Processo per Ciro Piccirillo il fratello del Ras: avrebbe picchiato un anziano per un appartamento

Ciro Piccirillo va subito a processo per i reati di tentata estorsione e lesioni aggravati dal metodo mafioso, a stabilirlo è il giudice Linda Comella che ha accolto le richieste dei sostituti procuratori Carrano e Prisco.

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Ciro Piccirillo va subito a processo per i reati di tentata estorsione e lesioni aggravati dal metodo mafioso, a stabilirlo è il giudice Linda Comella che ha accolto le richieste dei sostituti procuratori Carrano e Prisco.

Le accuse a Ciro Piccirillo

Ciro Piccirillo detto “Barabba” è il fratello del più noto Rosario, presunto vertice dell’associazione mafiosa della Torretta di Chiaia: secondo le accuse Ciro si sarebbe presentato da un 82enne proprietario di un immobile in via Giordano Bruno per “chiedergli” di fittarlo al nipote figlio del fratello Rosario.

L’uomo, riconoscendolo e ritenendo che l’affitto non gli sarebbe stato corrisposto, avrebbe rifiutato facendo scattare il pestaggio. Dopo le percosse, Ciro gli avrebbe intimato di consegnargli il certificato di proprietà dell’appartamento oltre a 5000€ in contanti.

L’aggressione e la richiesta estorsiva, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della stazione Posillipo, del nucleo operativo Bagnoli e del nucleo investigativo di Napoli (coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea), sono avvenute lo scorso 24 marzo.

L’anziana vittima ha ripotato contusioni provocate da calci e pugni ai reni e alla schiena giudicate dai sanitari guaribili in 7 giorni.

“Non sono un mafioso” la difesa di “Barabba”

Lo scorso giugno Rosario Piccirillo è stato ascoltato dal gip per i fatti di cui sopra. «Non sono un camorrista e in questa storia non c’entrano in alcun modo le vecchie vicende del clan, con cui io comunque non ho nulla a che fare».

Ciro Piccirillo, alias “Barabba”, fratello del ras della Torretta Rosario Piccirillo, decide a sorpresa di difendersi dall’accusa di racket rispondendo alle domande del gip.

Il 68enne della riviera di Chiaia, accompagnato dal suo avvocato, il penalista Paolo Gallina, era atteso per l’interrogatorio di garanzia e in questa sede ha fornito al giudice e agli inquirenti la propria versione dei fatti.

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Vincenzo Esposito

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