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Castellammare di Stabia

Juve Stabia – Salernitana (1-0): Il podio e il contropodio gialloblù

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a Juve Stabia supera la Salernitana confermandosi protagonista nella corsa ai playoff per la massima serie. Decide il derby il gol del giovane Fortini

PODIO

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Medaglia d’oro: a Niccolò Fortini, che regala a tutta Castellammare una serata da sogno. Meglio aver “perso” il gol a Cesena ed aver firmato quello contro i granata: più bello, importante e soprattutto suo. Il ragazzo scuola Fiorentina sente la pressione, non a caso Pagliuca lo rimprovera ricordandogli di essere sceso in campo in pantofole. Dopo l’erroraccio del primo tempo, recupera alla grande nel secondo trasformando con precisione l’occasione, molto simile, che nel secondo tempo di Cesena aveva mandato fuori.

Medaglia d’argento: a Patryck Peda, un gigante della difesa dinanzi a Cerri. Il polacco concede al centravanti della Salernitana almeno dieci centimetri che, però, in fase di marcatura non so vedono affatto. Il 45 gialloblu ingaggia con il rivale un duello d’altri tempi fatto di contrasti, spinte e maglie allungare. Non solo “sporco” ma anche autoritario quando c’è da impostare. L’unico rammarico è non poter contare su un opzione per il suo riscatto a fine campionato.

Medaglia di bronzo: a Romano Floriani Mussolini, semplicemente inarrestabile. Sembra la sfera di un flipper che, impazzita, rimbalza da una parte all’altra dello schieramento facendo costanti danni alla Salernitana. La sua progressione è da cavallo di razza non solo quando c’è da attaccare ma anche in ripiegamento difensivo, fase di gioco in cui mostra la lucidità del veterano. Costringe Njoh a trattenerlo ed al secondo cartellino giallo già nel primo tempo.

CONTROPODIO

La sensazione è che il blocco “titolare” della Juve Stabia sia ormai maturo e consapevole tanto da poter giocare alla pari contro chiunque. Purtroppo non può dirsi altrimenti di chi al momento è una seconda linea. Chi entra, infatti, mostra ancora gap mentali e tattici che in gare tirate possono diventare un fattore. Così Louati, che deve evitare entrate di quel tipo, al netto del personale metro di giudizio dell’arbitro e, soprattutto, Meli, ancora una volta subentrato con palese indolenza. Non riuscire a tenere il passo di qualsiasi avversario è sintomo di mancata connessione in primis mentale e poi fisica col resto della squadra, e non è la prima volta. Pagliuca è stato chiaro: “se le ambizioni dei singoli non collimano con quelle collettive se ne terrà conto nelle scelte”.


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