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E’ morto l’ex premier Ciriaco De Mita: il ricordo

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Lutto nel mondo della politica. L’ex presidente del Consiglio e segretario della Dc Ciriaco De Mita, è morto questa mattina alle 7, all’età di 94 anni, nella sua abitazione di Nusco, in provincia di Avellino, città di cui era sindaco.

Lo ha reso noto il vice sindaco, Walter Vigilante.

De Mita era stato sottoposto a febbraio scorso a un intervento chirurgico per la frattura di un femore a seguito di una caduta in casa.

Secondo quanto si è appreso successivamente, De Mita è morto nella casa di cura Villa dei Pini di Avellino e non nella sua abitazione di Nusco. De Mita stava seguendo un percorso di riabilitazione dopo la frattura del femore per la caduta dello scorso febbraio. Poi, in aprile, il nuovo ricovero al Moscati di Avellino per un attacco ischemico. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni.

Quando è venuto a mancare si trovava nella struttura di riabilitazione Villa dei Pini di Avellino.

E’ morto l’ex premier Ciriaco De Mita. Il ricordo: Chi era!

Gli inizi

Figlio del sarto di Nusco, De Mita nasce nel paese irpino il 2 febbraio del 1928. E proprio nalla sua Nusco già nel 1943, a 15 anni, si iscrive alla Dc.

Consigliere nazionale del partito nel 1956, viene eletto deputato per la prima volta nel 1963. E da lì sarà sempre rieletto fino alla legislatura 2006-2008, ad eccezione del biennio 1994-96.

Nominato vicesegretario della Dc nel 1969, quando stringe con Arnaldo Forlani il Patto di San Ginesio, dalla località delle Marche dove si svolge un convegno.

Arriva così alla segreteria dello Scudocrociato l’altro ‘gemello’ appunto di San Ginesio, nel nome del rinnovamento da parte della generazione dei quarantenni.

De Mita premier

Presidente del Consiglio dal 13 aprile 1988 al 23 luglio 1989, De Mita viene considerato uno dei principali esponenti della Prima Repubblica. 

Diventa premier dopo la caduta del governo Craxi II, con l’incarico affidatogli dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Ai tempi De Mita guida  il celebre “pentapartito“, la coalizione formata da democristiani, socialisti, repubblicani, socialdemocratici e liberali. Cinque da “Penta”, appunto, mentre restava fuori il Partito Comunista

La sua nomina a Palazzo Chigi è la prima di un segretario Dc dai tempi di Amintore Fanfani.

Tre giorni dopo, le Brigate Rosse assassinano Roberto Ruffilli, senatore della Democrazia Cristiana e consulente di De Mita per le riforme istituzionali.

Ruffilli era stato in prima linea nella costruzione del nascente governo.

L’esecutivo De Mita cade dopo poco più di un anno a seguito della crisi di governo innescata da Bettino Craxi, suo principale alleato-rivale.

Lo stesso De Mita aveva giocato un ruolo importante, 16 mesi prima, nel dare una spallata al Craxi II. Mossa che lo aveva poi portato a Palazzo Chigi.

La Democrazia Cristiana

De Mita è stato segretario della Democrazia Cristiana dal 1982 al 1989 e presidente del partito dall’89 al 1992. Si prende la leadership di Piazza del Gesù il 6 maggio del 1982 e ci rimane nonostante la debacle elettorale del 26 giugno dell’anno dopo, quando la Balena bianca perde quasi sei punti percentuali rispetto alle consultazioni precedenti.

Sono le elezioni che portano Bettino Craxi alla guida del governo, inizio di un un’epoca che vedrà perennemente a duello i leader socialista e democristiano, con il fallimento del famoso patto della staffetta, che a metà legislatura avrebbe dovuto determinare un avvicendamento tra i due a palazzo Chigi.

Resterà segretario della Dc fino al 22 febbraio 1989, a suon di riconferme.

Sottosegretario e ministro 

Già sottosegretario a fine anni ’60 con il governo Rumor, De Mita è stato più volte ministro: la prima dal 1973 al ’74 come titolare dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, poi dal 1974 a ’76 come ministro del Commercio con l’estero e infine dal 1976 a ’79 agli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno.

Vicino al Quirinale

De Mita ha avuto anche la possibilità di diventare Presidente della Repubblica.

«Nel 1985, quando si trattava di scegliere il successore di Sandro Pertini, Alessandro Natta mi fece capire che i comunisti avrebbero potuto sostenere una mia candidatura al Quirinale».

Ma «ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l’analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare. Un Presidente della Repubblica non può chiacchierare».

Evocava, nell’occasione, quei ragionamenti elogiati da alcuni, criticati da altri, e che portarono l’avvocato a Agnelli a definirlo in modo pungente “un intellettuale della Magna Grecia”.

L’espressione intellettuale “è stata usata nei riguardi di Moro e paragonare un politico a Moro, dentro e fuori la Democrazia cristiana, è un complimento”, fu la replica dell’allora segretario della Dc, che non esitò a definire Agnelli “un mercante moderno, con poche idee e tanti interessi particolari”.

Parole che rivelano quanto De Mita fosse sì uomo di pensiero, ma anche di grinta e di azione.

La Seconda Repubblica

Al tramonto della prima Repubblica, tra il settembre 1992 e il marzo 1993, De Mita guida la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, e, dopo la breve parentesi del primo biennio berlusconiano, dal 1996 al 2008 torna in Parlamento.

Dal 2009 al 2014 diventa Europarlamentare. Negli anni successivi non lascia l’agone politico, né rinuncia ai suoi ragionamenti, fino a duellare con Matteo Renzi durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016.

Termina la sua vita e la sua carriera dove l’aveva iniziata: a Nusco, eletto per due volte sindaco, nel 2014 e nel 2019.

Del resto, come aveva modo di ripetere spesso, “senza memoria non ci può essere futuro”.

Sindaco di Nusco

Finisce la sua carriera dove l’aveva iniziata: nel 2014, a 86 anni, viene eletto sindaco della sua Nusco, mandato mantenuto, con riconferma, fino a oggi.

Nel 2015 alle elezioni in Campania aveva appoggiato la candidatura di Vincenzo De Luca, rompendo l’alleanza con il presidente uscente Vincenzo Caldoro.

Le reazioni alla morte dell’ex premier Ciriaco De Mita

Palazzo Chigi: “Protagonista della politica italiana”:

“Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più sentito cordoglio per la scomparsa di Luigi Ciriaco De Mita. Presidente del Consiglio tra il 1988 e il 1989, più volte ministro, protagonista della vita parlamentare e politica italiana nella sinistra democristiana, fino all’ultimo è stato impegnato nelle istituzioni locali, come Sindaco del comune di Nusco. Alla famiglia, le condoglianze di tutto il Governo”

Il segretario Pd Enrico Letta scrive su Twitter:

“Un appassionato di politica. Un grande leader che non si è mai tirato indietro nel compiere scelte difficili”.

“E che ha investito come pochi altri sull’apertura della politica ai giovani in un tempo in cui avveniva esattamente l’opposto. Tanti, intensi ricordi”.

Il ministro della Cultura, Dario Franceschini:

“Ci ha lasciato un Grande della Repubblica. Una intelligenza unica, un leader carismatico, un maestro di politica per intere generazioni, giovane fino all’ultimo giorno. Oggi un enorme dolore per tutti noi che gli abbiamo voluto bene”.

Paolo Cirino Pomicino, storico dirigente della Dc

«Ciriaco De Mita negli anni 80 segnò la rinascita della Dc e la ripresa del Paese. Oggi siamo lontanissimi da quella stagione, c’è una crisi dei partiti».

Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc:

«L’Italia perde un uomo che ha dedicato l’intera vita alla politica. 66 anni passati dentro la Democrazia Cristiana, prima da militante poi da segretario. De Mita è stato una colonna storica della Democrazia Cristiana. Un personaggio politico lungimirante che ha anche ricoperto il prestigioso ruolo di Presidente del Consiglio. Un irpino doc che ha messo a disposizione di Nusco, città natale, la sua competenza politica, ricoprendo il ruolo di sindaco tra le fila dell’Udc. Grazie di tutto, Ciriaco!»

Clemente Mastella, a Radio Anch’io su Rai Radio1:

«De Mita ha rappresentato una parte di storia personale e di storia italiana e l’orgoglio, la cultura della civiltà contadina, di arrivare alla gestione del potere nel nostro Paese non con una forma di arroganza, ma nel tentativo di cambiare le cose secondo quel tratto di umanità tipico della nostra gente. In parte fu anche incompreso».

Pier Ferdinando Casini in una nota:

«Uno degli ultimi grandi democristiani se n’è andato spegnendosi nella sua Nusco, quel paesino della montagna avellinese che per tanti anni è stato il crocevia della politica italiana. Ciriaco de Mita è stato a lungo al governo del Paese, ma in realtà ha concentrato le sue energie alla guida della Dc e nel tentativo di rinnovarla, in anni molto difficili per la Repubblica. In lui la passione per la politica e l’amore per la sua terra non sono mai venuti meno: si è sempre definito, solo e semplicemente, un democratico cristiano, anche dopo la morte della Democrazia cristiana».

Il commissario europeo Paolo Gentiloni su twitter:

«Ricordo Ciriaco De Mita. Le qualità di un leader politico autentico. L’orgoglio delle radici nel suo territorio. La statura intellettuale. E una straordinaria curiosità per le opinioni e le storie diverse dalle proprie».

Il vice presidente del gruppo di Fi alla Camera, Gianfranco Rotondi:

«Non eravamo pronti, non siamo pronti. Non muore un patriarca defilato ma un protagonista attivo con un pensiero moderno. La mia vita è scorsa fino a oggi nel ragionare con lui, spesso in disaccordo. Oggi mi sento disorientato, da domani parleremo dello statista, del leader, e avremo da parlarne per tutto il resto della nostra vita. Ora è un momento di dolore assoluto che mi unisce alla signora Annamaria e ai suoi figlioli».

Bobo Craxi su Twitter:

«Sono sinceramente addolorato per la scomparsa del presidente Ciriaco De Mita. E sono vicino alla mia amica Antonia De Mita».

Antonio Tajani, vicepresidente del partito popolare europeo, su Twitter :

«Con Ciriaco De Mita scompare un grande protagonista della politica italiana. Spesso non ho condiviso le sue scelte e le sue idee, ma ho condiviso con lui anni al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo dove avevamo costruito un bel rapporto umano. Una preghiera. Riposa in pace».

Il leader della Lega Matteo Salvini.

«Una preghiera per Ciriaco De Mita: al di là delle diverse opinioni, la sua passione per la politica e l’attenzione per la comunità meritano rispetto. Condoglianze alla sua famiglia».

Manca, ad ora (a quanto ci è dato sapere), Matteo RENZI, ma forse si è distratto o ricorda cosa De Mita ebbe a dire di lui:

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