Il mondo del calcio italiano piange la scomparsa di Enzo Ferrari, ex calciatore e soprattutto stimato allenatore, che si è spento quest’oggi. La notizia ha toccato particolarmente la piazza di Castellammare di Stabia, dove Ferrari ha lasciato un segno indelebile sulla panchina della Juve Stabia.
È soprattutto in panchina che Enzo Ferrari ha saputo esprimere al meglio le sue qualità. Uomo di campo pragmatico ma capace di valorizzare il talento, ha guidato numerose squadre in diverse categorie, dimostrando una notevole capacità di adattamento e una profonda conoscenza del gioco. La figura di Enzo Ferrari nel panorama calcistico italiano è stata quella di un uomo di campo a tutto tondo, un allenatore carismatico e navigato. La sua scomparsa priva il calcio di una voce autorevole e di un personaggio che ha attraversato diverse epoche del nostro pallone, sempre con passione e dedizione. Nato in Veneto, ma con un forte legame con piazze del Sud Italia come Palermo, Reggio Calabria e Castellammare di Stabia, Ferrari incarnava un calcio fatto di grinta e attaccamento alla maglia.
L’esperienza di Enzo Ferrari sulla panchina del Real Saragozza rimane una pietra miliare nella sua carriera e un motivo di grande orgoglio per il calcio italiano. La sua vittoria allo Stadio Santiago Bernabéu contro il Real Madrid è un’impresa rara, riservata a pochi allenatori nella storia del calcio.
Nel 1997, il presidente Roberto Fiore lo portò a Castellammare di Stabia, un colpo ad effetto per la Juve Stabia. La stagione sotto la sua guida fu positiva, con la squadra che sfiorò i play-off. Tuttavia, nel 1998, Ferrari fu esonerato e al suo posto arrivò Pasquale Casale. Questa scelta non diede i frutti sperati, con le “vespe” che mancarono l’accesso ai play-off. Si narra che questa decisione non fu ben accolta da una parte dello spogliatoio, che aveva instaurato un forte legame con Mister Ferrari.
Ferrari era un allenatore di grande esperienza, avendo guidato anche l’Udinese, dove lanciò talenti del calibro di Franco Causio, Edinho e Zico. Palermo, Avellino, Trieste, Reggio Calabria e Alessandria sono altre piazze importanti che lo hanno visto protagonista nel corso della sua lunga e significativa carriera.
Il Mister ha rappresentato una figura di allenatore “all’antica”, un uomo di campo che viveva il calcio con intensità e che sapeva trasmettere ai suoi giocatori la sua passione e la sua grinta. La sua scomparsa lascia un vuoto nel calcio italiano, ma il ricordo delle sue imprese e della sua umanità rimarrà vivo nei tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato.





