14.9 C
Castellammare di Stabia

18 assoluzioni e 20 condanne nel processo sui casi di assenteismo

LEGGI ANCHE

La Corte d’Appello di Messina ha pronunciato 18 assoluzioni e 20 condanne nel processo sui casi di assenteismo all’ex provincia regionale.

La Corte d’Appello in composizione monocratica, Francesco Carmelo Tripodi il giudice, ha condannato ieri, nell’ambito del processo nato per gli impiegati assenteisti dell’ex Provincia di Messina, 39 dipendenti e ne ha assolti altri 18. Erano accusati di assenze ingiustificate tra la fine del 2012 e il luglio 2013. I dipendenti sono stati condannati alcuni ad un anno e 4 mesi, altri ad un anno e 2 mesi, uno solo ad un anno e sei mesi.

In primo grado il Tribunale di Messina, l’11 luglio 2019, nell’ambito del processo nato per gli impiegati assenteisti dell’ex Provincia di Messina, aveva condannato 39 dipendenti e assolti altri 18. Il Pubblico ministero aveva richiesto 44 condanne e 13 assoluzioni.

L’assenteismo ricalcava un notorio classico quanto dissimulato a tutti i livelli, della cultura lavorativa-sindacale nel sistema pubblico in Italia (e Sicilia): un dipendente che “si assentava dal luogo di lavoro, e tuttavia dissimulava tale assenza conferendo il proprio ‘badge segnatempo’» a un collega “il quale provvedeva – tramite la timbratura (‘strisciata’) del predetto badge, effettuata, in luogo del collega, nell’apposita apparecchiatura elettronica predisposta dall’amministrazione di appartenenza per la rilevazione ed il controllo dell’entrata e dell’uscita dal luogo di lavoro – a far falsamente apparire” il collega “presente nelle ore in cui costui era, in realtà, assente dal luogo di lavoro”.

Addirittura a qualche giorno l’uno dall’altro, in due casi a dicembre 2012: un dipendente si rese conto che era stata installata una telecamera dagli investigatori della Digos nel corridoio del piano terra vicino all’ingresso principale di corso Cavour della Provincia, quindi prese un bel bastone telescopico (“si muniva di bastone allungabile”) e cominciò a menare fendenti a destra e a manca fin quando la telecamera si frantumò (“rimossa dal suo alloggiamento prendeva a penzolare e, ulteriormente colpita dall’indagato, subiva il distacco del circuito”); pochi giorni dopo, un altro impiegato si accorse della telecamera che era stata collocata all’altro ingresso alla ex Provincia, prese il manico di una scopa e spostò le telecamere una per volta, rivolgendole verso il muro.

I condannati dovranno risarcire la parte civile, ovverosia la ex Provincia e pagare le spese processuali e legali di primo e secondo grado.

La provincia di Messina, successivamente “Provincia regionale di Messina“, è stata una provincia italiana della Sicilia. In ottemperanza alla legge regionale del 4 agosto 2015, la provincia di Messina ha cessato di esistere per essere sostituita dalla città metropolitana di Messina.

Nell’immagine di copertina, Palazzo dei Leoni, in Via XXIV Maggio, sede istituzionale della città metropolitana e sede della ex Provincia di Messina.

span style="color: #ffffff;">assoluzioni assoluzioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cittadella – Juve Stabia: La doppia faccia di Luca Pandolfi, dal flop a Castellammare al successo in Veneto

L'ex Juve Stabia affronta la sua vecchia squadra nel momento migliore della sua carriera, ma la memoria collettiva delle Vespe lo lega ad una stagione da incubo.
Pubblicita

Ti potrebbe interessare