Il nostro paese sforna da sempre difensori di livello eccezionale, che hanno in un
modo o nell’altro influenzato il modo di giocare della nostra nazionale.Il contropiede
è stato un’arma fondamentale nella vittoria dei mondiali del 2006, ma le squadre
italiane lo utilizzavano già dagli anni ‘60 e ‘70.
Ai più giovani questi nomi non diranno nulla, ma Nereo Rocco al Milan e Herrera
all’Inter resero celebre lo stile di gioco.
L’Italia del Catenaccio
Se chiedete a qualsiasi tedesco come gioca l’Italia, inizierà a sproloquiare su come il
nostro calcio sia noioso ed estremamente difensivo. “CATENACCIO” – urlerà – con
forte accento, mentre nella mente gli tornerà in mente la testa rasata di Cannavaro e
il ciuffo di Grosso.Sfottò a parte, hanno ragione a definirci maniacalmente attenti alla fase difensiva?
La
risposta è probabilmente sì.La preparazione tattica che viene effettuata in Serie A è, a detta di tutti i giocatori che
si sono confrontati con gli altri grandi campionati europei, di livello altissimo e
costituisce un parte fondamentale della preparazione alle partite, specialmente per
quello che riguarda la fase difensiva.
Anche per questo i bookmaker propongono diverse offerte speciali sui clean sheet
per quanto riguarda le Serie A.Vi consigliamo a questo proposito di buttare un occhio ai William Hill bonus, per non lasciarvi scappare nulla.
Tuttavia è chiaro gli schemi, le strategie e i movimenti sono solo una parte del
successo che ha ottenuto l’Italia a livello internazionale.Sono i giocatori che devono
avere la qualità e l’intelligenza di adattarsi ai dettami tattici dei CT.
L’eredità pesante dei difensori italiani
In questo senso nel corso degli anni l’Italia ha visto difensori di caratura mondiale,
che vengono più o meno unanimemente inseriti nelle liste dei migliori di sempre.
Glorificato da molti giornali, tifosi e addetti ai lavori, Paolo Maldini è senza dubbio tra i
difensori più forti della storia del Milan e del calcio.Non ha mai vinto, nonostante
questo, un pallone d’oro che lo incoronasse definitivamente.
Nonostante questo la
bacheca conta Scudetti, Champions e Coppe Italia oltre che un Europeo con la
maglia azzurra.In coppia con lui c’era Baresi, che forse più di Maldini (anche per il ruolo) rispecchia
meglio il profilo di difensore d’anticipo e contrasti duri.
Il “libero”, per intenderci.Ma con loro si aggiungono moltissimi altri, fra cui il vincitore del Pallone d’Oro ed
eroe dei Mondiali 2006 Cannavaro, Gaetano Scirea, Giacinto Facchetti o Alessandro
Nesta.
Insomma, è chiaro che l’eredità è di un certo spessore e gli italiani che occupano
oggi le fila della nazionale devono prendere spunto e ispirarsi a loro.
Bastoni, Scalvini & Co. – I Possibili Eredi
Che il compito è difficile lo abbiamo detto, ma ultimamente, dopo anni di declino
iniziati quando la BBC (Barzagli Bonucci e Chiellini) ha cominciato a sentire i segni
dell’età, possiamo dire di avere una nuova speranza.Profili come quello di Bastoni – tra i difensori più blasonati al mondo – possono essere
la nuova alba del successo della nazionale azzurra.
Tuttavia Bastoni si trova nella propria fase di maturità calcistica e non è più
giovanissimo.Chi saranno quindi gli eredi?
Sulla fascia sinistra, al posto che avrebbe occupato
Maldini, c’è Udogie.In forma, in forza al Tottenham e abituato ai ritmi forsennati della
Premier, può essere fondamentale per la nazionale di Gattuso.
Un altro che si trova nel regno di Re Carlo, ma sull’altra sponda di Londra Nord è
Calafiori.Elegante, forte fisicamente e un mancino delicato, l’Arsenal ha sborsato 45
milioni per averlo.
Altri due nomi ancora acerbi ma che a breve, a nostro parere, faranno un salto di
qualità importante nelle prossime stagioni sono Scalvini e Comuzzo.Rispettivamente nati nel 2003 e nel 2005, sono due profili di centrali giovani che si
sposano perfettamente con il gioco maschio che ha caratterizzato i nostri difensori
negli anni.
Difensore Moderno o all’Italiana?
Cos’è Meglio?
Nel corso degli anni però, l’evoluzione nel calcio sia dal punto di vista burocratico,
che da quello sportivo, ha causato uno spostamento delle qualità richieste.I difensori oggi, a causa di Guardiola, devono saper giocare con la palla e prendere
attivamente parte alla costruzione della manovra.
Bastoni e Calafiori in questo senso sono due dei massimi esponenti nel nostro
paese.Al contrario, giocatori come Gianluca Mancini, Buongiorno e Gatti incarnano
invece ancora lo spirito dei difensori di una volta.
Qual è meglio?I primi sembrano essere più adatti alla direzione del calcio
contemporaneo, ma esattamente come tra giochisti e risultatisti, non c’è una risposta
corretta.





