Spari nella serata di ieri a 2 passi da Palazzo Farnese: un ragazzo su uno scooter ha esploso 4 colpi di pistola gambizzando erroneamente una giovane 23enne.
Il fatto
V
erso le 22:30 di ieri sera, a 2 passi dall’edificio del comune di Castellammare, un giovane di 20 anni, residente al Centro Antico è stato raggiunto da un coetaneo a bordo di uno scooter (non ancora identificato).
Accortosi del pericolo il ragazzo inizia la fuga mentre il giovane a bordo del ciclomotore fa partire 4 colpi di pistola: uno colpisce il piede del ragazzo, mentre gli altri 3 la gamba di una giovane 23enne (anch’essa residente al Centro Antico) che si trovava sul posto per caso.
Il movente è da definire, il presunto killer è ricercato.
La ragazza, che non è in pericolo di vita, è stata ricoverata al pronto soccorso di Castellammare e nei prossimi giorni sarà sottoposta ad intervento chirurgico a causa della rottura della tibia.
La conseguenza di uno Stato assente
4 spari esplosi in una delle arterie del cuore della città, a 2 passi dall’edificio del comune di Castellammare, in quel palazzo dove fino a pochi mesi fa sedevano i politici appoggiati dalla malavita.
Sullo sfondo l’emergenza Camorra alle stelle a causa dell’uscita dal carcere di diversi pezzi da 90 della criminalità organizzata locale.
Questa la scenografia dell’ennesimo film dell’orrore che ha visto protagonisti 3 ragazzi orfani di uno Stato che li ha abbandonati.
Per l’ennesima volta le lancette del tempo si sono fermate e ci hanno portato indietro di 300 anni, nel Far West, dove l’unico mezzo per farsi giustizia era la vendetta personale a discapito dello Stato di Diritto.
Ma la camorra c’entra in questo episodio?
Probabilmente no per quel che concerne le sue dinamiche interne, ma c’entra per la ratio con cui si è consumato il fatto.
Il venerdì sera per un ragazzo dovrebbe significare spensieratezza, uscire con gli amici o la fidanzata, andarsi a divertire.
Non lo è stato per questo giovane che è uscito per aggredire, per fare del male, o forse peggio, per uccidere.
La sintesi di una sub-cultura, quella della violenza e di tutte le sue sfumature, che spadroneggia nel Centro Antico di Castellammare.
La sua legge è quella della strada, della sopravvivenza del più forte, dell’orgoglio e della massima espressione dell’istinto primordiale.
Una filosofia di vita che i vari D’Alessandro e Cesarano hanno trasmesso e divulgato distruggendo i quartieri dove regnano e comandano.
Per distruggere la Camorra bisogna essere radicali ovvero risalire alla radice del problema.
Lotta alla camorra non significa solo arrestare i boss e i suoi affiliati.
La repressione non basta!
Il caso Castellammare è l’esempio: negli ultimi 10 anni sono state arrestate una cosa come 200 camorristi.
Una numero notevole ma che non ha scalpito per nulla le organizzazioni criminali locali, che ogni volta e ad ogni colpo subito, riesce a riorganizzarsi grazie all’ingresso delle nuove leve.
Mandare l’esercito ed aumentare il numero dei carabinieri e dei poliziotti è un azione utile ma che non risolve il problema.
Lotta alla camorra significa abbattere la sua cultura.
Un guerra che va combattuta armandosi di buoni esempi da parte della politica, investendo nelle scuole e nelle strutture che operano sulla prevenzione e sulla tutela dei giovani che vivono in contesti al limite e nella riqualificazione dei quartieri degradati.
Esiste un muro tra chi conosce solo la violenza e chi la respinge. L’obiettivo della politica deve essere quello di abbatterlo per far passare quante più persone possibili dalla parte della cultura e della bellezza, lasciando, in questo modo, da soli i camorristi.
Solo così la Camorra e le altre mafie si estingueranno.
L’intervento di DE RAHO
“A Castellammare ci sono, come ovunque, tantissime persone perbene che vogliono cambiare. Bisogna che lo Stato sia presente con molte forze, che ci sia un controllo straordinario del territorio così come le persone perbene chiedono. Questo probabilmente può essere il primo passaggio per un recupero totale”.
Così l’ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, rispetto agli ultimi episodi di criminalità che si sono verificati a Castellammare.
De Raho ha sottolineato inoltre la necessità “di espugnare le fortezze dove le famiglie camorristiche risiedono da oltre 50 anni. Questo è fondamentale anche per dare un segnale che effettivamente si vuole cambiare”.
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