate delle criminalità organizzate internazionali, uno spreco di personale di polizia per la repressione, di giudici per i processi e di costo delle carceri per le pene.
Un miglioramento invece c’è stato nei Paesi dove si è “legalizzato” l’uso di droghe leggere. Con maggiori entrate per lo Stato – a danno delle mafie – e meno spesa pubblica per polizia, giudici e carceri. Tutte risorse che poi puoi impiegare in una più efficace repressione delle droghe pesanti. E attenzione, per rispondere all’ultima delle osservazioni bigotte, non c’è stato alcun incremento del consumo di droghe leggere in quegli Stati dove si è provveduto alla legalizzazione.
Non è che se di un problema non parli perché scomodo all’opinione pubblica quel problema si risolve da solo e scompare. Se metti la polvere sotto il tappeto la polvere resta a casa tua.
Le droghe leggere si consumano in Italia in quantità industriale e il mercato lo gestiscono le mafie. Questa è la realtà e chi non la vuole vedere è complice di questo fatto. Legalizzare le droghe leggere significa dare allo Stato ciò che è della mafia, significa creare lavoro legale, liberare risorse sprecate e andare a combattere meglio il traffico e l’uso di droghe pesanti.
Piuttosto che seguire sondaggi e posizioni tradizionaliste, si dovrebbe semplicemente saper leggere i dati e agire di conseguenza. Ovviamente questo avviene solo se il popolo è informato e quindi richiede che si agisca sulla base di evidenze scientifiche. Questa è la vera sfida di ognuno di noi, cercare di informarci e convincere quante più persone possibile a farlo. Se ci riusciremo, non esisteranno più partiti come la lega o ministri come Salvini.”

Anche Luigi Sunseri portavoce del m5s all’ARS commenta la sentenza chiedendo “un intervento urgente del legislatore”.

Voglio esser chiaro! Non è una sentenza che condivido-scrive il deputato siciliano del m5s Sunseri – Se il legislatore ha riconosciuto con la legge n. 242/2016 la liceità della coltivazione della cannabis necessariamente si deve ammettere la liceità dei suoi prodotti, contenenti un principio attivo inferiore allo 0,6%.Una sentenza che, a mio avviso, non fa chiarezza e non risponde in modo esaustivo al quesito. La cassazione sentenzia che se è droga è illegale. Ma non chiarisce la definizione dell’efficacia drogante.
Ma qual è l’effetto drogante? Nella letteratura scientifica viene considerato tale se supera la soglia dell’1%.Aspetto quindi di leggere la motivazione completa per capire di più ciò che ha portato a questa decisione.
Mi auguro però un intervento urgente del legislatore. Perché non possiamo distruggere migliaia di aziende e imprenditori, polverizzando milioni e milioni di euro, con una sentenza.
ps. Appare evidente che, in base a quanto stabilito, se il principio drogante rientra nei limiti il caso è chiuso.”

Santa Sarta

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