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Castellammare di Stabia

Castellammare si prepara a una svolta: il cantiere stabiese sarà dedicato alla costruzione di navi militari

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Il cantiere navale di Castellammare di Stabia, insieme a quello di Palermo, si specializzerà sempre più nella costruzione di navi militari.Fincantieri svela le sue ambizioni futuri per uno stabilimento che, dopo anni di stallo, cerca di tornare in auge.

Un’operazione strategica che segue la realizzazione di due navi di supporto logistico per la Marina Militare Italiana e tronconi di imbarcazioni destinate alla Marina Militare francese, impegnando gli operai locali dal 2018 a oggi.La decisione di puntare sul cantiere di piazzale Amendola per la produzione bellica è chiara: il complicato scenario internazionale, con una proliferazione di conflitti e l’accelerata spesa militare in Europa, costringe anche Fincantieri a stringere i denti e cercare nuove commesse.

Stando alle stime, già nel 2027 il settore militare dovrebbe comportare quasi il 30 per cento dei ricavi per il gruppo triestino.

“Siamo pronti ad aumentare la nostra capacità produttiva in ambito militare, senza dover riconvertire le attività civili», ha affermato l’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri “In un contesto di forte incremento della spesa per la difesa in Europa – ha aggiunto – Fincantieri mira a rafforzare ulteriormente la propria presenza nel settore, con l’unità navale destinata a rappresentare circa il 30 per cento dei ricavi entro il 2027.” Parole che fanno drizzare le orecchie e preoccupano un pò.La “nuova ondata di investimenti a livello globale” è descritta come “eccezionale”.

La strategia del gruppo?Adattarsi al volo, aumentando i volumi nei cantieri civili e militari italiani.

E come?Sfruttando anche le capacità produttive di stabilimenti all’estero, come quelli in Romania e Vietnam.

E la questione delle infrastrutture?La svolta militare del cantiere navale di Castellammare potrebbe portare continuità lavorativa, ma ci si chiede se sarà sufficiente l’attuale infrastruttura per navi di dimensioni più contenute rispetto a quelle da crociera prodotte altrove.

Infine, torna in ballo il dibattito sui bacini di carenaggio per lo stabilimento, una questione da tempo finita nel dimenticatoio.Per trasformare realmente il porto come immaginato dall’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale servirebbero 4-500 milioni di euro.

E dove si trova tutto questo denaro?Un interrogativo che aleggia sul futuro di Castellammare come cantiere navale, mentre gli occhi rimangono puntati su come si evolverà questa storia nel contesto di un’Europa più militarizzata.

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