Messina, la ZES peloritana accorpata all’ autorità portuale di Gioia Tauro

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I nodi continuano a venire al pettine. Ci riferiamo alla questione dell’accorpamento della nostra Autorità portuale con quella di Gioia Tauro, i vantaggi del quale saranno tutti da dimostrare in futuro, mentre i danni li stiamo già verificando.

In questo caso parliamo di ZES, acronimo che sta per le Zone Economiche Speciali introdotte dal Decreto Legge 91del 20 giugno 2017 (cosiddetto Decreto Sud), convertito in legge il 3 agosto.

La legge sulle ZES, già diffuse all’estero, individua zone del paese collegate ad una area portuale, destinatarie di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che consentano lo sviluppo di imprese già insediate e che si insedieranno, attraendo anche investimenti esteri. La ZES più famosa e sviluppata, ad esempio, è Dubai.

Ciascuna ZES, nel numero massimo di due per regione, verrà istituita dal Governo su proposta del presidente della regione interessata e, come recita il decreto, avrà un Comitato di Gestione presieduto dal Presidente dell’Autorità portuale, che si avvale del Segretario Generale dell’Autorità  portuale per l’esercizio delle funzioni amministrative.

Rebus sic stantibus appare ovvio che la sede della ZES coinciderà con la sede di una Autorità portuale esistente.

Ed infatti sembra certo che le due ZES siciliane saranno allocate a Palermo e Catania-Augusta, sedi, per l’appunto, di Autorità portuale.

Inoltre non crediamo possibile che la Regione Calabria, andando contro i propri interessi, vorrà estendere i limiti della ZES di Gioia Tauro al territorio messinese. Quindi le speranze che Messina possa beneficiare di tale provvedimento sono ridotte al lumicino.

In ogni caso è giusto non arrendersi e fare pressione sui vari livelli politici, da quello regionale al nazionale.

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A tal fine è stata lodevole l’iniziativa di Sicindustria, e della Camera di Commercio di Messina, subito condivisa dai sindacati, di promuovere un incontro per difendere l’istituzione della ZES a Giammoro. Così come apre qualche spiraglio il parere della Commissione Trasporti della Camera che, su impulso dell’on. Garofalo, invita “l’Esecutivo ad applicare in maniera più estensiva le norme sulla ZES”.

Nella stessa misura è da sostenere l’emendamento proposto dalla Giunta Accorinti per la modifica della norma del Decreto legge 91, che prevede un numero massimo di due aree per regione.

L’emendamento che ha l’obiettivo di consentire una terza ZES siciliana a Messina, propone l’istituzione di ZES “anche in deroga al numero massimo previsto dal comma 4-bis, per aree che presentino un nesso economico funzionale con un’area portuale di grande rilevanza… purché ricadente in territorio di Città Metropolitana sede di Autorità Portuale”. Quindi anche in questo caso la condizione necessaria è che Messina sia sede di Autorità portuale.

Tutto quanto detto conferma, ancora una volta, quanta importanza abbia la battaglia per la sopravvivenza dell’Autorità portuale di Messina. Ma i fatti dimostrano che non lo si è mai compreso sufficientemente.

Comunicato: MessinaCapitale


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