Castellammare di Stabia “Le donne del palcoscenico tra vita e teatro”

Il nostro personale racconto dell'evento organizzato “Achille Basile – Le ali della lettura” e la Fidapa Sez. di Castellammare

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In occasione della Giornata Internazionale della Donna, presso la Sala Convegni della Banca Stabiese si è svolta la conferenza sul tema “Le donne del palcoscenico tra vita e teatro”.

Un folto pubblico ha partecipato all’interessante evento organizzato dalle associazioni “Achille Basile – Le ali della lettura” e la Fidapa Sez. di Castellammare.

Ha coordinato gli interventi Carmen Matarazzo, Presidentessa dell’Associazione “Achille Basile” e promotrice di importanti incontri e manifestazioni culturali.

Dopo i saluti della prof.ssa Matarazzo e della vicepresidentessa della Fidapa, Anna Esposito, ha relazionato la prof. Giuseppina Scognamiglio, ordinario di Letteratura teatrale all’Università “Federico II” di Napoli.

La prof.ssa Scognamiglio con acute osservazioni sulle vicende di alcune donne della famiglia Scarpetta – De Filippo – o ad essa legate – ha aperto uno spiraglio sulla società del tempo.

Donne, come Paola Riccora, che cercavano di ritagliarsi un proprio ruolo nella vita e sulla scena nella società maschilista di fine Ottocento e inizio Novecento.

Paola Riccora, pseudonimo di Emilia Capriolo-Vaglio fu una famosa commediografa napoletana che scrisse molte commedie dal 1916 fino agli anni Sessanta del ‘900.

Le sue commedie furono recitate, fra altri, da Ettore Petrolini, Paola Borboni, Nino Taranto, Macario e i De Filippo.

Le parole della Prof.ssa Scognamiglio che presenta le donne da palcoscenico

“Si è sacrificata per la famiglia e ha scritto sotto falso nome perché altrimenti non sarebbe stata considerata una donna perbene.

“Chi recitava a quei tempi era considerata ancora peggio.”

Oggi  è ricordata soprattutto per la commedia “Sarà stato Giovannino” scritta nel 1933  per la compagnia teatrale di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo.

Negli anni Trenta i De Filippo, infatti, non riuscendo a “sfondare”, si rivolsero alla più grande commediografa dell’epoca e le commissionarono la commedia, che ebbe un enorme successo.

La prof.ssa Scognamiglio ripercorre poi le vicende della famiglia Scarpetta – De Filippo attraverso le sue donne: storie dalla trama degna delle più intricate fiction televisive.

Maria Scarpetta, Titina De Filippo e sua madre Luisa De Filippo

Le figure femminili su cui si sofferma la prof.ssa Scognamiglio sono Maria Scarpetta, Titina De Filippo e sua madre Luisa De Filippo.

Titina De Filippo, attrice bravissima e dalla forte personalità, ha dovuto fare un passo indietro, interpretare solo i ruoli scelti per lei dai suoi fratelli.

Spesso poi doveva mediare tra Eduardo e Peppino che avevano rapporti difficili, soprattutto per il carattere polemico di Peppino.

Maria Scarpetta

Maria Scarpetta, figlia di Eduardo, era nata da una relazione che egli aveva avuto con la maestra di musica dei suoi figli, ma accolta come figlia legittima.

La ragazza avrebbe voluto fare l’attrice, il padre non gliel’aveva consentito e lei cominciò a scrivere, creando molte commedie con lo pseudonimo di Mascaria.

Luisa de Filippo

Vittima della prevaricazione maschile è Luisa De Filippo, la madre di Titina, Eduardo e Peppino, che ha visto infranti tutti i suoi sogni giovanili a causa di uno stupro.

Anche l’attrice Monica Todino, nella sua tesi del master in cinematografia, si è occupata di Luisa De Filippo.

Affascinata da questa famiglia allargata, incomincia a fare ricerche e scrive un dramma con tanto di scene, basato sulla vita sofferta e dolorosa di Luisa De Filippo, dal titolo “Un’altra storia”.

L’opera, che si basa su fatti realmente accaduti, parte dalla nascita di Luisa e ripercorre gli eventi fino alla rottura dei De Filippo.

Luisa, nipote di Rosa, la moglie di Eduardo Scarpetta, a diciassette anni viene letteralmente venduta agli zii.

Ufficialmente è ingaggiata come sarta nella compagnia teatrale di Scarpetta, ma alla prima della commedia “Na Santarella” a Roma viene stuprata.

La morale dell’epoca era molto diversa da quella odierna e la ragazza, essendo stata disonorata, non poteva più sposare il giovane di cui era innamorata.

Questa la dolorosa realtà di quegli anni con la quale dovevano fare i conti moltissime donne e, più si scendevano i gradini sociali, più cresceva la sofferenza femminile.

L’intervento di Anna Spagnuolo in questo evento sulle donne da palcoscenico

Con la bravissima attrice e cantante stabiese Anna Spagnuolo si passa dalla Napoli dei primi decenni del Novecento alla Napoli degli anni Ottanta.

La figura femminile è un personaggio di un’opera del compianto Enzo Moscato, drammaturgo, attore e regista italiano recentemente scomparso.

“Moscato insieme a Santanelli e Annibale Ruccello sono i fondatori della nuova drammaturgia napoletana, una drammaturgia popolare, verace, a volte cruda. – ha affermato Anna Spagnuolo.

“Il dopo Eduardo è stato scandito da questi autori, anche da Roberto De Simone, che si occupava principalmente del teatro musicale, però loro hanno dato una grande svolta al teatro.”

Di Enzo Moscato Anna Spagnuolo ha recitato con molta bravura un brano tratto dalla “Carmen” (Carmèn come si dice a Napoli), personaggio femminile libero, con tutte le sue umane debolezze.

Non poteva mancare il ricordo del grande interprete e drammaturgo stabiese Annibale Ruccello, con un altro personaggio femminile del teatro di quegli anni.

Adriana è la protagonista di un’opera di Annibale, “Notturno di donna con ospiti” ambientata in provincia di Napoli, nella quale rivive il dramma di Medea.

Monica Todino ci ha regalato un’intensa interpretazione di Adriana in alcuni passi del dramma, una donna in crisi che non riesce più a trovare la propria dimensione.

Marta Abba tra le donne da palcoscenico

In conclusione, la prof.ssa Scognamiglio ha presentato un aneddoto riguardante un’altra donna di teatro: l’attrice Marta Abba.

Si tratta precisamente di un contrasto tra Marta Abba, musa di Pirandello, e Peppino De Filippo: l’attrice accusava De Filippo di sminuire la grandezza pirandelliana.

Dopo una sua ’intervista al “Quotidiano”, non molto lusinghiera nei confronti di Peppino, questi scrisse in risposta una lettera  di cinque cartelle dello stesso tono.

La lettera, ritrovata dalla prof.ssa Scognamiglio nell’archivio di suo nonno, Guglielmo Genovese che era un editore, fu spedita da Peppino al direttore di “Momento Sera” ma mai pubblicata.

Questo documento è una preziosa testimonianza della storia della famiglia De Filippo, una storia avvincente, che merita di essere conosciuta.

Dal secolo scorso sono stati fatti notevoli passi avanti nel processo di emancipazione femminile – e il Direttore della Banca Stabiese, dott. Maurizio Santoro, salutando i presenti, ne ha evidenziato alcuni.

È molto cresciuto il livello di istruzione tra le donne (per esempio il numero delle laureate in medicina ha superato quello dei laureati) e si aprono per loro nuove opportunità lavorative.

Ma alcune indagini ci mostrano un paese dove ci sono ancora troppe disuguaglianze di genere negli ambienti lavorativi, in famiglia, nell’istruzione.

Tanto resta ancora da fare, se quasi ogni giorno nel nostro paese le donne vengono maltrattate, violentate o uccise.

Il problema è che molti continuano a disseminare stereotipi e pregiudizi di genere. È dalla cultura che bisogna partire per cambiare le cose.

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