Sabato 10 maggio alle ore 10:30 presso il Teatro Karol di Castellammare si è svolto un interessante dibattito su un tema di grande attualità: la separazione delle carriere dei magistrati.La Riforma Costituzionale della Magistratura Ordinaria, al centro di un garbato e costruttivo dibattito.
A confrontarsi su questo argomento con posizioni diverse, illustri giuristi e magistrati, che con i loro interventi hanno catalizzato l’attenzione del folto pubblico intervenuto.Sul palco Dario Luongo, professore Ordinario di Storia del Diritto medievale e Moderno dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, con la prolusione: “La magistratura nella dialettica dei poteri: le radici storiche di una problematica attuale.”
A confronto due tesi, quella del Prof.
Vincenzo Maiello, Ordinario di Diritto penale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, favorevole alla riforma, e quella del Dott.Luigi Riello, Procuratore Generale Emerito della Corte di Appello di Napoli, contrario alla riforma Nordio.
Un dibattito su una tematica che merita grande attenzione, come ha sottolineato la curatrice dell’evento, prof.ssa Liliana Longobardi, nella sua chiara introduzione, con cui ha presentato i punti salienti della riforma.Tale riforma prevede un cambiamento notevole nell’ordinamento della magistratura: la cosiddetta separazione delle carriere, cioè carriere con concorsi diversi e norme interne diverse per i magistrati inquirenti, cioè i pubblici ministeri che conducono le indagini, e quelli giudicanti, ovvero i giudici che emettono le sentenze.
Altre importanti modifiche per il Consiglio superiore della magistratura (CSM), l’organismo di autogoverno della magistratura: la riforma anche in questo caso sdoppia le funzioni, creando un CSM per ciascuna delle due carriere, e introduce una Alta corte disciplinare, che dovrà giudicare entrambe le magistrature con le relative sanzioni.Ha moderato gli interventi il Dott.
Luigi Vicinanza, Sindaco di Castellammare di Stabia e giornalista, con interessanti considerazioni sul tema trattato.Ne ha discusso anche il Prof.
Dario Luongo, che nel suo contributo ha parlato dell’evoluzione del sistema giudiziario fino ai nostri giorni, con importanti spunti di riflessione sulle dinamiche attuali:
“A prescindere da quelli che possono essere gli orientamenti ideologici, per uno storico del diritto la rivendicazione della politicità della funzione giurisdizionale ha un grosso valore, l’indipendenza non solo dagli alti poteri istituzionali, ma anche dai grandi potentati economici.”
“Non entro nel merito del dibattito della separazione delle carriere, ma non posso non esprimere la mia preoccupazione nei confronti di misure tese a stravolgere quello che è l’assetto istituzionale e dei poteri possano segnare un arretramento rispetto a questa storia progressiva di conquiste che ha caratterizzato anche gli anni della Repubblica.”
La prima considerazione di Luigi Vicinanza è che a partire da Tangentopoli è iniziato lo scontro tra potere politico e potere giudiziario, ma non si è mai ragionato in maniera serena sulla riforma, essendo divisi in tifoserie.Luigi Riello, Procuratore Generale Emerito della Corte di Appello di Napoli, è del medesimo avviso:
“La gente ha seguito questo dibattito con scarso interesse, credendo che sia una questione per gli addetti ai lavori. È molto importante che i giovani siano presenti, è un problema che riguarda tutti.
Noi magistrati ci siamo opposti un po’ troppo spesso, e non è certo un’opposizione politica.”
“Non è un problema di opposizione a questo governo – ha precisato – anche la sinistra quando era al potere ragionava allo stesso modo, sostenendo la separazione delle carriere.”
“Perché i magistrati sono contrari alla separazione delle carriere?Il problema che potrebbe essere il primo passo per la sottomissione del PM all’esecutivo.
Nei paesi a noi più vicini come la Francia, la Germania, l’Inghilterra c’è la sottomissione del PM, che diventa una sorta di terminale giudiziario del potere esecutivo.”
“Le riforme costituzionali non si possono fare a cuor leggero, bisogna riformare con mano tremante ci fu una responsabilità morale molto alta dei padri fondatori che ricade sugli aspiranti riformatori.”
Secondo Luigi Vicinanza, “questo governo ha un’ampia maggioranza e la riforma passerà, poi vedremo se con i due terzi oppure no.Qual è il vantaggio concreto che questa riforma con la separazione delle carriere offrirà ai cittadini?
Un contenimento dello strapotere dei pubblici ministeri?Oppure consentirà una più veloce elaborazione delle sentenze?”
Per il Prof.
Vincenzo Maiello, Ordinario di Diritto penale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, “trattandosi di una proposta di riforma costituzionale, finisce col toccare i fondamenti della polis, dello stare insieme.”
Nel suo articolato discorso, il Prof.Maiello ha ripercorso la storia degli ordinamenti, storia che ha molto da dirci sui diritti dei singoli, dall’Antico Regime ai nostri giorni, quando l’individuo diventa titolare di diritti innati.
Secondo il Prof.Maiello: “Con il passaggio all’epoca cosiddetta moderna, il singolo è titolare di diritti innati, di libertà che appartengono all’essere umano come la vita, la libertà personale.
Cosa ci consegna questo nuovo assetto di potere?Ci consegna il principio di legalità penale, col quale il soggetto non viene punito sulla base di un giudizio ex post.”
“L’autorità da cui scaturiscono gli altri poteri è la sovranità popolare, da qui nasce il principio democratico, il fondamento di tutte le nostre istituzioni.
In materia di giustizia ci sono condizionamenti culturali che possono minare l’imparzialità dei giudizi”.A conclusione del dibattito, su invito del Sindaco Vicinanza, gli illustri relatori hanno sintetizzato in poche parole il loro pensiero:
Il dott.
Dario Riello, attraverso una favola: “La favola del lupo e dell’agnello.Il lupo che era a monte accusava l’agnello che era a valle di avere sporcato l’acqua.
Perché questa favola: se l’acqua viene inquinata alla fonte e così che scende a valle.”
“Il Pubblico Ministero è promotore dell’azione penale, al giudice arrivano i processi scelti dal PM.L’imparzialità non è il connotato del PM, ma l’indipendenza sì.
Se allora in qualsiasi modo viene condizionato, viene controllato il PM, al giudice arrivano quei processi e questa razionalizzazione dei processi che arriva al giudice ci preoccupa.”
Vincenzo Maiello ha espresso le sue idee attraverso un paragone:
“La riforma costituzionale è stata costruita avendo come riferimento quella realizzata in Portogallo, dove all’indomani della “Rivoluzione dei garofani”, che ha portato al governo forze democratiche di sinistra, ha chiuso la stagione della dittatura ed ha costruito un modello di carriere separate con due organi di governo autonomi della magistratura.”
“Il rischio che due governi autonomi possano un giorno evolvere verso altro ci porta a dire che proprio in riferimento a Francia, Germania e Inghilterra, che sono delle democrazie, forse la sottomissione del PM alla politica non rappresenterebbe un problema.”
La riforma costituzionale della magistratura, in particolare la separazione delle carriere, suscita e continuerà a suscitare opinioni diverse e contrastanti, animando dispute più o meno vivaci.Un dibattito garbato e costruttivo al Teatro Karol di Castellammare, che ci ha spinto a riflettere, invogliandoci ad approfondire la tematica proposta.
All’incontro erano presenti anche molti alunni delle quinte classi del Liceo Scientifico F.Severi, dell’Istituto Tecnico “L.
Sturzo” e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “M.P.Vitruvio” di Castellammare di Stabia, accompagnati dai loro docenti, che hanno seguito attentamente l’esposizione degli argomenti e delle idee a confronto.





