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Castellammare di Stabia

Le forze russe si stanno ritirando da un’altra grande città, Kharkiv

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Le forze russe si stanno ritirando dalla seconda città più grande dell’Ucraina, hanno detto i funzionari, in una delle sue più grandi battute d’arresto dalla ritirata da Kiev.

Secondo il New York Times, le forze armate di Mosca si starebbero ritirando da Kharkiv, la seconda città ucraina a nord dei territori contesi del Donbass, e si tratterebbe della seconda più importante battuta di arresto della “operazione speciale” dal suo inizio, lo scorso 24 febbraio

Secondo i funzionari, il Cremlino dovrebbe probabilmente reindirizzare le truppe verso sud-est, dove starebbe rafforzando la propria presenza a Izium, città a due ore da Kiev, catturata un mese fa, alle porte del Donbass.

LA SITUAZIONE

KHARKIV – Alla fine di marzo i soldati russi che per un mese avevano tentato di assediare la capitale Kiev si sono ritirati ed è stata l’ammissione implicita che la Russia aveva perso la prima fase della guerra.

Adesso è successo qualcosa di molto simile a Kharkiv, la seconda città del paese, nel nord, a pochi chilometri dal confine russo.

Da circa dieci giorni una controffensiva ucraina resa possibile dall’arrivo delle armi mandate dai governi occidentali spinge i soldati russi indietro, a distanze che superano anche i cinquanta chilometri.

I soldati russi si ritirano verso nord, quindi verso la Russia, e a est, verso il fiume Seversky Donetsk.

Come spiega una fonte militare a Repubblica,

«i russi hanno spostato molte forze nel Donbass e nell’area della città di Izyum, che fa da perno per la battaglia nel Donbass.

Questo vuol dire che le loro posizioni sono rimaste più sguarnite qui e noi abbiamo attaccato.

E’ tutta una questione di forze a disposizione e i russi non ne hanno un numero infinito.

Se spostano più soldati a sud ne hanno meno qui e noi avanziamo».

A vedere la lunga sequenza di villaggi liberati verso est, che da Tsirkuny arriva fino a Stariy Saltiv, l’impressione è che i russi si siano ritirati a grandi blocchi di due, tre villaggi per volta e in alcuni non abbiano nemmeno combattuto.

Se ne sono semplicemente andati, spesso lasciando molte trappole esplosive dietro di loro.

Le forze ucraine avanzano con circospezione e quindi procedono meno veloci di quanto potrebbero permettersi dato che in alcuni luoghi mettono piede per la prima volta e non sanno cosa aspettarsi.

La prima conseguenza di questo ritiro russo è che per la prima volta in circa ottanta giorni Kharkiv è finalmente fuori dal tiro dei bombardamenti russi più frequenti, quelli fatti con i cannoni e con i razzi Grad (non è fuori dal tiro dei missili, che sono più costosi e quindi più rari, ma questo vale per l’intera Ucraina fino a Odessa nel sud).

La seconda conseguenza è che la Russia ammette in modo implicito, per la seconda volta, di non avere abbastanza forze per vincere la guerra.

Prima si è ritirata per ko tecnico da Kiev, adesso si ritira dalla zona di Kharkiv, ed entrambe confinano con la Russia.

Il numero di soldati e di mezzi persi ogni giorno dai russi, è insostenibile.

Il paesaggio è punteggiato da carcasse di mezzi e questo vuol dire che sono troppi per essere rimossi tutti, perché di solito gli ucraini sono molto orgogliosi del fatto che riescono a pulire in fretta i segni della guerra.

Il territorio di Kharkiv serve anche da fondamenta per le battaglia del Donbass, da qui passano tutte le linee di rifornimento.

L’attacco a Kiev per rimpiazzare il governo ucraino è andato a vuoto e anche la messa in sicurezza del Donbass non c’è per cui , se i soldati russi non otterranno risultati significativi, entro breve si comincerà a parlare di fallimento su quasi tutta la linea.

I gruppi tattici di battaglia della Russia avevano tentato di prendere Kharikiv fin dal primo giorno di guerra, non ci erano riusciti e si erano limitati a scorrerle accanto,  verso sud e in direzione della battaglia del Donbass.

Da allora, per tutto questo tempo, le linee russe sono state appena fuori da Kharikiv e l’artiglieria ha bombardato senza pietà i quartieri residenziali con intenti punitivi costriggendo una parte della popolazione a fuggire e un’altra a trovare rifugio nelle stazioni sotterranee della metropolitana.

Adesso i rumori dell’artiglieria si sentono ancora ma in lontananza, riguardano altri luoghi fuori da Kharkiv.

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 Stanislao Barretta  / Redazione


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