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Castellammare di Stabia

Il Motore a Idrogeno, un’alternativa promettente ai combustibili fossili per la mobilità del futuro

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Ormai, è un po’ di tempo, che si sente parlare di auto ad idrogeno, e molti pensano che non siano macchine elettriche o che addirittura l’idrogeno venga bruciato.

Facciamo un po’ di chiarezza, in merito alla questione e che futuro potrebbe avere una risorsa come  nel settore dell’auto e della mobilità tutta.

Prima di tutto bisogna distinguere tra veicoli che, si occupano del trasporto pubblico come i Bus e le Automobili.

In questo articolo, ci occuperemo delle Automobili, perché sicuramente presentano una tecnologia più complessa ed avanzata e nello stesso tempo diversificata.

Infatti, possiamo distinguere, automobili che montano una tecnologia Full Cell, che è quella più diffusa ed una tecnologia a Combustione interna, meno diffusa, e  possiamo dire già abbondonata dalle case automobilistiche più importanti.

Motore ad idrogeno con tecnologia FULL CELL:

Per quanto riguarda l’efficienza, le Celle a combustibile riducono le perdite energetiche, tanto che possono raggiungere un’efficienza del 40-60% per la produzione di energia elettrica. Quindi, parliamo sempre di motori elettrici, ma alimentati non da batterie al litio o terre rare ma da Idrogeno, che è presente in natura in quanto è composto da ossigeno.

L’auto sarà dotata di bombole di idrogeno, nelle celle l’idrogeno reagisce con l’ossigeno dell’aria, creando una reazione elettrochimica, in questa fase gli elettroni si separano dall’idrogeno e generano una corrente elettrica, simultaneamente i protoni attraversano una membrana elettrolitica per combinarsi insieme all’ossigeno e formare acqua ( che sarebbe l’unico componente di sottoprodotto che viene espulso dall’intero processo, parliamo del famoso vapore acqueo. La ricarica, alla colonnina, delle bombole di Idrogeno è veloce all’incirca 3 minuti

Motore ad idrogeno attraverso una combustione interna tipo i motori termici benzina o diesel:

Questi motori, funzionano come i motori tradizionali termici, ma bruciano idrogeno, anziché combustibili fossili. Il processo mette in atto una combustione termica.

L’idrogeno viene iniettato nel cilindro, dove si mescola con l’aria.

La miscela, si comprime e poi si accende dando vita ad una combustione che fa muovere i pistoni. Il problema, in questo caso, sono le emissioni, in quanto la combustione, avvenendo ad alte temperature può formare ossidi di azoto (NOx) che sono inquinanti atmosferici dannosi. Motivo per cui, molte case automobilistiche hanno abbondonato questa tecnologia. Infatti negli USA, viene usato come indicatore per verificare se un’auto è altamente inquinante.

Un altro problema che si pone, riguarda la produzione dell’idrogeno, distinguiamo l’Idrogeno, che arriva da fonti rinnovabili, detto Idrogeno Verde proveniente da Energia Solare, Eolica o Idroelettrica.

Oppure, parliamo di Idrogeno Grigio, che proviene da una lavorazione del Metano ( e quindi, dà un prodotto altamente inquinante, perché non viene catturato il Carbonio (C)

In conclusione, parliamo di una tecnologia che potrebbe darci un futuro green, ma richiede, investimenti in strutture per produrre l’idrogeno verde, quindi, aumentare la produzione di energie rinnovabili e potenziare il trasporto presso i distributori, che ad oggi, in Italia ce ne sono solo due, uno a Bolzano perché vicino ad una Centrale Idroelettrica e di proprietà dell’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche e l’altro a Mestre di proprietà dell’Eni.

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