Pure tre siciliani tra i 334 arresti in tutta Italia nell’inchiesta contro la ndrangheta

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Coinvolti nell’inchiesta anche Politici, avvocati, commercialisti, funzionari dello Stato e massoni. L’operazione coordinata dalla Procura di Catanzaro.

I Carabinieri del Ros e gli agenti del comando provinciale di Vibo Valentia hanno condotto un importante intervento che ha disarticolato tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta del Vibonese facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi.

La maxi operazione eseguita la scorsa notte, denominata “Rinascita-Scott”, ha portato all’esecuzione di più 334 ordinanze di custodia cautelare in tutto il territorio nazionale e al sequestro di beni per 15 milioni di euro.

Gli arresti sono scattati oggi, alle prime luci dell’alba, ordinati dal Gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Gli indagati sono 416, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose.

Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese si è congratulata con i Carabinieri per l’importante operazione “Un durissimo colpo inferto alla ‘ndrangheta operante nel vibonese e alle sue ramificazioni in Italia e all’estero che testimonia l’impegno quotidiano e la grandissima capacità investigativa ed operativa della magistratura e delle forze di polizia nella lotta alle organizzazioni criminali”.

Coinvolti Politici, avvocati, commercialisti, funzionari infedeli dello Stato e massoni figurano tra gli arrestati della maxi operazione.

“E’ la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo” ha dichiarato il Procuratore della DDA di Catanzaro Nicola Gratteri “Abbiamo disarticolato completamente le cosche della provincia di Vibo ma ha interessato tutte le regioni d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Nell’ordinanza ci sono 250 pagine di capi di imputazione. È stato un grande lavoro di squadra fatto dai carabinieri del Ros centrale, di quello di Catanzaro, e del comando provinciale di Vibo Valentia“. E ancora ha aggiunto Gratteri “Alla fase esecutiva dell’operazione hanno preso parte circa tremila militari con tutte le specialità, dal Gis al Tuscania ai Cacciatori, tutte le sezioni Ros d’Italia e tutti i carabinieri della Calabria“.

L’operazione, come ha ancora spiegato il Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro dr. Gratteri parlando di un suo “sogno”, è iniziata il giorno stesso del suo insediamento nella Procura a Catanzaro e ha rischiato di essere danneggiata più volte da fughe di notizie, l’ultima volta mercoledì sera. Tanto che i 3000 Carabinieri impegnati nel blitz hanno dovuto accelerare anticipando l’operazione di 24 ore.

Tra gli arrestati c’è anche il presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo e sindaco di Pizzo (Vibo Valentia)

Un’altra figura di rilievo finita in galera è Giancarlo Pittelli, noto avvocato di Catanzaro, era stato senatore di Forza Italia, ex membro della Commissione Giustizia alla Camera, coordinatore regionale del partito di Berlusconi, poi passato nel 2017 a Fratelli d’Italia. È ritenuto la ‘cerniera’ verso i mondi con cui la famiglia Mancuso, mentre “assoggettava e opprimeva” il territorio, voleva fare affari.

In manette anche il comandante della Polizia Municipale di Vibo Filippo Nesci e l’avvocato Francesco Stilo, legale del titolare dell’assegno da 100 milioni di euro, arrestato nei giorni scorsi alla frontiera con la Svizzera. E ancora un dipendente del tribunale di Vibo Danilo Tripodi e il noto imprenditore del settore abbigliamento Mario Artusa.

Arrestato pure il sindaco Callipo, eletto con il Pd ma poi uscito dai dem e recentemente avvicinatosi al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Forza Italia, al quale aveva manifestato il suo sostegno alla candidatura alle prossime regionali, secondo l’accusa, grazie al suo ruolo politico ed amministrativo, avrebbe tenuto condotte amministrative illecite e favorevoli alle cosche, garantendo ad alcuni indagati benefici nella gestione di attività imprenditoriali. Nel corso dell’inchiesta, sono stati documentati summit di ‘ndrangheta finalizzati al conferimento di promozioni e di incarichi ad affiliati di rilievo acquisendo elementi di riscontro in merito alle formule rituali utilizzate dai sodali per l’assegnazione del grado di “tre quartino”. In totale sono stati sequestrati 15 milioni di euro di beni.

In cella anche un ufficiale dei Carabinieri, Giorgio Naselli, ex comandante del reparto operativo di Catanzaro e fino a ottobre comandante provinciale a Teramo prima di essere trasferito al Centro Sportivo Carabinieri nel ruolo di vice comandante. Ai domiciliari l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino e il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato, oltre a Filippo Nesci, comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia, ritenuto responsabile di episodi di corruzione in favore di esponenti dell’associazione, ed Enrico Caria, all’epoca dei fatti comandante della Polizia locale di Pizzo che, in concorso con Callipo, avrebbe agito nell’interesse dei Mazzotta, egemoni sul territorio.

Divieto di dimora in Calabria, invece, per Nicola Adamo, ex vicepresidente della Regione, fedelissimo del governatore Mario Oliverio e marito della deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio. L’accusa nei suoi confronti è di traffico di influenze – senza l’aggravante mafiosa – perché, come si legge nel capo d’imputazione, avrebbe accettato di intercedere con il Tar, “sfruttando la propria relazione con il Giudice Nicola Durante”, presidente della II Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, per “sostenere la posizione processuale” di un imprenditore catanese in cambio della proposta di ricevere 50mila euro come “prezzo della sua mediazione illecita”. Un’accusa che l’ex parlamentare rigetta in toto e definisce “ignominioso e riprovevole” essere stato “inserito in un contesto di indagini concernenti la criminalità organizzata di tipo mafioso”.

Sono complessivamente 416 gli indagati e persone fermate in 11 regioni italiane dalla Lombardia alla Sicilia, oltre che in Germania, Bulgaria e Svizzera. Ci sono anche tre siciliani arrestati, Francesca Collotta, 41 anni, di Palermo; Elisabetta Lo Riggio, nata a Siracusa, 49 anni e Paolo De Domenico, nato a Messina, 50 anni.

Tra gli indagati figura anche un maresciallo della Guardia di finanza – poi trasferito in servizio alla Presidenza del Consiglio – per il quale era stato richiesto l’arresto, negato però dal Giudice per le indagini preliminari.

Adduso Sebastiano

contro la ndrangheta

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