No, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, non ha sbagliato. La stampa ha subito crocifisso il Ministro, esultando per il suo ennesimo scivolone grammaticale.
Ma permettetemi di “spezzare una lancia” a favore della Fedeli. Nel corso dell’intervento, tenutosi durante “Stati generali dell’alternanza scuola-lavoro”, l’espressione: “perché offrano percorsi di assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse”, come riportato da Il Foglio, ha subìto un ingiusto processo alle intenzioni, perché quel “sempre più” indica l’avverbio vieppiù (in modo sempre maggiore, ancora, sempre più).
Cari colleghi, cari italiani, la prossima volta consiglio un’analisi più attenta delle dinamiche. Anzi, condannare è sempre più semplice, soprattutto nel periodo in cui le notizie camminano velocemente in questo mondo fatto di internet.
Quindi, il Ministro non ha sbagliato. Non questa volta. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Una laurea non conferisce il dono dell’“impossibilità di sbagliare”. Adesso, come in tante altre occasioni e forzature della lingua italiana, aspettiamo il verdetto dell’Accademia della Crusca, che è già intervenuto per rendere lecito quello che agli occhi di tutti è sembrato un errore grave.
a cura di Maria Ida Sorrentino
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