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Castellammare di Stabia

Dossier Cerbero: la droga veniva trasportata in ambulanza

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Tra le migliaia di pagine del dossier Cerbero spunta il metodo che i D’alessandro utilizzavano per il trasporto degli stupefacenti: il clan si serviva delle ambulanze.

La marijuana, che da Gragnano arrivava a Castellammare, viaggiava in ambulanza.

Gli autisti, fingendo il trasporto di un malato, accendevano le sirene e a grande velocità ed evitando ogni tipo di controllo giungevano a destinazione.

Nel 2013, gli investigatori, coordinati dalla Procura Antimafia, intercettarono un dialogo tra Rossetti Antonio, alias o’guappone e Michele D’alessandro, figlio del boss Luigi, alias Gigginiello.

Gli investigatori ipotizzano che Antonio Di Martino, figlio del boss Leonardo o’lione, sia il fornitore principale di marijuana della cosca scanzanese.

In arrivo c’era un grosso carico proveniente da Iovane, frazione di Pimonte, con destinazione Scanzano.

Ed è proprio il percorso la problematica che avrebbe potuto bloccare gli affari.

Come è ben noto, l’unica strada che collega le due località è la Strada Statale numero 366 (super strada per Agerola).

Perciò il rischio di incontrare un posto di blocco era alto.

Così, il Rossetti propose a Michele la soluzione: “Come facemmo l’ultima volta. Mi deve scendere la marijuana, è pericoloso là. Lo facciamo portare nell’ambulanza, hai capito?”

In questo modo, l’ambulanza, sfrecciando ad alta velocità e con sirene accese, avrebbe illuso i controlli.

Dalle parole del Rossetti si percepisce come il metodo sia già stato utilizzato in altre circostanze.

Infatti, il pentito Valentino Marrazzo, ex dipendente della “croce verde”, ha ammesso in un interrogatorio di aver traportato in ambulanza un carico d’emergenza di un chilo di cocaina.

D’altronde il Rossetti, secondo l’Antimafia, sarebbe stato il reale gestore, dietro il prestanome di Alfonso Arpaia, della Croce verde, azienda che, in convenzione con l’ASL Napoli sud 3b, si occupava del trasporto dei malati.

Così il Rossetti incassava parte degli utili dell’azienda e utilizzava i mezzi per la realizzazione dei suoi intenti criminali.

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – De Feo Michele / Redazione Campania


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