C
hi mi conosce sa che amo anche i romanzi storici, la letteratura dell’America Latina e il suo enorme fascino.Prima edizione 1963, ripreso quest’anno da Sur Edizioni (che ringrazio della copia) con una magistrale introduzione di Guadalupe Nettel e la traduzione di Francesca Lazzarato.Siamo a Ixtepec paese poco distante da Città del Messico dopo la rivoluzione messicana e agli albori della mobilitazione popolare.
è, non solo il luogo dove è ambientata, ma la voce narrante di questa storia che descrive come gli orrori di quel periodo devastassero ogni giorno le sue strade e i suoi abitanti.Ogni personaggio ha la sua importanza proprio come le strade sono essenziali per un paese seppur piccolo, isolato, ma teatro di avvenimenti che sono sospesi .Il generale Francisco Rosas esercita terrore sul paese con i suoi soldati condannando a morte qualcuno ogni giorno agli occhi degli abitanti che sembrano accettarlo passivamente.Questo terrore viene sopito dal suo amore per Julia, come in una prigione dorata sotto il suo attento sguardo.Uno sguardo a cui non sfugge l’arrivo di uno straniero.Cosa ci sarà venuto a fare lì e perché osserva Julia, sarà solo per la sua bellezza?Nel frattempo gli abitanti di Ixtepec cercano, anche senza dirselo, un modo per liberarsi dal terrore del generale.
Accade poi tutto una notte, dove le stelle sono sempre le stesse sul paese, ma la giovane Isabel Moncada della famiglia tra i protagonisti del romanzo, sembra ancora più affascinante, perché brilla della luce di chi sogna la libertà, la giustizia e l’amore.Una fuga, un cadavere scomparso, una danza che dura per più di 24 ore e poi i ricordi del non vissuto, i ricordi dell’avvenire, di ciò che non è conosciuto.Non credo sia stato semplice tradurre un testo di questo tipo, ma secondo me è stato fatto molto bene con l’utilizzo adeguato della terminologia che caratterizza questo intenso romanzo precursore del “realismo magico” che sarà poi anche di Gabriel García Márquez.
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