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Castellammare di Stabia

Sala Conferenze Museo Libero D’Orsi Castellammare di Stabia: Importante convegno Verso la biennale dell’acqua

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romotore dell’evento il Comitato Terme di Stabia d’intesa con LUPT, il più grande e complesso dei Centri di ricerca dell’Università “Federico II” di Napoli, con i Progetti Hidrosophia e CoolCity, con Archeoclub d’Italia aps Stabia e l’Associazione Mondo Scuola e col patrocinio del Comune di Castellammare di Stabia.Ad accogliere i relatori e moderare gli interventi l’Ing.

Catello Lamberti, presidente del Comitato Terme di Stabia, un ente il cui “unico scopo è riaprire le Terme e far conoscere agli stabiesi e al mondo la grandezza del patrimonio sorgentizio stabiese”.Ha presenziato all’evento il vicesindaco di Castellammare di Stabia Giuseppe di Capua, con deleghe ai lavori pubblici e alle Terme, che ha portato i saluti del Sindaco Vicinanza.

Il Vicesindaco ha informato i presenti che è già partito un progetto di recupero del parco delle Nuove Terme di Stabia sulla collina del Solaro, e che sarà restituito alla cittadinanza il prima possibile.Il prof.

Gennaro Mantile, coordinatore del Settore Educazione Fisica Provv.Napoli e Presidente dell’Associazione Mondo Scuola, ha relazionato sulla genesi del progetto Hidrosophia.

Castellammare di Stabia Biennale Acqua (3)

L’importante iniziativa è portata avanti da un comitato tecnico-scientifico che si occupa del recupero delle acque sorgive del Golfo di Napoli per farle riconoscere dall’UNESCO come patrimonio materiale e immateriale dell’umanità “per il loro grande valore storico, naturalistico e culturale e per le loro caratteristiche di unicità e specialità”.

La prof.ssa Silvia Fabbrocino, ricercatrice di Geologia Applicata presso il Dipartimento di Scienze della terra, dell’ambiente e risorse dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ed associata all’Istituto Nazionale di Geofisica, nel suo ampio e articolato intervento, ha parlato dei processi geologici alla base delle acque minerali e della gestione sostenibile delle risorse idriche.Il prof.

Marco Trifuoggi, che insegna Chimica analitica forense presso il Corsi di Laurea in Magistrale in Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha trattato con grande perizia delle qualità chimiche e fisiche delle acque minerali del Golfo di Napoli.Per quanto concerne le acque delle Terme di Stabia “non c’è nessun altro posto al mondo dove ci sono così tante sorgenti diverse” – ha rilevato il prof.

Trifuoggi, ed ha informato che, da una serie di campionamenti effettuati, le acque minerali sembrano godere di buona salute, con somma soddisfazione degli stabiesi presenti.Il Prof.

Marco Guida, professore ordinario di Igiene generale ed applicata all’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha trattato con chiarezza e competenza della biologia delle acque minerali e dei loro benefici effetti.Sulle proprietà terapeutiche delle acque termali in gastroenterologia ed epatologia ha esposto il prof.

Gaetano Cotticelli, gastroenterologo, dirigente medico e docente emerito presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, suscitando notevole interesse.A seguire, Il prof.

Arturo Armone Caruso, Specialista in Otorinolaringoiatria, attualmente Direttore Sanitario e Responsabile del servizio ORL e Citologia Nasale presso l’AIAS di Afragola (Na), ha parlato in maniera chiara ed efficace degli effetti terapeutici delle acque minerali nei trattamenti otorinolaringoiatrici.

Castellammare di Stabia Biennale Acqua (2)

Massimo Santaniello Socio fondatore e Consigliere dell’Archeoclub aps Stabia, nel suo interessante intervento, ha illustrato i risultati di un’importante ricerca storica effettuata dai soci dell’Archeoclub sugli antichi acquedotti che alimentavano la Città di Castellammare di Stabia.

“La ricerca è iniziata dall’acquedotto borbonico che alimentava le Fontane del Re nei Boschi di Quisisana, unico ad essere conosciuto e di cui vi è traccia in alcuni testi. – ha spiegato Santaniello – Lo studio dell’Archeoclub ha invece svelato l’esistenza di un acquedotto più antico, che alimentava il Palazzo Reale già in epoca Angioina.”

“Poco distante dalla sorgente di San Bartolomeo, nei pressi del Rio San Bartolomeo è stato rinvenuto un cunicolo profondo circa 7 m.Potrebbe essere il più antico acquedotto, sicuramente precedente al 1330 o addirittura di origine romana.”

Resti di antichi acquedotti sono stati ritrovati in tutto il territorio stabiese – Madonna della Libera, Via Fratte, Via Santa Croce, Via Savorito, Palazzo Pironti, per citarne alcuni – tanto che si potrebbe parlare di Castellammare, oltre che come città delle acque, come città degli acquedotti, ha spiegato il portavoce dell’Archeoclub aps Stabia.

Successivamente ha preso la parola il prof.Walter Iorio, autore di “Per una traduzione della “Thermologia Aragonese” di Sebastiano Bartoli” e di altri libri di successo, con un avvincente racconto sulle acque nella storia.

L’Arch.Alexander Valentino, presidente del Laboratorio di Architettura Nomade, ha parlato delle “Acque che curano – la cura delle acque”, del Progetto CoolCity, “un progetto ecologico di ricerca e di recupero delle antiche sorgenti e delle fontane e di Napoli.

Di estremo interesse l’intervento dell’Ing.Catello Lamberti, presidente del Comitato Terme di Stabia, che ha parlato dell’acqua rossa del Chiatamone e dell’acqua rossa dello Spirito Santo a Castellammare, acque entrambe carbonico ferruginose, con la presenza di una sorgente presso Fontana grande, uno dei posti più iconici di Castellammare.

Nella nostra città c’è una grande abbondanza di acqua, ben due gruppi termali con 28 sorgenti minerali, che non hanno nulla da invidiare alle più note marche in commercio, solo che queste ultime vengono vendute profumatamente, mentre le nostre vanno sprecate, ha rilevato l’Ing.Lamberti.

Anche Raffaele Viviani nella “Canzone dell’Acqua”, tratta da “Padroni di Barche” del 1937, già all’epoca parlava del problema dello spreco delle acque minerali, che nella nostra città finiscono a mare in miliardi di litri all’anno.Il presidente del Comitato Terme di Stabia è però ottimista sulla riapertura delle Terme, perché l’acqua rappresenta una grande risorsa per la nostra città e un’occasione di sviluppo che non può essere persa:

“Stiamo sognando un futuro per le acque di Castellammare, un futuro luminoso: le Terme di Stabia ricostruite con un centro benessere, un centro culturale, un impianto di imbottigliamento didattico, per tutelare e valorizzare un patrimonio che tutto il mondo ci invidia.”

Castellammare di Stabia Biennale Acqua

L’evento si è concluso con un piccolo omaggio del Comitato Terme di Stabia ai relatori, una piccola brocca in ceramica artistica, la cosiddetta “giarretella” per la mescita delle acque termali di Castellammare.

Una mattinata densa di informazioni, suggestioni, ricordi, ed è stato possibile anche ammirare la mostra dei progetti degli studenti dell’Interior Design fror the Built Enviroment DBE, DIARC/Unina con i proff Chiara Rotondi (Interior Design) e Francesco Casalbordino (Architectural Design).

Durante l’evento gli allievi dell’IPSSOA Viviani di Castellammare di Stabia hanno curato il servizio di Accoglienza ed il Coffee Break, mentre gli allievi dell’IPIA Ferrari di Castellammare di Stabia si sono occupati delle riprese video.Una bella e interessante iniziativa Al Museo Libero D’Orsi di Castellammare di Stabia che, col primo incontro sul tema “Verso la Biennale dell’acqua”, ha il merito di aver creato una sinergia d’intenti positiva per la tutela del patrimonio idrico campano.


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