Papa Francesco: 6 anni di pontificato fuori dalle “consuetudini”

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Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio è, dal 13 marzo 2013, il 266º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma.

Il 13 marzo del 2013 il cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, saliva sulla cattedra di Pietro con il rivoluzionario nome di Francesco. Questo papa venuto “da molto lontano”, dall’altro capo del mondo stupì subito per il suo stile sobrio e privo di paludamenti curiali. Si capì subito che non aveva mai vissuta nella Curia vaticana e che non ne amava le consuetudini.

Cominciò dopo l’elezione con il non voler prendere l’auto papale ma viaggiare sull’autobus insieme ai “suoi” cardinali per andare alla cena di festeggiamento mentre il cardinale segretario di Stato preferì andare con la sua auto di rappresentanza, con tanto di autista.

Il giorno appresso stupì tutti decidendo di continuare ad abitare i 50 mq. del suo appartamentino occupato in Santa Marta durante il conclave abbandonando lussi, sfarzi e protocolli degli appartamenti pontifici del Palazzo apostolico. Vita francescana, per uno che proviene dal ferreo ordine dei Gesuiti, la Compagnia di Gesù.

Si presenta umile e dimesso, si proclama semplicemente Vescovo di Roma ed auspica una “chiesa povera per i poveri”, ma le resistenze sorde non si fanno attendere.

È di quei giorni la notizia della ristrutturazione di un attico di “appena” 400 mq. da servire da abitazione per il cardinale Segretario di Stato, con i fondi di imprecisata provenienza.

Nell’ottobre del 2014 indice due Sinodi dei vescovi dedicati alla famiglia ed alle problematiche ad essa connesse nella società industriale del mondo occidentale cattolico.

Alla fine dei due consessi pubblica il documento “Amoris laetitiae”, nel quale esorta alla misericordia ed alla comprensione dei casi di disagio coniugale.

Molti separati o divorziati restano allontanati dai sacramenti, anche se la separazione l’hanno subita. Il papa invita a non fare preclusioni aprioristiche e a discernere con misericordia caso per caso. Ma da parte dei conservatori si è levato un nuovo apriti cielo con fuoco di sbarramento.

Quattro cardinali escono allo scoperto e firmano un contro-documento in cui esprimono i loro “dubbia”.

Tutte le riviste cattoliche ed i siti tradizionalisti si scatenano nell’intero orbe terracqueo. Tutti addosso a papa Francesco che osa sovvertire la dottrina millenaria della chiesa in tema di morale del matrimonio.

Egli predica la morale della comprensione come fa Cristo con l’adultera ed i suoi detrattori tradizionalisti, come i farisei, insistono per la lapidazione dell’adultera. Si vede che si ispirano ad un modello diverso da quello di Cristo.

Continuando sulla stessa scia, nel 2015 egli intitola l’anno santo alla Misericordia e ne spiega con parole e fatti i suoi significati profondi per il cristiano.

Propone perfino di cambiare in italiano una espressione della preghiera per antonomasia dei cristiani: il Padrenostro. Alla frase “non indurci in tentazione”, egli propone di sostituire l’espressione “aiutaci a non cadere in tentazione”. Perché Dio è Misericordia , e non può indurci in tentazione.

Nel 2016, con grande coraggio ecumenico, partecipa alle celebrazione dei 500 anni dalla Riforma di Lutero, riconoscendo indirettamente, che non tutte le “proteste” del monaco agostiniano erano campate in aria.

Egli ricorda il monito evangelico “Ut unum sint”: lavoriamo affinché tutti tornino allo stesso gregge. E qualche anno più tardi, incontrando dei musulmani, si spinge a dire che “Dio è unico”, comunque gli uomini lo chiamino, lo preghino o lo adorino. Questo è verissimo ma è alquanto rivoluzionario se detto da un papa.

Nel 2017 visita le tombe di due parroci “scomodi” dei decenni passati: don Primo Mazzolari da Bozzolo e don Lorenzo Milani da Barbiana.: sono state due figure emblematiche osteggiate dalla gerarchia ecclesiastica del loro tempo. Il papa ha ristabilito i loro meriti agli occhi del cattolicesimo universale.

Recentemente ha organizzato un Convegno in vaticano di tutti i Presidenti delle conferenze episcopali, per discutere di pedofilia e dettare linee guida di prevenzione. Non ha risolto il problema con la bacchetta magica. Ma ha osato parlarne. Ricordando il versetto evangelico: “guai a colui per colpa del quale avviene lo scandalo”. Sembrano cose ovvie, ma nel mondo curiale non sembra che lo siano tanto.

Lunga vita a papa Francesco ed alla sua coraggiosa opera di pulizia e svecchiamento che lui, vecchio di anni ma giovane di animo, sta tentando di fare.

Auguri Papa Francesco.

CARMELO TOSCANO

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