Scandalo USA, l’avvocato ammette: “Trump mi chiese di pagare le prostitute per il loro silenzio”
La verità dietro lo scandalo che ha coinvolto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta per venire alla luce. L’ex manager della campagna elettorale Paul Manafort ieri è stato dichiarato colpevole di otto dei 18 capi di imputazione per reati finanziari che pendevano sulla sua testa. Negli stessi minuti Michael Cohen, storico (ex) avvocato del presidente, si consegnava negli uffici newyorchesi dell’Fbi e raggiungeva un accordo di ammissione di colpevolezza con i procuratori federali su diversi capi di imputazione, dalle frodi bancarie (per 20 milioni di dollari, pare) e fiscali alle violazioni delle regole per i finanziamenti elettorali.
Sono soprattutto queste — riguardanti le somme versate nel 2016 per pagare il silenzio di due donne che sostengono di aver avuto una relazione con Trump — a imbarazzare la Casa Bianca. Nella sua dichiarazione di colpevolezza Cohen ha detto che quelle somme, tra cui i 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, sono state pagate in «coordinamento e sotto la direzione di un candidato a un ufficio federale». Michael Cohen potrebbe in futuro dover scontare tre-quattro anni di carcere, molti meno della decina che rischiava andando a processo.
Non è ancora chiaro invece se collaborerà con gli investigatori, cosa che costituirebbe un grande, ulteriore rischio per il presidente perché Cohen potrebbe fornire informazioni compromettenti al procuratore Robert Mueller, che indaga sulle interferenze russe durante le presidenziali 2016 e l’ipotesi di collusione con la campagna di Trump. A luglio il suo legale aveva diffuso una registrazione tra lui e Trump in cui il presidente sembra autorizzarlo a procedere con il pagamento della modella di Playboy Karen McDougal, altrimenti pronta a vendere la sua storia ai media.
I
ntanto ad Alexandria, nello Stato della Virginia, al quarto giorno di camera di consiglio, la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto su tutti i capi di imputazione contro Manafort. L’ex manager della campagna di Trump è stato dichiarato colpevole rispetto a 5 accuse di frode fiscale, due di frode bancaria e per l’occultamento di un conto bancario estero. Sugli altri dieci capi d’accusa il presidente della corte è stato costretto a invalidare il processo, ma Manafort rischia comunque di passare il resto della sua vita dietro le sbarre. Nuove grane per Trump, dunque, che vede sempre più avvicinarsi l’Impeachment.
Lascia un commento