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Castellammare di Stabia

Castellammare, Forum dei giovani: Un sogno infranto tra mille polemiche. Il parere dell’assessore di Nuzzo

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Un progetto ambizioso, nato per dare voce alle nuove generazioni, si è trasformato in un’arena di scontro politico e burocratico.Il Forum dei Giovani di Castellammare di Stabia, anziché essere il simbolo di una rinnovata partecipazione giovanile, è diventato l’emblema di una partenza a ostacoli, tra accuse di esclusione, polemiche sulla trasparenza e il rinvio sine die delle sue prime elezioni.

Una vicenda che lascia l’amaro in bocca a tanti ragazzi e che solleva interrogativi profondi sul rapporto tra istituzioni e cittadini.La miccia è stata innescata dalla decisione dell’amministrazione guidata dal Sindaco Luigi Vicinanza di annullare le elezioni per il Forum previste inizialmente per fine giugno.

La motivazione ufficiale, come emerso da una determina dirigenziale, è stata la mancata conformità di tutte e sedici le candidature presentate.Il pomo della discordia risiede in un cavillo formale ma sostanziale: la mancata autenticazione delle firme dei sottoscrittori, un passaggio ritenuto obbligatorio dal bando.

A gettare acqua sul fuoco delle polemiche è intervenuta l’assessore comunale con delega alle politiche giovanili, Annalisa Di Nuzzo, che in una nota ha difeso la scelta dell’amministrazione. “Costruire un Forum dei Giovani a Castellammare di Stabia è un impegno che ci sta a cuore.Ma può nascere solo dal rispetto delle regole, dalla responsabilità reciproca e da un confronto autentico, non da attacchi strumentali,” ha dichiarato l’assessore.

La Di Nuzzo ha sottolineato come il regolamento del Forum sia stato il frutto di un dialogo costante con le associazioni giovanili. “Le regole non sono state calate dall’alto,” ha proseguito, evidenziando che il bando, pubblicato il 24 aprile con scadenza il 16 giugno, concedeva “quasi due mesi per consentire a chiunque di candidarsi nel pieno rispetto delle procedure.” Secondo l’assessore, non si è trattato di “esclusione arbitraria, ma della doverosa applicazione di regole note e condivise.”

Tuttavia, la versione dell’amministrazione non ha placato gli animi.Le opposizioni consiliari, in particolare i consiglieri Mario D’Apuzzo, Antonio Alfano, Ciro Di Martino e Rosanna De Simone, hanno espresso “profonda preoccupazione” per l’esclusione della lista “Giovani per Stabia”, parlando di un “iter di selezione e ammissione delle liste poco chiaro e scarsamente trasparente”.

Secondo i consiglieri di minoranza, “è inaccettabile che la partecipazione democratica venga limitata da cavilli tecnici o interpretazioni opinabili dei regolamenti.”

Ma la critica più aspra arriva proprio da un gruppo di giovani che ha tentato di partecipare.In una dichiarazione pubblica, hanno definito la gestione del bando “disastrosa” e una “occasione persa”.

Il problema, secondo loro, risiedeva nelle modalità di raccolta delle firme: queste dovevano essere autenticate di persona presso gli uffici comunali, in orari estremamente restrittivi, escludendo di fatto studenti e lavoratori.Una procedura che, invece di facilitare, ha ostacolato la partecipazione.

L’assessore Di Nuzzo ha parlato di “un incidente di percorso che però non ferma la volontà dell’Amministrazione di continuare fin da subito il dialogo con tutti i gruppi giovanili, per trovare insieme la strada giusta per riorganizzare le elezioni, con l’obiettivo di garantire massima partecipazione ma anche legalità e pari opportunità”.Resta, però, la sensazione di un’occasione mancata.

In una città che anela al coinvolgimento delle sue energie più fresche, lo stop al Forum dei Giovani suona come un campanello d’allarme.La forma, come ha giustamente sottolineato l’assessore, è sostanza nelle competizioni elettorali.

Ma quando la forma si trasforma in un labirinto burocratico che scoraggia anziché includere, il rischio è di perdere la sostanza più importante: la fiducia e la passione di una generazione che chiede solo di essere ascoltata.La sfida, ora, non è solo riscrivere le date sul calendario elettorale ma ricostruire un patto di fiducia garantendo che le prossime regole siano davvero sinonimo di porte aperte e non di ostacoli insormontabili.

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