Novecento di Alessandro Baricco incanta il pubblico a Gussago (Brescia)

Nella Sala Civica di Gussago, va in scena Novecento, la leggenda del pianista sull’Oceano, che...

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Nella Sala Civica di Gussago, va in scena Novecento, la leggenda del pianista sull’Oceano, che visse tutta la sua vita su una nave, senza mai voler scendere

Novecento di Alessandro Baricco incanta il pubblico a Gussago (BS)

Alessandro Baricco ha scritto la magica storia di un trovatello – di nome Novecento – nato su un grande piroscafo, che per lui è stato il suo unico mondo vissuto e conosciuto e dal quale non si è voluto separare neanche al momento della tragica morte che lo attende, quando la nave ormai vecchia e malridotta, verrà affondata con la dinamite.
Il grande pubblico si è commosso a vedere questa storia raccontata nelle sale cinematografiche di mezzo mondo con il titolo “La leggenda del pianista sull’Oceano”. Il pubblico bresciano recentemente l’ha sentita recitare direttamente dalla bocca dell’Autore in un Teatro Sociale stracolmo di pubblico variegato, venuto ad omaggiare Baricco che con pathos ha fatto apprezzare la “liricità del testo” e la sua struggente bellezza.
La storia immaginata è una moderna rivisitazione dell’intramontabile “mito della caverna” che già Platone ci narrava 500 anni prima di Cristo. L’uomo è chiuso e soggiogato nel “suo” mondo-caverna e pensa che sia il solo ed unico mondo esistente. E se qualcuno gli dice che fuori della sua caverna c’è un mondo, un universo di vita e di vite differenti, che val la pena di vedere ed esplorare, l’uomo-prigioniero si rifiuta di andare a vedere. Egli non vuol rischiare, per incredulità o per paura. A proposito di questo inossidabile “mito” è il caso di dire che “queste cose non sono vere, ma sono sempre esistite”. E sempre esisteranno.
La vicenda di Novecento è diventata un testo teatrale di provata efficacia. A Brescia il CTB ed Teatro Laboratorio ne hanno curato uno spettacolo, per la regia di Anna Meacci, interpretato dall’ottimo Sergio Mascherpa. Protagonista unico, egli sostiene con consumata efficacia un unico, lungo monologo che fa da voce narrante dell’intera struggente vicenda. È il trombettista della nave “Virginian”, che di Novecento fu amico, a far rivivere al pubblico la storia singolare del trovatello abbandonato su un pianoforte, quel pianoforte che egli suonerà di getto, ed improvvisando, per tutta la vita, senza mai staccarsene. Come dalla sua nave, dalla quale non volle mai scendere, per paura di abbandonare il riparo sicuro nella sua nave-caverna. Personaggio delicato, quello di Novecento, che suscita in noi tenerezza ed umana comprensione, per le sue – e per le nostre – debolezze.

Mascherpa, invece, con vigoria teatrale riesce a dare le giuste tonalità ai vari passaggi del racconto, ora lirico, ora drammatico: ride e piange, gioisce e si dispera, con una grazia scenica tutta sua. Da vero mattatore. Avrebbe meritato più di un applauso a scena aperta, ma il pubblico, attento e rapito dalla insolita narrazione, ha preferito soprassedere e tributargli il meritato plauso a fine spettacolo. Con calore e convinzione, al quale anche noi ci associamo.
Sobrie ma efficacemente evocative le scene di Giacomo Andrico. Appropriati ed impeccabili i costumi di Mariella Visalli. Buone le luci approntate da Nicola Ciccone.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della manifestazione “Impronte Teatrali – pressione bassa”, che si prefigge di agevolare – anche in provincia – la diffusione di idee attraverso la nobile arte del teatro.

La recensione si riferisce allo spettacolo di sabato 12 ottobre.
Carmelo TOSCANO

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