Vaccino gratis contro l’ influenza anche ai bambini?

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Due milioni di italiani sono stati colpiti dall’ influenza. Il picco è atteso tra una settimana, il rientro a scuola aumenterà il contagio. I Pronto soccorso sono al collasso. Per evitare una situazione analoga nella prossima stagione, il Ministero e l’Istituto Superiore di Sanità pensano a un piano che prevede il vaccino gratis anche ai bambini da uno a sei anni. «La situazione di emergenza ci richiama alla dimensione di quella che in genere viene chiamata «immunità del gregge» – scrive nel suo editoriale Alberto Mantovani, Direttore Scientifico Irccs Humanitas e docente di Humanitas University – e che io preferisco chiamare «immunità della comunità», i cui membri, solidali fra loro, pensano a proteggere non solo se stessi ma anche i più deboli».

Pronto il nuovo piano del governo: “Vaccino gratis anche ai bambini”

Ministero e Iss studiano l’estensione per la prossima stagione

ROMA – Offrire gratis i vaccini contro l’influenza anche ai bambini da uno a sei anni per impedire che dai nipoti si propaghi ai nonni. Tra i quali il virus, spesso sottovalutato come un banale malanno stagionale, miete oltre ottomila vittime l’anno. «Il ministero della Salute insieme a noi dell’Istituto superiore di sanità sta valutando se estendere anche ai piccoli il vaccino gratuito», rivela la ricercatrice del Dipartimento di infettivologia dello stesso Iss, Caterina Rizzo. «Se ne parla anche a livello europeo», conferma Gianni Rezza, che dirige il dipartimento. «Bisognerà superare le resistenze di chi dice che il vaccino non serve perché i bambini l’influenza la superano bene da sé», ammette Rezza. Che poi però motiva le ragioni della mossa pro-vaccino. «A parte il fatto che in alcuni casi, quando la febbre è molto alta, anche i piccoli corrono pericoli, ma come già fanno negli Usa immunizzarli significa impedire poi al virus di propagarsi in casa tra genitori e nonni».

A chi è già pronto a lanciare accuse di regali all’industria farmaceutica dopo le legge sui 10 vaccini obbligatori ecco però i numeri sciorinati dalla ricercatrice dell’Iss. «I vaccini in farmacia costano sui 18 euro il quadrivalente, che copre anche i due ceppi B che stanno colpendo quest’anno soprattutto la popolazione in età pediatrica, intorno agli 8 euro il trivalente, che copre i due ceppi A, solitamente più insidiosi e uno solo del B. Ma alle regioni costano la metà». Calcolando che i bambini tra uno e sei anni sono poco più di 3 milioni e 300 mila a un prezzo medio di 10 euro l’operazione richiederebbe un investimento di soli 30 milioni, nell’ipotesi poco plausibile che tutti i genitori corressero a immunizzare i propri figli. «Ma i risparmi sarebbero enormi – spiegano entrambi gli esperti – perché tra costi diretti e indiretti ogni influenzato costa allo Stato mediamente almeno 500 euro, mentre per chi viene ricoverato la spesa lievita a 1.500 al giorno».

Oggi il vaccino antinfluenzale è gratuito per tutti gli ultrasessantacinquenni, le donne al secondo e terzo mese di gravidanza, diabetici, malati cronici cardiovascolari e delle vie respiratorie, neurolesi, trapiantati e immunodepressi. I bambini di tutte le età pagano. E infatti tra loro gli indici di copertura vaccinale sono ancora più modesti di quel 20% raggiunto a fatica dalla popolazione generale. Mentre tra gli anziani il vaccino sta riprendendo un po’ quota dopo la debacle degli ultimi anni generata dagli ingiustificati allarmi sui lotti ritirati qualche anno fa. Ora tra gli over 65 la copertura ha superato quota 50%, anche se l’obiettivo minimo fissato dal ministero sarebbe del 75% e quello ottimale addirittura del 95.

Percentuali difficili da raggiungere in un Paese dove le balle spaziali sui vaccini si propagano senza alcun controllo. Come quelle sullo squalene, l’adiuvante presente nel vaccino influenzale particolarmente indicato per gli anziani perché ne rafforza le difese immunitarie e che i no-vax accusano di generare malattie autoimmuni. «Senza sapere che nonostante il nome che evoca predatori marini è una sostanza totalmente innocua che il nostro corpo secerne dalla pelle», spiega Rezza.

In attesa che la cultura vaccinale prenda piede nel nostro Paese, magari con la spintarella della gratuità, il nostro sistema sanitario fa però i conti con le solite disfunzioni organizzative che fanno ingolfare i Pronto soccorso degli ospedali.

«In questi ultimi giorni stiamo assistendo a una impennata degli accessi – spiega il dottor Rocco Pugliese, Presidente del Simeu – ma il problema grave non è chi aspetta magari sei ore per la visita. La situazione è drammatica quando, soprattutto per gli anziani, occorre il ricovero e invece mancano i letti in reparto». Colpa dei tagli? «Più che altro colpa della carenza di strutture territoriali intermedie, che dovrebbero accogliere chi non ha più bisogno dell’ospedale ma non può ancora nemmeno andare a casa». Nel frattempo, come ammette Pugliese, «i pazienti vengono assistiti sulle barelle e così arriviamo anche al paradosso di bloccare l’uscita delle ambulanze». Malattie di sistema che basta una banale influenza ad aggravare.

vivicentro.it/CRONACA – SALUTE E SCIENZE

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