Editoriale: Al Napoli si è spenta la luce, è solo 0-0 al Maradona col Monza

La nostra analisi al termine di Napoli - Monza terminata con l'ennesima flop degli azzurri che non riescono a tornare alla vittoria tra le mura amiche

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In questo nostro editoriale vi raccontiamo del pareggio casalingo del Napoli contro il Monza di Mister Palladino. Gli azzurri non riescono a tornare alla vittoria tra le mura amiche del Maradona salutando mestamente il 2023.

Scialbo 0-0 casalingo contro il Monza per il Napoli, all’ultima del 2023. Un Dicembre nero, quello vissuto dagli azzurri, che rischia di allontanare sempre più gli uomini di Mazzarri dalla zona Champion’s.

Editoriale Napoli – Monza: le nostre sensazioni

Al momento, analizzando le dirette concorrenti per un posto nell’Europa che conta, il Napoli è sicuramente la squadra che sta peggio messa in campo.

E soprattutto, è una compagine che, oltre alle evidenti carenze in fase difensiva ( i 21 goal incassati in 18 partite fanno dei partenopei la peggior difesa delle prime 11 in classifica), ha ormai aggiunto in maniera sempre più palese delle enormi difficoltà a fare goal ( solo nel mese di Dicembre il Napoli ha segnato 4 goal in 7 partite, che più precisamente sono stati marcati in sole due partite: contro il Braga e contro il Cagliari).

Il che significa che, in ben 5 partite su 7, solo volendo considerare l’ultimo mese, il Napoli non è riuscito a realizzare neppure una rete.

Il che è mortificante tanto più perché, quando gli azzurri riescono a fraseggiare palla a terra, fanno vedere chiaramente di non avere nulla da invidiare a nessuna delle avversarie di serie A.

Però poi puntualmente, quando si tratta di gonfiare la rete o ancor prima di creare concrete opportunità da rete, più di qualcosa si inceppa.

E così il Napoli in porta finisce o per non arrivarci mai o al massimo, nella più rosea delle ipotesi, per essere terribilmente impreciso quando si è chiamati a concludere l’azione.

I possibili fattori che hanno determinato questo momento negativo

I fattori da analizzare sono molteplici: non c’è dubbio che abbiano inciso anche gli errori sotto rete dei singoli ( vedasi, solo volendo analizzare quelli di stasera, le chances sprecate da Anguissa, Kvara e Gaetano), ma il problema sta a monte. E sta nella manovra. Che ariosa, quest’anno, non lo è stata mai e soprattutto ha perso quella brillantezza e quello smalto che permettevano al Napoli di capovolgere il fronte in pochissimi secondi.

Il giro palla ormai è divenuto inesorabilmente compassato e prevedibile.

Il timing non è più quello degno di una macchina da guerra e quindi le qualità dei singoli vanno praticamente a farsi fottere: lo spartito, che prima suonava musica celestiale, ora si esibisce in melodie trite e ritrite.

Quali siano le motivazioni, di questa brutta involuzione globale, non è dato sapere, ma al massimo supporre.

La sensazione – a dire il vero la più plausibile – è che sia semplicemente finito un ciclo, col rammarico che sia successo troppo presto, ammesso fosse davvero questa la giusta chiave di lettura. E qualora corretta fosse, colpa dell’uomo al vertice non essersene accorto tempestivamente o forse aver semplicemente finto che andasse tutto bene, con la presunzione di poter dominare gli eventi, che in un una parola si chiama “tracotanza” e storicamente è una condotta che ha sempre finito per danneggiare gli uomini che ne hanno fatto uso.

Il fallimento di Walter Mazzarri

Dispiace per il buon Walterone Mazzarri, ma a raddrizzare la barca non ci sta riuscendo neppure lui, che pure è l’ultimo arrivato e sicuramente è l’ultimo a cui si possano attribuire colpe. Certo, più di qualche scelta singolare, da parte del mister, si sta vedendo. Come quella di tenere in campo Alessio Zerbin per 70 minuti o quella ancora di inserire Simeone solo negli ultimi scampoli di gara, per esempio. Ma si tratta solo dell’ultima punta dell’iceberg. I problemi del Napoli nascono da lontano. Da Giugno, almeno. Se non anche dalla scorsa primavera. E sono stati sottovalutati, terribilmente sottovalutati da chi, in preda a un delirio di onnipotenza, forse si era veramente illuso di aver trovato la formuletta magica della perfezione.

Si è spenta la luce, caro Napoli. E ciò che è peggio è che proprio non si capisce come vincere le ombre.

Il popolo azzurro continuerà a sostenere la sua squadra, ma la verità è che il Napoli, di qualificarsi in Champion’s, non se lo merita proprio. Né tanto meno sembra verosimile che possa davvero riuscirci.

Il buon Monza

Il Monza, da par suo, ha palleggiato bene, fedele ai dettami del talentuoso Raffaele Palladino. Uno di quelli da tenere d’occhio per il futuro, il buon Raffaele.

Insomma, i brianzoli non hanno rubato nulla, anzi: non fosse stato per Meret, probabilmente avremmo assistito all’ennesima ecatombe sportiva di una stagione disgraziata.

La speranza per il futuro espressa nel nostro editoriale post Napoli – Monza

Si è spenta la luce, per davvero. E ora l’ultima porticina si chiama “mercato di Gennaio”.

O il Napoli ci punta e fa le cose fatte bene ( quelle che non ha fatto dalla primavera scorsa ad ora), oppure il rischio è di condannarsi a una stagione mediocre.

Il pericolo concreto è quello di finire a metà classifica, magari pure nella parte di destra.

Aurelio, a te la scelta.

Il punto di non ritorno è a pochi passi da te.

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