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Castellammare di Stabia

Giudici di Pace, finito lo sciopero. Attendono una convocazione del tavolo tecnico

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L’Unione Nazionale Giudici di Pace ha incontrato a Chieti il Sottosegretario alla Giustizia, Avv. Jacopo Marrone, per la convocazione del tavolo tecnico.

I Giudici di Pace erano entrati in sciopero dal 12 gennaio al 9 febbraio 2019. Ci eravamo occupati altre volte di questa, incomprensibilmente, “marginalizzata” categoria della Giustizia.

I GdP (Giudici di Pace) e i MOT (Magistrati Onorari di Tribunale) la cui attività è improntata alla tutela dei diritti dei Cittadini, sono GIUDICI PRECARI che lavorano per lo Stato ma privi di tutele previdenziali e assistenziali, con compensi “a cottimo”, variabili in base alla sede di lavoro, senza alcuna delle garanzie costituzionalmente previste a tutela dell’autonomia ed indipendenza della Funzione, nonché dei soggetti che la esercitano.

Nella serata del 8 febbraio 2019 i vertici dell’UNAGIPA hanno incontrato a Chieti il Sottosegretario alla Giustizia, Avv. Jacopo Marrone. In occasione del colloquio personale è stata ribadita l’assoluta necessità di accelerare i tempi per la convocazione del tavolo tecnico. Sono stati ribaditi i cardini fondamentali ed imprescindibili del progetto di modifica della Riforma Orlando che è stato congiuntamente presentato da UNAGIPA, FEDERMOT e ANGDP, recentemente riconfermati e ribaditi in un incontro a Roma il 19 gennaio.

È stata data la conferma che a breve il tavolo tecnico verrà riconvocato poiché è intenzione, nel rispetto del contratto sottoscritto con il Movimento 5 stelle, dare una soluzione normativa al superamento dei limiti della Riforma Orlando.

Tra l’altro, nell’occasione dell’incontro e alla presenza di una gremitissima sala in un noto locale di Brecciarola (Chieti), lo stesso Sottosegretario, per oltre dieci minuti del suo intervento, ha speso parole di elogio e di solidarietà a quei numerosi GDP-GOT-VPO che da anni lavorano “sfruttati” senza alcun riconoscimento giuridico per il loro impegno, che gestiscono, oramai, più del 60% del contenzioso nella giustizia di primo grado. Ribadiva, nel suo intervento, l’espressa volontà del suo ministero di voler dare, a breve, una soluzione alle istanze di questi lavoratori che, per effetto della Riforma Orlando, erano destinati a perdere la loro identità e dignità di lavoratori.

Le associazioni dei Giudici di Pace lamentano che le risorse non sono destinate alla sistemazione giuridico economica della Magistratura Onoraria, bensì per aumentare ad esempio, emolumenti ai giudici tributari (già stabilizzati da anni con lauti compensi e beneficianti, per la maggior parte, essendo professionisti in quiescenza, di pensioni d’oro), che non fanno parte del contratto di governo; o per bandire nuovi concorsi per altri magistrati onorari, futuri precari, non necessari al sistema giustizia che si sta dotando di magistratura professionale vincitrice di concorso, e che dopo tre anni faranno vertenze allo Stato Italiano, in applicazione delle direttive CE,  magari indossando gilet gialli e restando forse più simpatici dell’attuale magistratura onoraria.

Inoltre la procedura d’infrazione del Parlamento Europeo è alle porte e si basa sulla disparità di trattamento economico giuridico sussistente nella magistratura tra magistrati togati e magistrati onorari, che svolgono la medesima funzione, ed è auspicabile per tutti che tale situazione sia definita urgentemente in Italia, con una riforma che sani definitivamente le gravi violazioni attinenti alla magistratura onoraria precaria che ha contribuito con il proprio lavoro ad aumentare di un punto percentuale il pil nazionale.

La riforma Orlando che entrerà definitivamente in vigore nel 2021, ha decapitato le retribuzioni percepite da oltre 25 anni dai giudici di pace, triplicando le loro competenze, compiendo una manovra che in situazioni similari la Corte Costituzionale ha già definito illegittima e minatoria della indipendenza terzietà ed imparzialità della magistratura e che apre un vulnus pericolosissimo anche per la magistratura togata.

I cittadini italiani meritano una Giustizia che funzioni a pieno ritmo, con incremento di produttività e non minata da scioperi continui di magistrati precari che lavorano a rischio di terzietà ed imparzialità senza diritti.

La riforma della magistratura onoraria deve avere lo scopo primario di soddisfare i complessivi benefici organizzativi, finanziari e macroeconomici che potrebbero essere conseguiti grazie al lavoro effettuato a pieno regime dai giudici di pace got e vpo e di ripristinare finalmente la pace sociale nell’ambito della giurisdizione.

A

dduso Sebastiano

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