Italia vs Coronavirus. Cronaca di una gara senza tregua. In palio, la libertà
L
a gara più importante che sta giocando l’Italia è quella contro il Coronavirus. In palio, la libertà. Si è appena concluso il primo tempo, ma come sarà il seguito? Ci saranno i supplementari? Seguiamo questa cronaca dando voce alle difficoltà che ha affrontato e che dovrà affrontare il nostro amato Stivale.
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Italia vs Coronavirus. Cronaca di una gara senza tregua. In palio, la libertà
Di Francesco Caia
Si è procurata un invalidante ed estenuante infortunio. Veramente durissimo. Secondo i dottori si rimetterà, questo meraviglioso Stivale, se- e solo se- prenderà le dovute precauzioni e si atterrà alle restrizioni deliberate.
Il periodo più logorante e massacrante, finalmente, sta giungendo al termine. Allora, si scalda. Scalda ogni muscolo. Eh, vuole andare, vuole ripartire. Non sta più nella pelle. Brama ardentemente di correre liberamente per il campo facendo percepire a tutti il rumore del proprio zoccolo. Lo zoccolo che scandisce suoni soavi di libertà. La libertà che gli è stata sottratta. La libertà che vuole riconquistare. Perciò, adesso si sta curando per essere pronto a tirare un calcio di una potenza immane. Un calcio inedito. Un calcio che pretende di mandare giù al tappeto il proprio avversario, che finora ha condotto la partita. È il 90esimo minuto, siamo agli sgoccioli. Ma la partita finisce solo al triplice fischio finale. Il fischio non è arrivato, nonostante l’arbitro abbia il fischietto in bocca. Ma lui non molla. Non smette di combattere. Non smette di seguire il proprio sogno di libertà, che regalerebbe anche a tutti i propri figli. Venti figli. Dai più grandi ai più piccoli, da quelli infortunati a quelli ancora abbastanza in forma. Nel primo tempo, quest’avversario logorante è andato a segno con un colpo incredibilmente possente. 1-0. Tutti gli spettatori che assistono alla storica partita, da casa – è proibito andare allo stadio, per ragioni di sicurezza – tendono a darsi per vinti. Il Pessimismo impera tra le poltrone. È questo, invece, il momento di un nuovo Positivismo. Non il movimento filosofico-culturale ottocentesco, bensì quel sentimento che ti induce a pensare che ce la puoi fare. E allora, ce l’hai quasi fatta …, perché la gloria, prima o poi, cambia rotta, lottando, combattendo, rialzandosi da terra più determinati. Si dà l’anima per ottenere la vittoria, da cui proviene un delizioso profumo. Un profumo di libertà: è per questo che non ci si arrende. Per la vittoria e la conquista della libertà. Stivale è la stella della squadra, ma per portare a casa il risultato necessita dell’aiuto di tutti i propri compagni.
Il tempo scorre, ineluttabilmente. “Mala tempora currunt”, così affermerebbe, anche nell’attuale situazione, Cicerone. Siamo nei minuti di recupero. Ad un certo punto, però, si sente la potente voce di Stivale rassicurare i compagni: ora sta guarendo, può tentare di sfoderare nuovamente il proprio tiro. Un tiro impetuoso che rappresenterà tutto il paese, che è lì a tifare dal divano con una passione travolgente e anche un po’ isterica, man mano che si va avanti.
Con uno scatto felino, Stivale, che indossa il numero 10, il numero dei campioni, arriva nell’area avversaria. Il pallone sta fluttuando in aria dopo un cross. Fluttua, fluttua. Fluttua ancora. Si abbassa repentinamente. Stivale comprende che la sfera sta atterrando in modo leggero e delicato sui propri piedi. Sa anche che è l’ultima occasione per pareggiare. E questa volta, la sconfitta non è contemplata, perché l’esito della partita si rifletterà su tutto il Paese. È lì. Sta arrivando il momento dell’impatto. Allora, inizia a caricare il tiro. La palla s’abbassa vorticando. “Devo liberare il mio Paese!”, l’unico pensiero fisso che ondeggia nella testa di Stivale.
Entra in contatto con il pallone. Tutti con il cuore in subbuglio. Tutti in preda all’angoscia, ad una tensione indicibile e ad un entusiasmo nervoso. Lo colpisce. Il pallone ricomincia a girare, stavolta però verso la porta. Il portiere si tuffa. Niente da fare per Stivale, sembrerebbe. Il loro portiere è veramente agile. Allunga le mani… è anche in anticipo rispetto al pallone. Non speriamo neanche più di agguantare il pareggio. Siamo condannati. Ah, no! Un attimo! Clamoroso! La sfera si ferma a un metro dalla porta e inizia a roteare sull’erba. Pazzesco! Si ferma, si impunta lì. Sembra intenzionata a scavare una fossa in cui sotterrarsi. Ma no… Altro assurdo colpo di scena! La palla inizia a vorticare proiettandosi verso l’altro angolo della porta! Tutti gli Italiani spingono questo tiro con la propria voce e la propria anima, con le proprie forti ed esasperate emozioni. Però, l’estremo difensore prova a ritornare sulla traiettoria. La palla vortica, fluttua. Raggiunge la rete e si insacca. Si insacca! Gooooal! Magistrale. Sontuosamente straordinario. Un prodigio! Tutti gli italiani esplodono. Tutti esultano di gioia. Tutti danno sfogo e liberano le proprie emozioni, il proprio pathos. Gooal!!! E’ 1-1. In extremis, il superbo Stivale segna. Una meraviglia. E siamo ai tempi supplementari!
“Ragazzi – parla Stivale ai suoi compagni corsi da lui per festeggiare – avete visto? Abbiamo inferto anche noi un bel colpo al nostro avversario. Abbiamo dimostrato che, senza perdersi d’animo e uniti, si può ribaltare anche il risultato più scoraggiante. Non si vince da soli. Ma sempre con la squadra. E tutti noi abbiamo dato il nostro indispensabile contributo, con determinazione e resilienza. Non ci siamo arresi! Abbiamo combattuto con le unghie e con i denti (e con i medici)! Ora, nei tempi supplementari, non dovremo abbassare la guardia consci della maggiore stanchezza e vulnerabilità dei nostri avversari. Non li sottovalutiamo. Non cantiamo vittoria, mi raccomando! E poi… andiamo a segnare il goal della vittoria, della nostra vittoria, di tutti noi! La vittoria della libertà!”.
Italia vs Coronavirus: Verso la conquista della vittoria, della libertà! / Maria D’Auria
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