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Castellammare di Stabia

Per la Commissione europea l’Italia risulta “inadempiente”: serve un aggiustamento strutturale dello 0,6%

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Una procedura nei confronti dell’Italia è giustificata perché risulta “inadempiente” rispetto alle regole europee sul debito pubblico: è questa la conclusione della Commissione europea.

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a decisione della Commissione europea sull’inadempienza dell’Italia è stata annunciata a seguito dell’approvazione del Pacchetto di primavera 2019 del semestre europeo. In base all’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nei confronti di Belgio, Francia, Italia e Cipro, l’esecutivo Ue ha esaminato la conformità di questi Paesi con i criteri relativi al disavanzo e al debito previsti:

“Nel caso dell’Italia – si legge – l’analisi suggerisce che sul criterio del debito vada considerata non adempiente e che è quindi giustificata una procedura per disavanzi eccessivi per il debito”.

A seguito di questa valutazione è stato chiesto un aggiustamento strutturale dello 0,6%.

L’Italia nel 2020 deve realizzare con la legge di bilancio «un aggiustamento strutturale annuale dello 0,6% del Pil», è la raccomandazione.

Attualmente nelle previsioni economiche della Commissione, il deficit strutturale dell’Italia peggiorerà dell’ 1,2% nel 2020 anziché migliorare dello 0,6%. La manovra per il prossimo anno dovrebbe dunque essere pari all’1,8% del Pil per rispettare pienamente il Patto di Stabilità e Crescita.

Per Dombrovskis abbiamo «un vero problema macroeconomico»

« Altri Stati membri lo hanno già percorso con successo. L’Italia deve riconsiderare la sua traiettoria di bilancio, in modo che debito e deficit tornino a scendere»,

dice ancora il vicepresidente della Commissione Ue sottolineando che in Italia

«”il deficit aumenta, il debito aumenta e la crescita rallenta”. C’è chiaramente la necessità di correggere questa posizione di bilancio»

Concludendo Dombrovskis spiega:

«Andiamo ben oltre le piccole inezie su output gap e crescita potenzial, abbiamo un vero problema macroeconomico». 

Il vicepresidente della Commissione ha ricordato che l’Italia paga per il servizio del debito «tanto quanto per l’intero sistema educativo» e che il debito per abitante ha raggiunto i 38.400 euro.

Dombrovskis ha poi sostenuto che il governo presieduto da Giuseppe Conte «sta causando danni all’economia» con le misure adottate nel corso dell’ultimo anno.

La decisione della Commissione di richiamare l’Italia per la violazione della regola del debito, ha inoltre aggiunto,:

«va ben al di là della procedura. La spesa per interessi per l’Italia nel 2018 si e’ rivelata piu’ alta di circa 2,2 miliardi di euro a 65 miliardi invece di 62,8 miliardi».

«Il colpo alla fiducia e i tassi di interesse più alti hanno aggravato l’impatto di fattori esterni, come le tensioni commerciali globali e un rallentamento generale nell’economia mondiale».

Moscovici: «Porte aperte al dialogo con Roma»

La Commissione europea è «pronta a esaminare i nuovi dati» che il governo italiano invierà a Bruxelles e che potranno far cambiare idea all’esecutivo Ue sulla procedura per debito nei confronti dell’Italia, dice il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ribadendo di voler lasciare «la porta aperta» al dialogo con Roma.

«Spetta ora al Consiglio esprimere le proprie opinioni su questo obiettivo e un’analisi fattuale», ha ricordato Moscovici, per cui, a conclusione di tutto mi chiedo se, quando afferma che lascia le  «Porte aperte al dialogo con Roma» lo fa per consentire un accesso agevole per dialogare o le lascia aperte per sbatterci fuori senza perdere tempo?

Il dubbio mi si è appalesato nel leggere le solite risposte arroganti e menefreghiste, ad esempio, di Caporal Salvini che si affretta a dichiarare, in un comizio a Foligno per le comunali: “Infrazione Ue? Se un figlio ha fame gli do da mangiare”. “Se una medicina non funziona ne prendo un’altra”

«Se una regola dopo 15 anni si rivela sbagliata, se una medicina non funziona e sto peggio, avrò diritto a prendere un’altra medicina? Se mio figlio ha fame e mi dice dammi da mangiare, se le regole Ue mi dicono di non dargli da mangiare, io rispetto le regole o gli do da mangiare? Per alcuni devo rispettare le regole, io do da mangiare a mio figlio. E i miei figli sono 60 milioni di italiani».

E poi giù con il suo solito:

il governo intende «abbassare le tasse garantendo il diritto al lavoro, alla salute, e ci danno la multa»

che tanti applausi gli procura.

Gli fa subito eco Di Maio che di sicuro non è che si sforzi a far si che la porta resti aperta per accoglienza e non per più agevole fuoriuscita, ed infatti, in un lungo post in cui commenta l’avvio della procedura di infrazione dell’Ue nei confronti dell’Italia, afferma: “Sono anni che diamo senza ricevere, così non va” “Totalmente ignorati sulla questione migranti”

«Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile».

Come finirà?

Viste le giravolte e le capriole che l’uno e l’altro hanno mostrato di saper fare in modo egregio senza alcuna remora ne pudore, considerando che la boria possa aver completamente invaso il corpo e la mente dell’uno, mentre la frustrazione e la disperazione dell’ultimo miglio sembra invadere ogni giorno in più l’altro che ormai passa velocemente da un No secco, ad un più morbito NI per atterrare poi su un SI pieno,  non è dato sapere. Tutte le opzioni sono possibili per cui, alla fin fine, comunque vada, Moscovici fa bene a tenere le porte aperte: agevolerà l’ingresso prono di chi per il Duo striscerà fino a loro o, al contrario, eviterà che si possano rompere quando, magari, sarà costretto a sbatterli fuori.

 

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