Il governo è spaccato sull’ipotesi della nazionalizzazione delle tratte gestite da Autostrade per l’Italia dopo la tragedia di Genova. L’esecutivo teme una disputa legale di anni, una maxi penale e tempi lunghi per la ricostruzione del ponte Morandi. Si ragiona su nuove regole: meno utili e obblighi maggiori nei risarcimenti allo Stato. Il nodo dei controlli
Il leghista Giancarlo Giorgetti, al Meeting di Rimini, gela i grillini e dice chiaramente no all’intervento dello Stato: “Bisogna agire in modo razionale”. Il leghista gela i grillini: bisogna agire in modo razionale. E apre allo sforamento del 3% e, mettendo in mostra – al di là delle dichiarazioni di unità – una frattura profonda tra le anime del governo, allontana il ritorno in mani pubbliche: «Non sono persuaso che la gestione dello Stato sia di maggiore efficienza», spiega Giorgetti ed aggiunge: dopo il crollo del ponte Morandi in molti hanno parlato sull’onda dell’emozione. Ora invece «occorre agire in modo razionale e con rigore».
Dal palco, sulla tragedia, si esprime anche l’ex ministro Pd delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che tributa un ricordo alle vittime e attacca: «Sono state dette troppe bugie, che disonorano i morti. Non c’è stata nessuna proroga delle concessione al 2042 e nessuna secretazione degli atti. Né ci è mai stata segnalata la necessità di limitazione del traffico».
La mossa per evitare lo strappo potrebbe essere una riscrittura della convenzione ponderandone bene tutti i punti con mente e occhi aperti a realtà e possibilità anche giuridiche e, proprio su queste, ragiona il professor Ugo Arrigo, fra i massimi esperti della materia, facendo un paragone estremo ma chiaro: «È come se dopo l’affondamento della Costa Concordia l’armatore avesse dovuto pagare al comandante Schettino tutti gli stipendi fino alla pensione».
In Borsa ieri il titolo è sceso del 4,6%: dal crollo di Genova l’azione ha perso quasi il 30% del valore. Il faro della Consob
Oggi il cda di Autostrade per l’Italia farà una prima approfondita ricognizione del crollo del ponte Morandi. La ricognizione riguarderà per forza di cose anche la lettera del ministero dei Trasporti che dà l’avvio alla procedura di revoca della concessione. La lettera è datata 16 agosto ma è stata consegnata alla società solo ieri, «brevi manu», nel corso di un incontro al ministero.
Intanto ieri sono stati consegnati, alle prime 5 famiglie (su 251) sfollate dall’area a rischio, gli appartamenti costruiti per le forze dell’ordine con la promessa che l’ultima assegnazione avverrà entro novembre, e speriamo che così sia: le esperienze del passato ci inducono al pessimismo visto quanto ancora NON è stato fatto in tantissime altre zone colpite anche da altri cataclismi; code ci sono, addirittura, ancora anche in Irpinia, ed è tutto dire.
Tra i primi assegnatari c’è il Sig. Danilo Linari che, ancora incredulo di avere di nuovo un tetto sulla testa, appoggiato alla parete dipinta di grigio, a stucco veneziano, dell’appartamento che gli è appena stato consegnato dal sindaco Marco Bucci e dal governatore della Liguria Giovanni Toti, tre stanze affacciate sul fiume, in mezzo agli alberi di San Biagio, afferma: ‘Con tante disgrazie nella vita, per una volta mi sento un privilegiato perché ho già la mia casa”.
La priorità, dicono “le autorità”, sarà per: disabili, famiglie con bambini e anziani. E speriamo che non sia sottinteso il solito: “ovviamente dopo la dovuta quota per i figli di un “dio” maggiore” che non mancano mai.
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