Nell’ambito dell’XI Edizione dello Stabia Teatro Festival – Premio Annibale Ruccello 2025, al Bookstore Mondadori di Castellammare martedì scorso è stato presentato, dalle Associazioni FIDAPA Sezione di Castellammare di Stabia e “Achille Basile – Le Ali della Lettura”, il romanzo “Le Sibille” di Vincenza Alfano.
Un incontro culturale molto coinvolgente grazie alla bella presentazione e alle acute domande all’autrice delle proff. Anna Esposito, Past President Fidapa Sez. Castellammare, e Carmen Matarazzo, Presidente dell’Associazione “Achille Basile – Le Ali della Lettura”, che hanno svelato nuove prospettive di lettura, arricchito la comprensione e stimolato il pensiero critico dei partecipanti.
Vincenza Alfano, napoletana, è scrittrice, giornalista, docente di italiano e latino. Collabora con la pagina culturale del «Corriere del Mezzogiorno», dove scrive di libri e di eventi culturali con interviste ad autori e personaggi di rilievo.
Dal suo romanzo Perché ti ho perduto (Giulio Perrone Editore 2021) è stato tratto il film su Alda Merini per la tv Folle d’amore, prodotto da Rai Fiction.
In Le Sibille Vincenza Alfano affronta il tema del difficile cammino dell’emancipazione femminile, attraverso le storie di donne che lottano per la propria autodeterminazione.
Nel romanzo si intrecciano le storie parallele di Costanza, una scrittrice moderna, e di Rina Faccio, ovvero la celebre scrittrice Sibilla Aleramo, mostrando come entrambe lottino contro stereotipi e pregiudizi per affermare la propria identità, usando la scrittura e la letteratura come vie di fuga e riscatto.
La storia di Costanza e di sua figlia Emma è ambientata a Napoli negli anni Settanta del Novecento e si collega in maniera sorprendente a quella della scrittrice Sibilla Aleramo, vissuta tra Ottocento e Novecento, attraverso un libro regalato a Emma anni prima.
La figura di Sibilla Aleramo e il suo romanzo autobiografico Una donna diventano una chiave di lettura e un’ispirazione per le protagoniste, offrendo un messaggio di comprensione attraverso la letteratura.
L’autrice in Le Sibille mostra come le donne, in epoche diverse, lottino per liberarsi da ruoli predefiniti e da convenzioni sociali, evidenzia il loro dolore, la sofferenza, la ricerca di equilibrio di fronte alle avversità della vita.
Nel romanzo è analizzato anche il rapporto madre-figlia, con le sue complessità, i conflitti e i momenti di identificazione, dove una figlia può diventare madre della propria madre e viceversa.
Le Sibille affronta anche il tema della pazzia, evidenziando come donne indipendenti e ribelli vengano spesso etichettate e marginalizzate dalla società.
Le protagoniste si confrontano con la propria identità, in un mondo che cerca di ingabbiarle in ruoli prestabiliti. La scrittura diventa l’unica via di fuga e di affermazione, permettendo loro di dare forma ai propri dolori e di ribellarsi agli stereotipi dominanti.
Le sofferenze e le umiliazioni vissute dalle protagoniste del romanzo mostrano le difficoltà di vivere in una società che spesso limita l’identità femminile, portando il lettore a una riflessione sulla condizione delle donne nella nostra società e sulla forza necessaria per non piegarsi.
“Oggi molte cose sono cambiate a livello legislativo – ha affermato Vincenza Alfano – ma molte altre sono ancora da cambiare. L’idea del libro è proprio quella di parlare ancora della questione femminile. L’educazione del mondo femminile è ancora abbastanza arretrata, forse per questo c’è ancora troppa violenza. Un tempo era stabilito dalla legge che le donne dovessero stare a casa.
Il marito di Sibilla Aleramo può chiederle di lasciare il figlio, perché la legge lo sostiene. Anche se era violento, per lei sarebbe stato molto difficile dimostrare questa violenza subdola, anche di tipo psicologico, e quindi avrebbe avuto la peggio.
Al giorno d’oggi il messaggio è sulla parità di genere, l’uguaglianza è stabilita per legge, ma questa uguaglianza non è accettata a livello delle relazioni personali; quindi, appena una donna prova a ribellarsi, poiché l’uomo non può più appellarsi alla legge che passava attraverso una società patriarcale, si fa giustizia da solo.
Queste storie vanno raccontate perché si parla di educazione sentimentale: che cos’è l’identità maschile, che cos’è l’identità femminile, che cos’è l’indipendenza, che cos’è la libertà, e bisogna innanzitutto parlarne con i nostri giovani.
Con i giovani è come se si ripartisse da zero, manca la ricostruzione di un percorso storico di emancipazione. Già si vede nei rapporti sentimentali che le ragazze hanno ancora un’idea di assoggettamento e pensano che la costruzione del sé si faccia attraverso la costruzione di un’identità di coppia, non di un’identità personale.
Poi c’è la paura della solitudine che è molto avvertita e quindi si è disposti a fare dei compromessi pur di non essere da sole, perché tutte sono fidanzate.
L’emancipazione non si può imporre come decalogo, cioè non si può andare da una ragazza e dirle: “Tu devi essere indipendente”, lei non lo sa cosa vuol dire essere indipendente, autonoma, non sa il valore di un lavoro, di avere una progettualità, non sa che si può essere in coppia come persone indipendenti.
Sibilla Aleramo, che poi è diventata simbolo dell’emancipazione femminile, non ha fatto la lotta ad Ulderico perché voleva essere libera, voleva farlo funzionare quel matrimonio, assecondando quell’uomo che oggi definiremo narcisista.
Voleva la libertà di poter leggere e scrivere, di fare la giornalista, e il marito gliel’ha negato. Lei era una donna colta, che “sentiva giganteggiare il suo spirito”, allora lo ha lasciato, ma ha dovuto lasciare anche il figlio. Il ricatto del mondo maschile è proprio sulla maternità.”
Attraverso uno stile vivido e ricco di dettagli sensoriali, con un linguaggio spontaneo e dinamico, e un ritmo narrativo che alterna momenti di tensione a pause riflessive, l’autrice si immerge nelle emozioni dei personaggi, usando spesso una prosa lirica ma concreta, che permette al lettore di “sentire” le emozioni, attraverso una voce narrante empatica in grado di mostrare, non solo di raccontare, i sentimenti.





