Virginia Woolf, con il suo celebre romanzo Orlando (1928), ci regala un’opera che è al contempo una biografia immaginaria, un’ode alla poesia e un’esplorazione radicale dell’identità di genere. Attraverso la vita del protagonista, un giovane nobile poeta che attraversa i secoli e subisce una misteriosa trasformazione in donna, l’autrice pone la sua attenzione su una vasta gamma di tematiche cruciali. La trama, audace e originale, si rivela un potente veicolo per analizzare i mutamenti psicologici, sociali e geografici, portando il lettore in un viaggio che abbraccia l’evoluzione della cultura e dei costumi. Se da un lato l’indiscussa modernità dei temi trattati rende Orlando un classico imprescindibile e innovativo, dall’altro, l’esperienza di lettura può incontrare delle riserve. Lo stile narrativo, pur potente nel veicolare la trama, non sempre riesce a generare quel trasporto emotivo che si è soliti ricercare nei grandi classici, rendendo a tratti la lettura meno fluida e coinvolgente.
Orlando è uno dei romanzi che pone lo sguardo dell’autrice su tantissime tematiche.
L’immaginaria biografia di un uomo, poeta e autore che dopo una serie di vicissitudini che segneranno nel profondo il suo animo, inizierà a conoscere bene da vicino il mondo femminile fino a diventarne parte per uno strano scherzo del destino.
L’autrice ci condurrà nel viaggio della trasformazione di Orlando, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche dal punto di vista geografico perché sarà grazie ai suoi viaggi che conosceremo la cultura di secoli prima rispetto a quando è stato scritto il romanzo.
Dal punto di vista della trama, l’ho trovata davvero originale ed è forse questa che mi ha tenuto appassionata fino alla fine, tuttavia, forse in questo romanzo, forse per la traduzione che ho ascoltato, non ho trovato quel trasporto dal punto di vista narrativo che ho notoriamente per i classici.
Per cui se da un lato ritengo che sia uno dei romanzi classici più innovativi dal punto di vista delle tematiche, dall’altro forse lo stile narrativo non mi ha coinvolto e per questo ho fatto più fatica a terminarlo.





