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Castellammare di Stabia

Teatro Karol Castellammare, Platealmente: Lo scrittore Massimo Carlotto col suo noir “A esequie avvenute”

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Nell’ambito della rassegna Platealmente – dal libro alla scena, mercoledì sera sul palco del Teatro Karol di Castellammare, Massimo Carlotto, uno dei migliori scrittori di noir e hard boiled a livello internazionale, ha presentato il suo ultimo noir A esequie avvenute.

A discorrere con l’autore il giornalista Pierluigi Fiorenza e la prof. Eliana Bianco che col loro abituale garbo hanno evidenziato i punti salienti e le caratteristiche peculiari dell’opera.

Massimo Carlotto nel suo noir racconta le grandi trasformazioni criminali e sociali avvenute nel nord-est d’Italia negli ultimi anni. I personaggi sono gli stessi della fortunata serie, ma sono cambiati, si sono evoluti, anche l’interazione tra di loro non è più quella di trent’anni prima.

“Sono trascorsi trent’anni dalla pubblicazione del primo romanzo con protagonista l’Alligatore e in questi decenni non solo la criminalità è cambiata, ma soprattutto la società con la decadenza di valori etici del cosiddetto mondo dei regolari. Sembra che lo stesso Moratti arrivi a una sorta di compromesso, sintomo di saggezza senile o resa? – ha chiesto all’autore Pierluigi Fiorenza.

“L’Alligatore non è più quello di un tempo – ha affermato l’autore – sono passati trent’anni. Io non ho mai creduto come gli autori americani che i personaggi sono sempre uguali a loro stessi, mentre il mondo cambia intorno a loro. Io credo invece che sia importante che i personaggi invecchino all’interno della serialità, perché c’è un elemento fondamentale nel romanzo che è il tempo.”

“Il tempo può raccontare un personaggio che ha la sapienza della memoria e dell’esperienza. Quindi arrivano all’oggi dopo trent’anni di vita, si guardano anche indietro, fanno le valutazioni, conta molto anche l’esperienza. In base ad essa i personaggi in questo romanzo si muovono in modo diverso.”

Per quanto riguarda le trasformazioni socioeconomiche, una è legata alla criminalità delle banche clandestine cinesi. Nate a Prato, poi si sono diffuse sul territorio e sono una vera piaga perché ormai stanno assorbendo parte di quello che dovrebbe essere il flusso legale del denaro.

L’altro aspetto criminale che racconta il romanzo è quello della mafia ucraina, che è molto invasiva, ma dopo gli eventi bellici degli ultimi anni non se ne parla più. Nel territorio veneto la mafia ucraina si occupa soprattutto di tratta, perché la guerra ha determinato l’uscita dal paese di migliaia di giovani donne, molte finite nella rete di questi trafficanti.

“La criminalità economica è accettata socialmente – ha sottolineato Massimo Carlotto – perché si pensa che chi si muove sul terreno di questa criminalità sia solo uno furbo e, con un discorso politico speso per moltissimi anni nel territorio, la gente pensa che non pagare le imposte sia un atto di resistenza della gente veneta contro lo strapotere di Roma. La cosa è efficace. Fino a pochi anni fa nei bar c’era un bollino con scritto: “Se sei un patriota non chiedi lo scontrino”.

“Quello è il substrato culturale nel quale si è creata l’illegalità diffusa, di massa, quasi si può dire, e qui c’è la modificazione antropologica e il noir serve proprio a cogliere le modificazioni antropologiche tra crimini e società.”

“C’è stata una grande modificazione, perché queste persone che delinquono non delinquono per sempre. Lo fanno per sei mesi, un anno, due, cinque perché usano il crimine come scorciatoia per diventare ricchi.”

Oltre alle importanti riflessioni sul presente e sui cambiamenti sociali, in “A esequie avvenute” troviamo lo scavo psicologico dei personaggi con il tema dell’amicizia e quello dell’amore.  A rendere ancora più avvincente il romanzo la trama complessa e ricca di colpi di scena.

Protagonista del romanzo è L’Alligatore, soprannome di Marco Buratti, personaggio nato nel 1995 dalla penna di Carlotto col romanzo “La verità dell’Alligatore”, il primo di una fortunata serie.

Buratti, un ex cantante blues condannato a sette anni di carcere per un crimine non commesso, durante la detenzione ha maturato le conoscenze e le abilità che, da uomo libero, gli hanno consentito di diventare un investigatore privato atipico, perché senza licenza.

Egli si muove con disinvoltura negli ambienti criminali del Nord-Est italiano, utilizzando i contatti e l’esperienza maturata in prigione. Non usa armi ma si affida al suo ingegno e a una rete di fedeli collaboratori. La sua figura è protagonista di una serie di romanzi, fumetti e serie televisive.

In “A esequie avvenute” l’Alligatore e i suoi soci Max la Memoria e Beniamino Rossini vengono assoldati da un imprenditore per recuperare la sua amante rapita. L’incarico non va a buon fine: il milione di euro del riscatto viene pagato, ma la donna non è liberata.

Questo porta il trio a svolgere un’indagine parallela per scoprire la verità. Intanto, Rossini entra in conflitto con la mafia ucraina, nel tentativo di salvare altre giovani donne, scatenandone le brutali reazioni.

Accanto all’Alligatore ci sono sempre i fidatissimi Max la Memoria e Beniamino Rossini, un trio dalla fedina penale non immacolata, ma che ha un fortissimo senso della giustizia, più ancora di chi indossa una divisa o di chi è preposto ad amministrarla.

Al Teatro Karol nel comitato d’accoglienza, oltre al folto pubblico di tutte le età intervenuto all’evento, c’era anche il direttore artistico del Festival del Giallo Città di Napoli, Ciro Sabatino, con il Collettivo degli scrittori campani di crime “Piazza Veraldi”, nove scrittori, che hanno salutato con entusiasmo Massimo Carlotto.

Ciro Sabatino ha colto anche l’occasione per ricordare un grande scrittore di gialli, il napoletano Attilio Veraldi, scomparso nel 1999, a cui è dedicato il collettivo degli scrittori campani.

“Ci ha fatto molto piacere l’invito – ha affermato Ciro Sabatino nel salutare l’autore padovano – perché Massimo Carlotto è uno scrittore di crime che noi amiamo molto. Da quattro anni abbiamo avviato il festival perché a Napoli c’è un numero incredibile di scrittori di crime.

“Sono molti a pensare che sia uno dei festival più importanti d’Italia e ci piacerebbe portare un pezzo del festival qui a Castellammare e, se questo incontro passasse anche attraverso scrittori come Massimo Carlotto, ne saremo felici”.

L’Assessore all’Educazione e Identità Stabiese, Annalisa Di Nuzzo, presente in sala, ha portato i saluti del sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, e di tutta l’Amministrazione Comunale.

Alla presentazione non poteva mancare un rappresentante dell’amministrazione, perché la città ha ottenuto recentemente l’ambito riconoscimento di “Città che legge”, quale centro di promozione culturale e della lettura.

Dopo aver salutato l’autore e tutti i presenti, l’assessore ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione nel portare avanti come “Città che legge” un percorso in rete, una serie di interessanti iniziative con il coinvolgimento attivo delle scuole e delle associazioni della città.

Tra esse, letture emozionali e letture in contesti urbani che tradizionalmente non sono deputati alla lettura o in altri luoghi iconici della città, per avvicinare i giovani alla letteratura e per far comprendere il profondo legame tra l’opera letteraria e il territorio in cui essa è nata.

Tornando al test presentato nel corso della serata, “A esequie avvenute” di Massimo Carlotto, Einaudi Editore, oltre ad essere un libro gradevole da leggere per la qualità della prosa, è una vera e propria lente di ingrandimento che analizza ingiustizie, corruzione, problemi sociali del mondo in cui viviamo, offrendoci notevoli spunti di riflessione sulle complesse dinamiche della nostra società.

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