Scherzo telefonico a Giorgia Meloni: sicurezza e interrogativi sulle chiamate

Lo scherzo telefonico a Giorgia Meloni solleva dubbi sulla sicurezza delle chiamate e l'identificazione degli interlocutori

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Lo scherzo telefonico subito da Giorgia Meloni solleva interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni e sull’identificazione dei chiamanti, ponendo l’accento sulla responsabilità della premier nella tutela della sicurezza nazionale.
La durata della conversazione e l’assenza di identificazione degli interlocutori sollevano dubbi sulla gestione delle chiamate e sulla vulnerabilità del sistema di sicurezza.

Scherzo telefonico a Giorgia Meloni
Nell’editoriale di oggi, parlerò dello scherzo telefonico subito da Giorgia Meloni il 18 settembre scorso, in cui un impostore si è spacciato per il presidente della Commissione dell’Unione Africana. A rivelare l’inganno sono stati “Vovan & Lexus”, un duo comico noto per aver ingannato altri leader internazionali come Boris Johnson, Pedro Sanchez, Christine Lagarde e Recep Tayyip Erdogan, ottenendo dichiarazioni favorevoli alla narrativa russa.

Oltre all’incidente in sé, che evidenzia una vulnerabilità nel sistema di sicurezza del presidente del Consiglio, ci sono da sottolineare due domande:

“Innanzitutto, riguardo alla sicurezza telefonica della presidente del Consiglio: chi ha fornito i numeri di contatto e come i due comici sono riusciti ad ottenerli?
Inoltre, chi ha passato la chiamata ha verificato l’autenticità dell’interlocutore presunto?

Sono interrogativi che coinvolgono tutti noi, in quanto riguardano la sicurezza del primo ministro, il custode della sicurezza nazionale.

Inoltre, come è possibile che la presidente del Consiglio abbia parlato per sedici minuti con due persone che non si sono mai identificate, con accenti chiaramente falsi?

Se si ascolta l’audio, sembra un’intervista, con domande incessanti e risposte continue da parte sua.
Come può la presidente del Consiglio dedicare sedici minuti del suo tempo a due individui non identificati?“.

Dalle conclusioni che personalmente posso trarre, emerge che questo governo ha, quantomeno, problemi nella gestione degli affari interni, nell’ordinaria amministrazione e nelle dichiarazioni a volte imprudenti di alcuni ministri e esponenti politici.
Comunque, dal punto di vista internazionale, abbiamo visto situazioni ben peggiori per cui, al momento, ci sono motivi di lamentarsi solo dei punti di cui sopra.

A questo punto, per coloro che non avessero ancora potuto ascoltare l’audio della conversazione o che non comprendono perfettamente l’inglese, vi riporto la traduzione integrale (salvo piccole omissioni di parti non del tutto comprensibili) della conversazione telefonica.

Buona lettura.

Comico russo: “Che piacere sentirti, grazie per il tuo tempo”.
Meloni: “Come stai?”
Comico russo: “Sto bene, ho sentito notizie molto brutte”.
Meloni: “Sì, sì, la situazione è un po’ difficile, la situazione è molto difficile per noi da gestire.
Dall’inizio dell’anno, dunque in pochi mesi, abbiamo avuto più di 120mila persone arrivate principalmente dalla Tunisia. Quindi la situazione è molto difficile da ogni punto di vista.
Dal punto di vista umanitario, logistico, di sicurezza. Ciò che vedo è che questi flussi rischiano di aumentare per la situazione che c’è in Africa, soprattutto nel Sahel ma anche per il problema del grano, per tutti i problemi che tu conosci meglio di me.
Stiamo lavorando anche nell’Unione Europea per un memorandum in Tunisia per aiutare, non solo per gestire la migrazione.
La mia idea è sempre che si debbano fare molte altre cose”.
Comico russo: “Sono d’accordo. Ho appena incontrato Charles Michel, abbiamo avuto una conversazione riguardo la situazione. Ha detto che il problema è che l’Italia non può fermarli. E pensa che il problema è un problema soprattutto per l’Italia”.
Meloni: “Sì, assolutamente. L’Europa per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile.
La portata di questo fenomeno colpisce, secondo me, non solo l’Unione Europea, ma anche le Nazioni Unite.
Ma il problema è che agli altri non interessa.
Non hanno risposto al telefono quando li ho chiamati. E sono tutti d’accordo sul fatto che l’Italia deve risolvere da sola questo problema. Penso che è una maniera molto stupida di pensare a queste cose”.
Meloni: “Ho provato a parlarne a Macron, ma anche lui rifiuta di comprendere la mia posizione…”.
“Posso chiederti qualcosa, fra me e te…? Tu pensi che ciò che sta accadendo, per esempio in Niger, sia qualcosa che va contro la Francia?”.
Comico russo: “Dico di sì. Specialmente adesso…”.
Meloni: “Vedo che la Francia sta spingendo per una sorta di intervento ma io sto cercando di capire come possiamo sostenere uno sforzo diplomatico. Dobbiamo stare attenti”.
Comico russo: “Perché i francesi non capiscono quelle che sarebbero le ulteriori conseguenze. Se ci fosse un’aggressione militare questo condurrebbe ad un’altra crisi migratoria”.
Meloni: “Ma loro hanno altre priorità, che non sono l’immigrazione in nazioni come il Niger come sai. Il loro punto di vista non è necessariamente il mio. Loro hanno l’uranio, il franco africano…Loro hanno delle priorità che sono priorità nazionali. Noi stiamo provando a dire loro…non dobbiamo – come si dice – fare cose che ci creano più problemi di quanti già ne abbiamo”.
Comico russo: “Ma un altro problema è come lavorare sulla nuova iniziativa del Mar Nero. Cosa ne pensi di sbloccare alcune banche russe?”.
Meloni: “Penso che dobbiamo discuterne. Dobbiamo trovare una soluzione per una situazione che è impossibile da fronteggiare per noi. Ci deve essere una soluzione. Ne ho discusso anche al G20 nel meeting sull’Africa. Se noi permettiamo alla Russia di ricattarci potrebbe essere ancora peggio. Ma se non troviamo altre soluzioni diventa un problema impossibile. In qualche modo dobbiamo uscirne. La Polonia potrebbe essere la strada giusta ma stanno avendo problemi…”.
Comico russo: “Il problema è che ci aspettavamo che la guerra potesse finire grazie ad una buona controffensiva ucraina, ma ora vedo che non è così di successo come mi aspettavo. Quindi molti nostri e miei amici nel continente stanno aspettando un qualsiasi negoziato affinché Ucraina e Russia fermino questo conflitto”.
Meloni: “Lo capisco. E anche l’immigrazione e i problemi che abbiamo con l’inflazione, la crisi energetica, è difficile per tutti noi.
Uno dei miei piani strategici su cui sto tentando di discutere anche con gli altri Paesi europei è un piano di investimento per l’energia in Africa. Penso che potrebbe essere, assolutamente non immediato quando inizi a fare un investimento…
Nei primi giorni di novembre presenteremo qui a Roma in una conferenza il nostro Piano Mattei, che consiste nell’investire soprattutto nell’energia per l’Africa, per produrla e per esportarla se riescono.
Il prossimo anno avremo anche la presidenza del G7. E mi piacerebbe concentrare la nostra presidenza del G7 soprattutto sul tema dell’Africa. Andiamo verso un’epoca in cui è già troppo tardi.
Dobbiamo muoverci”.
Comico russo: “Posso chiederti cosa pensi dei piani di alcuni funzionari britannici di inviare alcuni migranti in Ruanda?”.
Meloni: “Sì. Non ne ho discusso. Non so quali sono gli elementi di questo accordo. Il problema che abbiamo è anche che queste persone che arrivano illegalmente sono impossibili da integrare.
Loro perdono molto tempo nell’intervallo che impieghiamo a processare le loro richieste, e poi perdiamo le tracce di molti di loro, alcuni finiscono tra le mani della criminalità organizzata, alcuni vanno in altri Paesi e tentano di rimandarli indietro…”
Comico russo: “Ma pensi che la Commissione Europea lo capisca?”.
Meloni: “Cosa?”
Comico russo: “Pensi che la Commissione Europea comprenda questa…”.
Meloni: “La Commissione Europea DICE di capirlo (risatina).
Il problema è di quanto tempo ha bisogno per darci risposte concrete.
In conclusione del Consiglio Europeo, nelle parole di Ursula von der Leyen, loro capiscono assolutamente ma quando chiedi di prendere i soldi e di investire per aiutarci, per discutere con questi Paesi, beh, lì diventa più difficile.
Devo dire la verità. Questo riguarda anche la Tunisia. Ho organizzato questo memorandum tra Europa e Tunisia che il presidente Saied ha firmato con noi alla metà di luglio, ma lui non ha visto ancora un euro”.
Comico russo: “Quanto pensi che durerà il conflitto tra Ucraina e Russia? Hai avuto conversazioni con il presidente Biden e altri?”.
Meloni: “Vedo che c’è molta stanchezza, devo dire la verità. Da tutti i lati. Siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Il problema è trovarne una che possa essere accettabile per entrambi senza distruggere il diritto internazionale. Ho alcune idee su questo, su come gestire la situazione ma sto aspettando il momento giusto per mettere sul tavolo questo idee”.
Comico russo: “L’Ucraina non sta avendo il successo che tutti ci aspettavamo…”.
Meloni: “La controffensiva dell’Ucraina forse non sta funzionando come ci aspettavamo. Sta andando avanti ma non ha cambiato le sorti del conflitto. Dunque tutti capiamo che potrebbe durare molti anni se non proviamo a trovare qualche soluzione.
Il problema è quale situazione è accettabile per entrambi senza aprire altri conflitti.
Tu sai cosa penso riguardo la Libia. Forse non lo sai (nuova risatina). Potremmo discuterne per ore, amico mio, su ciò che è accaduto in Libia! Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non è stata così buona, non è stata migliore. (Incomprensibile)
Dobbiamo fare funzionare il nostro cervello.
Comico russo: “Abbiamo bisogno di soldi ma non ne chiediamo ad altre istituzioni come la Commissione Europea. Vedo che tutti i soldi dell’UE stanno andando in Ucraina adesso”.
Meloni: “Ciò su cui sto lavorando è farne arrivare anche in Africa. Questo è il mio primo impegno. Come saprai se segui un po’ ciò che dico a tutti, dagli americani alla NATO, dico ovunque che dobbiamo prenderci cura dell’Africa”.
Comico russo: “Inoltre non sono d’accordo con l’ideologia nazionale dell’Ucraina, intendo Bandera, ci sono nazionalisti in Ucraina, che è la cosa che la Russia odia maggiormente”.
Meloni: “No, non sono d’accordo. Loro hanno il diritto di farlo. Io penso che il problema del nazionalismo è un problema che ha Putin”.
Comico russo: “Sto parlando di Stepan Bandera, è una persona che la Russia presenta come Hitler”.
Meloni: “Non lo so. Io penso che stanno facendo quello che devono e ciò che è loro diritto di fare. E noi stiamo cercando di aiutarli”.
Comico russo: “Ad ogni modo, signora primo ministro, grazie per questa conversazione”. Meloni: “No grazie a te! Spero che possiamo avere altre occasioni.
Grazie, grazie mille. Ciao”.

…. e questo è!

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