Editoriale, Il Napoli si squaglia contro il Frosinone: umiliante 0-4 al Maradona e azzurri già fuori dalla Coppa Italia

Gli azzurri incassano un sconfitta pesante contro i ciociari che hanno mostrato di avere più fame e voglia di superare il turno di Coppa Italia

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In questo nostro editoriale vi raccontiamo della sconfitta interna del Napoli contro il Frosinone di Mister Di Francesco. Gli azzurri escono dalla competizione tricolore con un risultato umiliante.

Il disastro si è compiuto, o meglio è in via di compimento. Perché che sia finita qui, al momento, può essere solo un augurio e che si sia raggiunto il fondo, questa può essere solo una speranza.

La precoce eliminazione dalla Coppa Italia è la fotografia di una stagione malata, programmata male sin dall’inizio e condotta, se possibile, peggio, nei mesi successivi a venire. Una debacle sportiva di cui il responsabile principale porta il nome di Aurelio De Laurentiis, spesso imprenditore illuminato, ma che dalla primavera scorsa non ci ha capito praticamente più nulla, sbagliando tutte le scelte che un presidente avrebbe potuto toppare al posto suo: dalle scelte di mercato alla scelta del tecnico, proseguendo con la scelta del momento in cui esonerarlo.

L’effetto Rudy Garcia

Perché se Rudy Garcia è stato uno sfacelo, è pur vero che il francese non ci si è messo da solo sulla panchina del Napoli e la primigenia colpa è stata di chi l’ha reputato all’altezza di un contesto nel quale è apparso pesce fuor d’acqua già dal ritiro pre-campionato.

Andava esonerato prima, Rudy, eppure l’agonia è stata protratta fino a metà Novembre, assegnando a Mazzarri l’infame compito di subentrare con un ciclo di fuoco alle porte ( Atalanta, Real Madrid, Inter e Juventus) e una squadra ormai al collasso, di identità, di idee, di testa.

Perché poi, vero è che ci sono le colpe di Presidente e allenatore, ma pur vero è che le responsabilità della squadra non possono essere minimizzate all’osso, non fosse altro che per quel Tricolore sul petto che questi ragazzi continueranno a esibire fino a fine stagione.

Un gruppo di ragazzi che ha restituito sensazioni dal sapore irripetibile a una Piazza che ormai aveva totalmente rimosso i sapori della Vittoria e che, perciò, andrà ringraziato per sempre, ma che ora non può nascondersi per il resto dei suoi giorni.

Se con Rudy il feeling, umano e tattico, non era oggettivamente mai scattato, con Mazzarri s’era cercato quantomeno di optare per un approccio più morbido e per la valorizzazione di un processo di reminiscenza di dettami calcistici di Spallettiana memoria.

La mancanza di una figura carismatica come Luciano Spalletti

La sensazione è che questi ragazzi siano ancora orfani di Luciano Spalletti e che, senza quella precisa guida, siano i primi a non credere di poter replicare il livello di performance della passata stagione. Il che, intendiamoci, sarebbe gravissimo.

L’altra impressione è che alcuni dei perni dell’anno passato sentano ormai di aver dato il meglio delle proprie energie e dei propri sforzi alla Causa azzurra; il che non significa non impegnarsi o mostrare scarsa professionalità, ma sentirsi ormai svuotati, scarichi, incapaci di mettere insieme quei presupposti psicologici giusti per lottare con lo spirito dell’anno scorso.

Editoriale Napoli – Frosinone: gli errori di De Laurentiis si ripetono?

A sto giro, De Laurentiis potrebbe aver ripetuto l’errore commesso a cavallo tra il 2018 e il 2019, quando si impose di riconfermare in toto la squadra che aveva sfiorato lo scudetto con Sarri pochi mesi prima, anche rinunciando a singole offerte monstre per alcuni singoli giocatori ( leggasi il no ai 120 mln offerti dal PSG per Allan, giusto per citare un esempio concreto), per poi ritrovarsi sul groppone un drappello di calciatori fortissimi, ma che ormai si sentivano fuori dal Progetto Partenopeo e che avrebbero preferito cambiare aria e rilanciarsi altrove.

Questa seconda parte di 2023 assomiglia sempre più a quella epoca: protagonisti diversi, storie diverse, ma il comune denominatore di un gruppo squadra che ormai sembra giunto al capolinea del fuoco motivazionale. E nel calcio, ai massimi livelli, quando il fuoco si spegne, le strade tocca dividerle, anche se fa male.

Se così fosse e se il parallelismo di cui sopra dovesse avere un qualche fondamento, De Laurentiis farebbe bene a fare un passo indietro, accettare qualche proposta interessante già a Gennaio ( qualora vi fosse) e iniziare un graduale ma – a quel punto – inevitabile processo di ricostruzione, che andrebbe poi proseguito con saggezza nei mesi a venire.

Nell’attesa di comprendere se questo passaggio sia davvero inevitabile, che nessuno spari sulla Croce Rossa, non almeno quelli di fede azzurra.

Editoriale Napoli – Frosinone: dopo questa sconfitta bisogna fare quadrato e stringere i denti

Stringiamoci intorno a Walter Mazzarri, che si è preso sulle spalle l’ennesima mission impossible della sua carriera e che tra tutti è quello che c’entra di meno: a questo punto, con questi presupposti, anche un quarto posto diventerebbe un risultato da festeggiare.
Facciamo quadrato intorno alla squadra, che tanto dargli contro significherebbe solo farle altro male.

Stringiamoci intorno alla società, almeno fino alla resa dei conti.

Perché poi, Aurelio caro, verrà pure il tuo momento.

E se incensarsi è sempre la più dolce delle godurie, metterci la faccia nei momenti difficili, quella, è roba per uomini seri: noi ti aspetteremo lì, nel momento in cui dovrai spiegarci come ha fatto, una squadra che distribuito bellezza in campo per 1 anno intero, a sfracellarsi nel ritiro pre-campionato seguente.

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