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Castellammare di Stabia

Editoriale Juve Stabia – Giugliano: il calcio è fatto di casi, ma più casi non fanno il calcio.

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Editoriale Juve Stabia – Giugliano: pareggio con i tigrotti. Vespe che restano al primo posto e salgono a quota 45 con un +4 sull’Avellino.  Gli irpini in questo turno rosicchiano due punti e salgono a 41.Il Crotone si attesta a 39. 

Vi proponiamo il nostro pensiero sulla Juve Stabia, espresso nel nostro editoriale post derby con il Giugliano terminato 0-0 con qualche errore grave commesso dalla quaterna arbitrale.

Al fischio di inizio, le due compagini si studiano e, nonostante Bertotto ed il Direttore Sportivo Antonio Amodio avessero pubblicamente dichiarato di volersi venirsi a giocare la partita, per il Giugliano è stata una gara tutta difesa tranne qualche tentativo di contropiede.Al 14’ iniziano le vespe a creare, a costruire, così come al 19’, al 27’, al 29’ , al 42’ e al 44’.

Non sono solo numeri, sono le volte in cui tra ripartenze ed attacchi la Juve Stabia ci prova, c’è e si vede.Al fischio del secondo tempo, ci sono più occasioni da sfruttare per i gialloblù di Mister Pagliuca che spingono, irrefrenabili, l’acceleratore ma senza trovar la retta via della porta avversaria.

Il derby del Menti non si sblocca, la gara termina con un il classico pareggio ad occhiali.Eppure se per caso l’arbitro fosse stato un tantino più onesto nel segnalare una serie di falli da “ gioco pericoloso”, di certo sarebbe stata un’altra partita.

Metti caso che il direttore di gara avesse dato due rigori che appaiono netti a favore delle vespe, sarebbe stata un’altra partita.Eppure, metti caso, Mister Pagliuca e Leone fossero stati presenti sul rettangolo verde, anche lì di sicuro sarebbe stata un’altra partita.

Juve Stabia – Giugliano: quando il giudizio incide

Il termine “arbitro” deriva dal latino arbitratus “giudizio”, e in senso generico indica una figura preposta alla risoluzione imparziale di una controversia tra due parti.

In senso generico, appunto, perché nel derby Juve Stabia – Giugliano ha invece condizionato risultato e classifica.Come dichiarato da Cucchi, giornalista ed ex telecronista, : ” C’è qualcosa che accomuna arbitri e radiocronisti.

Entrambi usano i loro occhi e la loro esperienza per fare il loro lavoro: decidere da una parte e raccontare una partita dall’altra.Dentro lo stadio ma in campo gli uni e in tribuna gli altri.

Non sul divano di casa o in uno studio TV con 24 telecamere e decine di replay.Decidono e raccontano in tempo reale, cercando di capire e rischiando di sbagliare.”

Ma c’è una enorme differenza tra le parti: il giornalista può correggere se sbaglia, l’arbitro no, resta nella sua convinzione.

Perfetta appare, dunque, la canzone di De Gregori “ La leva calcistica della classe ‘68” che recita:

Nino capì fin dal primo momento

L’allenatore sembrava contento

E allora mise il cuore dentro le scarpe

E corse più veloce del vento

Prese un pallone che sembrava stregato

Accanto al piede rimaneva incollato

Entrò nell’area tirò senza guardare

Ed il portiere lo fece passare

Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore

Non è mica da questi particolari

Che si giudica un giocatore

Un giocatore lo vedi dal coraggio

Dall’altruismo e dalla fantasia.

Amplificando il senso della delusione cocente di una partita, quei ragazzi nel derby gialloblù hanno creato occasioni a dispetto di un Giugliano stretto a catenaccio, e pertanto vanno applauditi ad uno ad uno.Ci sarà il tempo, molto breve, in cui insieme agli applausi si ritornerà a cantare e a gioire per una meritata vittoria!


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