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Castellammare di Stabia

RECENSIONE – L’amore oltre l’oblio: la forza di restare in Spire

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Ci sono romanzi che non si limitano a raccontare una storia, ma aprono una finestra sulle fragilità umane con una grazia rara. È il caso di Spire (Rossini Editore, 2024), l’opera di Maria Pia Nocerino che ci invita a riflettere su cosa significhi davvero amare quando la vita decide di cambiare le carte in tavola.

Tra le pagine di questo libro si snoda il percorso di Marlena e Paul, due protagonisti segnati dal passato ma pronti a scommettere sul futuro, finché non si trovano di fronte alla prova più difficile: quella di un nemico invisibile che minaccia l’identità e i ricordi. Quella che segue è la mia riflessione su una lettura che sa di verità, coraggio e, soprattutto, di speranza.

L’amore non fa sconti, quando bussa alla porta del cuore, ti travolge e di accoglie nel suo turbine di sensazioni coinvolgenti senza lasciare spazio ad altro.
Marlena e Paul hanno conosciuto l’amore che fa male, quello che ti può togliere le forze senza lasciarti altro che dolore e amarezza, ma entrambi hanno saputo rialzarsi. A volte rialzare lo sguardo e osservare con occhi diversi, nuovi, la vita che ci può ancora sorridere è lo spettacolo più bello.

Ma la vita ha le sue salite e discese, le sue curve e i suoi rettilinei che ci possono spianare la strada o farci perdere quella vecchia per ritrovarne altre di cui non avevamo neanche immaginato l’esistenza.
L’amore di Marlena e Paul incontrerà la difficoltà più grande: la sopravvivenza del non riconoscersi.

L’autrice è riuscita con una narrazione delicata e gentile a raccontare una storia che seppur inventata è lo specchio di realtà difficili che ci circondano e situazioni che possono accadere a chiunque. Ha aperto però anche la finestra a quella ventata di coraggio che fa andare avanti coloro che sono accanto a chi vive la malattia facendo così restare a galla l’unica cosa che resta alla fine di tutto, l’amore.

Grazie di questa storia che sa di grande testimonianza e verità.

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