Il Napoli impatta con la Fiorentina al Franchi e dice addio anche alla Conference EDITORIALE

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Nel nostro editoriale post Fiorentina – Napoli (2-2) esprimiamo il nostro pensiero sull’andamento della gara tra i partenopei e i gigliati.

Il Napoli, con il 2-2 di Firenze, si appresta a fallire finanche l’ultimo obiettivo stagionale rimasto: la qualificazione alla prossima Conference League.

Servirebbe, dopo stasera, un miracolo agli azzurri – mentre dovrebbero praticamente suicidarsi i viola – per cambiare un destino che ormai pare scritto. Venendo ai fatti: per scippare alla squadra di Vincenzo Italiano il piazzamento valevole per la meno nobile delle competizioni europee per club, il Napoli dovrebbe battere il Lecce in casa all’ultima giornata e sperare che la Fiorentina perda sia a Cagliari sia all’ultima casalinga contro l’Atalanta.

Uno scenario che va ben oltre l’inverosimile, tanto più che i fiorentini giocheranno contro la Dea solo al prossimo 2 Giugno – ossia a campionato già finito per tutte le altre – contro una compagine che avrà, per quella data, già ben 55 partite sulle gambe.

Unica opzione che potrebbe dare senso e credibilità a quel Fiorentina-Atalanta sarebbe il caso in cui la Dea non fosse già certa della qualificazione alla prossima Champion’s che però, lo ricordiamo, la squadra di Gasperini potrebbe aggiudicarsi anche “solo” battendo il Bayer Leverkusen nella finale di Europa League e dunque a prescindere, a quel punto, dal percorso in campionato.

Insomma: dovrebbero incastrarsi tutti gli astri per evitare, al Napoli, di rimanere fuori da ogni tipo di competizione europea. Un fatto, di per sé storico, che al club partenopeo non accade da 15 anni e che sta per materializzarsi un anno dopo lo storico terzo scudetto, vinto invece dopo 33.

Fiorentina – Napoli, tutto sommato, è stata una partita piacevole e ben giocata da entrambe le squadre, che non si sono arrese al risultato di pareggio e che hanno tentato entrambe la via della vittoria fino all’ultima palla della partita.

La gara è stata, soprattutto, il manifesto di cosa voglia dire una stagione dannata. Perché il Napoli in campo stavolta ci entra bene, con la giusta testa, la giusta determinazione e la giusta cattiveria, consapevole che probabilmente sta passando l’ultima curva prima di una fine vergognosa: riuscire nell’impresa di stare fuori dalle Coppe esattamente 1 anno dopo aver stravinto lo scudetto.

Il goal di Rrahmani in apertura – col kosovaro bravissimo a sovrastare Martinez Quarta mangiandogli in testa su perfetto corner battuto da Politano – sembrava essere il preludio a che si creassero le migliori condizioni per mettere alle corde la Viola: vantaggio semi-immediato, Fiorentina costretta subito ad inseguire, con annesse enormi difficoltà della squadra di Italiano a concretizzare la gran mole di gioco prodotta ( uno dei marchi di fabbrica in negativo dei gigliati).

E invece capita che i padroni di casa – da sempre poco lucidi sotto porta – riescano a fare al Napoli 2 goal in 3 minuti, ribaltando il risultato tra il 40esimo e il 43esimo.

La prima rete è una pennellata di Biraghi su punizione dal limite, causata da un fallo tanto ingenuo quanto del tutto inusuale di Lobotka ( della serie: quando l’annata è storta, basta leggere dentro i singoli episodi).

La seconda è una rasoiata chirurgica all’angolino di ‘Nzola, anche se probabilmente l’azione era viziata da un fallo su Politano.

Prima del ribaltone viola, buon Napoli. Che col risultato ancora di 0-1 s’era affacciato con piglio aggressivo nei pressi di Terracciano, non riuscendo però a trovare un raddoppio che avrebbe senz’altro dato alla partita un volto diverso.

Il Napoli che scende nella ripresa è squadra che sa di giocarsi l’ultimo tempo a disposizione prima del baratro sportivo collettivo. La perla del 2-2, che fisserà la partita su un risultato che non cambierà più, sta tutta nell’estro abnorme di Kvicha Kvaratskhelia.

Gli altri 21 in campo sono, chi più chi meno, ottimi interpreti. Lui no. Appartiene alla categoria degli artisti e lo dimostra trovando un angolo invisibile dai 25 metri che solo chi è stato dotato oltremisura dal Divino può pensare di centrare.

Fatto il pareggio, i ribaltamenti di fronte si sprecano e quando le due squadre si allungano, la partita diventa davvero imprevedibile e gustosa. La Viola vorrebbe ipotecare la Conference, che con una vittoria avrebbe praticamente acquisito; il Napoli tenta l’ultimo sussulto di un’annata da incubo.

Alla fine, sarà pareggio. Di mezzo da segnalare il palo clamoroso colto da Politano, pochi minuti dopo il 2-2 di Kvara; e un rigore prima concesso – poi giustamente revocato dal VAR – per un contatto del tutto lecito in area tra Lobotka e Belotti.

Nel mezzo, il colpo di coda lo tenta Rrahmani: ancora di testa, ancora da corner, ma stavolta solo sfiorando l’incrocio dei pali. L’acuto finale potrebbe averlo, sul destro, Jack Raspadori, che incrocia la conclusione ma non inquadra lo specchio.

Fiorentina-Napoli è storia.

Manda (quasi) in Conference la Viola e certifica che il Napoli, nell’annata 2023/2024, ha toccato ogni tipo di fondo.

Napoli-Lecce, all’ultima giornata, rischia seriamente di diventare poco più che un’amichevole.

Con quale motivazione scenderà in campo questa squadra, contro i salentini, conscia che le possibilità di un minimo futuro europeo sono appese a un lumicino?

La possibilità, concreta, è che si assista a un triste congedo.

E il sospetto è che, più che a Napoli-Lecce, gli azzurri stiano pensando solo a staccare la spina da una sorta di macumba nella quale si sono cacciati, in parte, da soli; i più lungimiranti tra loro, forse, si spingeranno oltre e staranno già volgendo lo sguardo al futuro prossimo.

Quello che tingerà il nuovo allenatore, dal cui nome i ragazzi di Partenophe capiranno i futuri piani della società e, con essi, i propri.


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