Castellammare di Stabia.Ieri sera, giovedì 27 giugno, presso il Circolo Nautico Stabia in Via Bonito è stato presentato il libro Calcio, Politica e Potere.
Il testo, di Valerio Mancini, Narcìs Pallarès-Domènech e Alessio Postiglione, si addentra nei meandri dello sport più popolare al mondo per capire come e perché gli Stati si servano del calcio per i loro interessi geopolitici.A moderare l’incontro, con gli autori Valerio Mancini e Narcìs Pallarès -Domènech, la prof.ssa Carmen Matarazzo e il dott.
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Sergio Coppola.All’evento, organizzato dall’Associazione Achille Basile – Le Ali della Lettura, era presente anche il presidente della S.S.
Juve Stabia 1907 dott.Andrea Langella.
Dopo i saluti del dott.Antonio De Sinno, presidente del glorioso Circolo Nautico stabiese, gli autori hanno discusso dei più importanti temi trattati nel testo.
Può il calcio influenzare la vita dei popoli e degli Stati?Se sì, in che modo?
Catalizzando l’interesse delle masse, creando modelli da seguire, diventando strumento di aggregazione e di riscatto, ma anche di potere.Che il calcio sia un grande fenomeno globale, la cui forza è nella diffusione della pratica sportiva e nella capacità di generare imponenti flussi finanziari, è noto ai più.
Meno conosciuti sono i risvolti politici e sociali, che ne fanno uno dei più grandi strumenti di potere a livello mondiale.
Il prof.Valerio Mancini, docente universitario, analista e politologo, ha affermato: “Il calcio anticipa delle dinamiche e la politica oggi segue le direzioni economiche.”
Nel suo discorso Mancini ha sottolineato quanto l’aspetto economico influenzi i campionati: le squadre meridionali in serie A sono pochissime rispetto a quelle del Nord.
“Perché i mondiali in Qatar?
Perché si parla di geoeconomia?La risposta è perché la globalizzazione ci ha portato ad un calcio sempre più orientato verso i nuovi Paesi emergenti.”
Il prof.
Mancini ha poi spiegato come il calcio possa diventare uno strumento di riscatto per alcuni Stati o un’opportunità di sviluppo per altri.
Il dott.Narcìs Pallarès -Domènech, politologo e analista di geopoitica e sicurezza, nel suo intervento ha evidenziato, tra l’altro, quanto il calcio rappresenti un potente elemento di identità.
L’autore parte dal racconto di come Maradona è arrivato al Barcellona.Gli esuli catalani in Argentina, narra l’autore, hanno segnalato al Barcellona un fuoriclasse: Diego Armando Maradona.
“I dirigenti sono andati a conoscerlo e per questo il Barcellona è riuscito ad acquistare quello che già era il miglior calciatore del mondo.” – ha affermato.
“Grazie al fattore geopolitico, il tifoso che si sente parte di un club, anche se dall’altra parte del mondo, difende la sua cultura, la sua lingua, la sua identità.”
Di grande interesse anche la riflessione sulle nuove tendenze mondiali della pratica sportiva, come la crescita del calcio femminile, che rispecchia il ruolo crescente delle donne nella società, e dei grandi gruppi finanziari che investono in squadre di calcio straniere.
Il dott.Sergio Coppola ha chiesto poi al presidente della Juve Stabia se, in quello che è oggi il mondo del calcio, potrebbe esserci qualche nuovo Maradona.
Il presidente della S.S. Juve Stabia 1907 Andrea Langella
“Se c’è il rispetto delle regole e l’onestà sia professionale sia intellettuale, i “Maradona” possono esserci anche adesso.” – ha risposto il dott.Andrea Langella.
“In questo territorio ci sono tante opportunità. – ha continuato – Abbiamo un settore giovanile molto importante: 192 ragazzi, che partono dagli under 14, e una squadra di calcio femminile.”
“Abbiamo delle persone oneste, dei bravi professionisti che fanno il provino e il calciatore, se è bravo, passa, altrimenti no.” – ha sottolineato, evidenziando l’importanza della serietà professionale.
In evidenza nel discorso del patron Langella anche il fondamentale ruolo educativo svolto dalle scuole-calcio, che insegnano ai ragazzi il rispetto delle regole.Un nodo cruciale emerso nell’intervento è quello della riduzione degli introiti delle partite in diretta TV.
“Rischiamo una riduzione di 1 milione e 800mila euro” – ha sottolineato Langella – una cifra considerevole per una piccola società come la Juve Stabia.
Tra altri temi trattati la necessità di strutture sportive ben tenute ed attrattive, e di infrastrutture anche per intercettare investimenti da altri paesi.
“Siamo indietro rispetto agli altri stati europei.La politica è ancora scollegata dallo sport, – ha rilevato – il calcio italiano si sta sminuendo sempre più, mancano gli investimenti dall’estero”.
Per quanto riguarda la realtà locale, il dott.Langella si è detto fiducioso che i lavori allo stadio Romeo Menti vengano conclusi a breve: “Dovrebbero finire a fine luglio.”
In conclusione, si è parlato della sicurezza negli stadi e degli eccessi delle tifoserie.
“Dal primo giorno ho voluto il rispetto delle regole. – Ha affermato il dott.
Langella – Chi sbaglia deve pagare.”
“Abbiamo telecamere ovunque, perché lo stadio è la casa di tutti e qui emerge la cultura, l’immagine di Castellammare.E non si sono mai verificati episodi incresciosi.”
Un incontro con l’autore dai molteplici spunti di riflessione su luci ed ombre del mondo del calcio, che sarà possibile approfondire nel libro “Calcio, politica e potere”, Edizioni Mondo Nuovo.
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