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a denuncia de Le Iene (altri casi di lavoratore in nero nell’azienda Di Maio) e l’intervista de La Zanzara a Salvatore Pizzo: il numero zero di “man in black” mantengono viva una polemica che, probabilmente, fa gioco (già che ci siamo) ad altre “bestie” che, se non erro, si chiamano “sciacalli”. Ma questa è semplicemente una mia impressione che esprimo molto liberamente e in piena libertà di pensiero forte anche del fatto che lo stesso mai è stato intralciato, o offuscato, da “vicinanze” o “simpatie” di qualsiasi tipo.
Per me veramente “Uno vale Uno” per cui oggi sento di poter e dover esprimermi, sostanzialmente, in favore di Di Maio, non per simpatia di qualsiasi genere, o campalinismo (campano anche lui), o qualsiasi altro cavillo che mi si potrebbe imputare. E lo faccio perché ovviamente, sempre per e secondo me, è un qualcosa di assurdo (meglio sarebbe dire ridicolo) per il tema stesso che è chiaramente pretestuoso e tirato per i capelli (anche se Di Maio li porta tagliati a zero … preveggenza? :D ) tanto più che di cose serie e concrete, alle quali “crocifiggere” Di Maio (ma anche per Salvini croci non mancano, anzi), purtroppo ce ne sono fin troppe a partire, guarda caso, anche proprio dalla stampa che il DUO vorrebbe se non limitare, almeno guidare ed indirizzare nel suo esprimersi (ovviamente quando il tema trattato riguarderebbe le loro maestà), ma prima ancora della stessa libertà di veramente riuscire a vivere e sopravvivere (almeno decentemente) con mezzi reali e concreti e non solo con vane, vaghe ed astruse promesse.
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Questo, ripeto, è il mio modesto pensiero derivante dal quanto visto, sentito e riportato da Agenzie e altri media, sulla vicenda del papà di Di Maio. Vicenda, e sua trattazione, che vi riporto a seguire per cui, alla fine, ciascuno di voi potrà farsi una sua idea e magari esprimere un suo giudizio altrettanto valido e degno di rispetto.
Questo il fatto e gli addendati:
Le accuse al padre del vice premier Di Maio da parte di operai che sarebbero stati pagati in nero fanno ancora discutere.
Ieri sera nuova puntata delle Iene con nuove testimonianze.
Non ci sarebbe solo il caso di Salvatore Pizzo che ha lavorato in nero per la ditta di famiglia del ministro del lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, l’inchiesta delle Iene porta allo scoperto altri tre casi, Mimmo, Giovanni e Stefano, tutti impiegati in nero nel periodo tra il 2008 e il 2010, prima cioè che Luigi Di Maio entrasse nell’ assetto proprietario dell’azienda. Intervistati dalla trasmissione, i primi due operai citati confermano i periodi in nero. Uno di loro racconta anche di aver fatto causa all’azienda.
Verificherò assicura al microfono di Filippo Roma, Radio24, lo stesso vicepremier:
“io di questo non so nulla come non sapevo nulla di Salvatore Pizzo. Ho fatto le mie verifiche e mi sono messo a disposizione. Chiaro ed evidente è che, se mio padre ha fatto degli errori in passato, l’unica cosa che non devo fare io e avallare questi comportamenti” dichiara.
E mentre Di Battista e Salvini difendono Di Maio, il primo dando della faccia di merda a Boschi e Renzi, il secondo invitando a non tirare in ballo una vicenda familiare privata, il PD insiste sulla richiesta al ministro di riferire in aula.
Intanto alle iene si aggiunge anche la zanzara che intervista il primo operaio che ha denunciato il padre di Di Maio, Salvatore Pizzo, e ne registra le parole:
“Io non ho fatto questa cosa con uno scopo politico. Ho fatto questa cosa perché è successo un diverbio con uno sul social, con un grillino”
Ma tu perché hai messo tutti questi anni per, diciamo, tirar fuori la cosa, incalza l’intervistatore:
“tutti questi anni non perché, per prendermi tempo o meno, eeeeeee mi sono stufato”
perché, per che cosa?
“perché sento sempre onesta, onesta, onestà, e questa parola mi ha fatto rabbia”
è esploso ad un certo punto, suggerisce l’intervistatore:
“Sì, ecco, sono esploso”
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