Si è conclusa in bellezza la rassegna letteraria “Platealmente – Dal libro alla scena” al Teatro Karol di Castellammare con un autore straordinario, Maurizio de Giovanni, che ha presentato il suo ultimo avvincente romanzo “L’antico amore”.Sul palco, a conversare con il noto scrittore, l’Arch.
prof.Eliana Bianco e il giornalista Pierluigi Fiorenza, che con le loro acute osservazioni sono riusciti a mettere in evidenza gli aspetti più interessanti dell’opera.
Scrittore e sceneggiatore di successo, Maurizio de Giovanni è nato a Napoli, dove vive e lavora, ed è un vero “tifoso” della sua città, non a caso tutti i suoi romanzi sono ambientati a Napoli.L’autore ha raggiunto la fama con le storie del commissario Ricciardi, dei Bastardi di Pizzofalcone, di Mina Settembre, capolavori da cui sono state tratte serie televisive che hanno molto appassionato il pubblico televisivo.
Da un giallista straordinario, tra i più amati nel panorama letterario contemporaneo, ci aspettavamo come protagonista dell’ultimo romanzo uno dei suoi più noti personaggi, una storia con cui arricchire la nostra già nutrita collezione da bibliofili giallo-dipendenti.E invece ecco un romanzo d’amore, intenso e appassionato, intrigante e ricco di cambiamenti improvvisi con cui l’autore esprime la sua sensibilità e la sua visione del mondo, nel quale indaga temi come l’incomunicabilità, il divario generazionale, la solitudine degli anziani.
Nella trama si dipanano due storie d’amore: la prima ha come protagonista Catullo, il grande poeta del I secolo a.C., che si strugge per un sentimento non corrisposto, la seconda è quella di un professore universitario, studioso di Catullo, che incontra una ragazza, la quale condivide la sua stessa passione.Dall’antico amore ne nasce uno nuovo, struggente, totalizzante, difficile.
Vicende che si intrecciano, tra passato e presente e, tra esse, la storia di un signore anziano, un vecchio professore un po’ svagato, accudito da una badante moldava.
“Questo di de Giovanni è un suggestivo romanzo sull’amore pensato sulla falsariga del giallo in cui non mancano colpi di scena. – ha ben evidenziato Pierluigi fiorenza – Solo alla fine infatti i vari tasselli del mosaico vengono messi al loro posto, lasciando così i lettori ammirati per l’estrema finezza della costruzione narrativa.”
Uno dei protagonisti de “L’antico amore”, Catullo, che è considerato il poeta dell’amore per la complessità del sentimento amoroso espresso nelle sue poesie, non è nominato nel romanzo.Come mai?
“Le cose molto evidenti e molto importanti non le nomino – ha affermato lo scrittore – in 42 romanzi e numerose raccolte di racconti la parola “Napoli” non l’ho mai scritta perché non serve.
Qui non c’è stato bisogno di nominare questo immenso poeta, perché è inutile. “
“Con questo romanzo – ha proseguito – volevo fare una cosa che mi sembrava difficilissima, cioè, parlare in prima persona dell’amore col linguaggio di duemila e cento anni fa.”
“Vi posso assicurare che quei capitoli sono stati i più facili da scrivere, perché quel sentimento è universale, è lo stesso.Se i ragazzi capissero che quel sentimento è uguale, studierebbero la storia della letteratura in maniera molto diversa.”
Poi de Giovanni ha condiviso con il pubblico presente in sala interessanti informazioni sulla genesi del romanzo e sul modo di raccontare l’amore:
“Ho deciso di scrivere questa storia sedici anni fa.
Allora lavoravo in banca, aspettavo un cliente e c’era un signore anziano, avrà avuto una novantina d’anni, che leggeva un libro e mentre leggeva si commuoveva.”
Quando l’uomo si alzò per andarsene e chiuse il libro, Maurizio de Giovanni vide che si trattava dei “Carmina” di Catullo, un’opera in grado di commuovere persone di tutte le età.Di qui nacque l’idea che lo porterà alla stesura del romanzo.
“Noi siamo abituati a pensare all’amore come a una condizione – ha proseguito – “Sono innamorato o non sono innamorato”, come se ci fosse un interruttore.
In realtà l’amore è un flusso: prima diventa intrigante, poi coinvolgente, poi a un certo punto diventa enorme e non riesci a capire come si possa vivere al di fuori di questa relazione.”
L’autore definisce l’amore come un flusso d’acqua dalla sorgente al mare: “Nelle mie tre storie c’è la sorgente, ci sono le cascate (le rapide), c’è il mare, che ha il ricordo del fiume.Sono tre modi di guardare alla stessa storia.”
Parlando di Castellammare, Maurizio de Giovanni ha espresso tutto il suo amore per questa città:
“Sono sempre felice di tornare a Castellammare dove ho tantissimi amici, felice di tornare in una capitale culturale del nostro paese, che a volte dimentica di esserlo, il luogo che ha dato la voce ad uno dei più grandi poeti del nostro tempo, inventore della poesia popolare moderna, che è il nostro meraviglioso Raffaele Viviani.”
Tra gli amici stabiesi era presente il Sindaco di Castellammare di Stabia, dott.
Luigi Vicinanza, che, salito sul palco a salutare de Giovanni, ha affermato:
“Stasera hai regalato a tutti noi un momento di vera felicità e ne avevamo bisogno, perché dal 17 aprile, da quando c’è stato il crollo della funivia, questa città è a lutto.Hai parlato di persone che amano, ma anche le città amano: noi amiamo il Faito e amiamo il nostro territorio.”
La caduta della funivia, uno dei simboli della città, è una ferita ancora aperta, e il nostro Maurizio, solidarizzando con gli stabiesi, si è mostrato molto vicino a questa problematica:
“Una volta che sarà ripristinata “la panarella” (la cabina della funivia) io mi offro per essere il primo a salire.
Speriamo che avvenga presto.”
I numerosi bibliofili presenti in sala hanno lungamente applaudito Maurizio de Giovanni, un autore e un uomo straordinario, che anche con questo ultimo avvincente romanzo “L’antico amore”, edito da Mondadori, ha ottenuto un grande consenso di critica e di pubblico.





